Il massacro di Odessa, l’ennesimo crimine nazista in una città storicamente martoriata, è una degli episodi meglio documentati nel libro di Enrico Vigna “Ucraina, Donbass” (Zambon Editore) che ha il pregio di mettere in evidenza, fra le altre cose, un fatto fondamentale: in Ucraina, non siamo di fronte a una tradizionale guerra civile combattuta fra due forze in campo che si contendono il potere politico, quanto piuttosto dinnanzi alla brutale aggressione portata avanti dal regime golpista e di ispirazione nazista di Kiev nei confronti di una minoranza etnica. La natura del conflitto getta inquietanti sospetti di un deliberato tentativo di pulizia etnica ai danni delle popolazioni russofone. La brutalità, del resto, non è solo nelle azioni ma anche nelle parole, che rimarcano lo stesso intento: “è una giornata storica per l’Ucraina, sono felice che questi fastidiosi separatisti ad Odessa sono stati finalmente liquidati” sostiene Oleysia Oreberts, Vice Presidente del partito nazionalista Svoboda, riguardo al massacro alla Casa del Sindacato; “Brava Odessa, perla dello Spirito Ucraino, lasciate che i diavoli brucino all’inferno, brava” rincara la dose la deputata Iryna Farion in un contesto in cui nazionalismo e russofobia stanno trascinando buona parte dell’opinione pubblica ucraina verso posizioni deliranti. Dietro le quinte, si stende la cupa ombra della NATO e dell’occidente, che della degenerazione del sistema politico ucraino ne sta traendo il maggior profitto nel contesto strategico della guerra fredda con la Russia.
Il caso di Odessa, è solo uno dei tanti episodi documentati nel libro di Vigna, che prova a fornirci un inventario dei principali crimini di guerra commessi dalla giunta di Kiev e del suo preciso piano ideologico, quello di liberarsi di una minoranza ritenuta “subumana”, “fastidiosa”, “improduttiva” e “dannosa” per l’Ucraina. Si cita il rapporto di Human Rights Watch che denuncia l’uso indiscriminato da parte dell’esercito ucraino dei missili Grad (impiegati comunque anche dai separatisti) contro la popolazione civile e le aree urbane delle città del sud est ucraino, facendo strage di civili (come quelli recentemente caduti su un mercato di Mariupol causando oltre 30 morti). L’uso di mine antiuomo che ha destato la preoccupazione anche dell’Alto Commissario per i diritti umani dell’ONU e bombe a grappolo, vietate dalla convenzione di Ginevra, concorrono a gettare ombre ancora più fitte sull’offensiva governativa nel Donbass. Come se non bastasse, organizzazioni come Amnesty International denunciano le esecuzioni sommarie svolte ai danni dei prigionieri, mentre i miliziani delle Repubbliche Popolari nella loro avanzata hanno scoperto e documentato un numero impressionante di fosse comuni.
Se l’esercito regolare ucraino è generalmente composto da numerosi riservisti o comunque soldati obbligati ad andare al fronte per una guerra che non hanno voluto, le atrocità più efferate sono generalmente compiute dai numerosi gruppi armati e semi-legalizzati di stampo neonazista che imperversano per il territorio, spinti da un feroce odio razziale e da un fervore nazionalistico ottuso e totalizzante. I principali casi di torture ai danni dei miliziani del Donbass, tristemente documentati da immagini agghiaccianti, si devono proprio alla brutalità di questi gruppo armati che, inquadrati nella “guardia nazionale”, hanno carta bianca da parte delle autorità governative nel mettere in pratica i loro progetti di sterminio.
Proprio queste formazioni neonaziste sarebbero protagoniste di uno degli aspetti più inquietanti messi in evidenza nel libro di Vigna: quello relativo alla vendita degli organi sul mercato nero. Ai miliziani delle Repubbliche Popolari caduti o giustiziati, secondo numerose testimonianze (notizia riportata anche dalla BBC e dall’Ocse), verrebbero rimossi gli organi interni, grazie all’aiuto di personale medico nazionale e internazionale: un metodo brutale ma estremamente efficace di autofinanziamento per tutte queste bande armate.
Sulla falsa riga di “Ucraina fra golpe, neonazisti, riforme e futuro”, (leggi recensione qua) anche questo “Ucraina, Donbass”, non è un libro caratterizzato da un approccio discorsivo ed analitico, né ha il pretesto di proporre una ricostruzione storico-sociale, ma si limita piuttosto a una raccolta di testimonianze (fotografie, articoli, inchieste, report) che mettono in luce i crimini di guerra di Kiev nel conflitto armato che sta interessando l’Ucraina sud-orientale. Si tratta di un utile punto di partenza per chiunque voglia informarsi in maniera dettagliata su una delle crisi geopolitiche più gravi degli ultimi anni. I 20 Euro del prezzo di copertina non è esagerato se si considera che il ricavato delle vendite andrà in beneficienza a sostegno di programmi di solidarietà in favore dei bambini del Donbass.