I NO MUOS, possente movimento per la pace e contro la militarizzazione della Sicilia, reduci dalla recentissimo sequestro da parte della repubblica di Caltagirone dell’impianto satellitare MUOS (Mobile User Object System), locato all’interno della base Us Nav all’interno della Sughereta di Niscemi, effettuato dopo la sentenza del Tar di Palermo del 13 febbraio scorso, che ha accolto i ricorsi del Movimento No MUOS Sicilia. I sigilli posti sono, senza ombra di dubbio, il risultato della pressione effettuata dal movimento e da chi, da anni, in ogni parte d’Italia si mobilita per portare avanti con coraggio e determinazione la battaglia contro il Muos.
In una soleggiata giornata d’inizio aprile migliaia di manifestanti preceduti da un gruppo di bambini con in mano dei cartelli con su scritto “A B U S I V O” hanno attraversato il polveroso sentiero della Sughereta, scendendo nuovamente, coraggiosamente in campo contro i poteri forti che continuano ad ignorare che “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” come recita l’art.11 della Costituzione italiana.
In testa all’allegro e colorato corteo il coordinamento dei comitati NO MUOS, le sempre agguerrite Mamme No Muos, i Sindaci, esponenti di diversi partiti, sindacati, associazioni, collettivi, centri sociali, molti NO TRIV e, direttamente dalla Val di Susa, la cospicua ed applauditissima delegazione NO TAV.
Il corteo è stato attraversato dallo scandire incessante di slogan contro gli USA volti a ribadire la scelta dei manifestanti di non piegarsi di fronte alla potenza statunitense, la militarizzazione, l’inquinamento e le spese militari ed i cori non risparmiano di certo né il governatore dell’isola né il governo nazionale.
Sono indubbiamente emozioni forti quelle che pervadono in questi giorni gli attivisti del movimento NO MUOS che tuttavia scelgono di restare con i piedi per terra, la Procura calatina, come sottolineano in molti, durante gli interventi di fine corteo e le interviste, non è nuova a simili provvedimenti, già il 5 ottobre 2012 ipotizzando reati ambientali aveva messo i sigilli al cantiere della stazione MUOS di Niscemi, decreto di sequestro annullato successivamente, il 28 ottobre, dalla quinta sezione del Tribunale della Libertà di Catania.
È un’onda emotiva gioiosa e decisa quella che pervade il lunghissimo corteo, molti gli attivisti che hanno scelto di sfilare con il volto dipinto come quello degli indiani d’America, per ricordare e denunciare, senza mezzi termini, che l’ìmperialismo del democraticissimo popolo americano ha radici lontanissime e ci narra del vergognoso sterminio e della segregazione di un intero popolo.
Performarce goliardica e simbolica quella di un piccolo gruppo di attivisti che travestiti da coniglietti pasquali che, una volta giunti alla base, dopo aver percorso tutto il corteo insieme al resto dei manifestanti, ha distrutto un modellino di cartone rappresentante le antenne del MUOStro statunitense.
Il controverso impianto di comunicazioni satellitari ha aperto una nuova stagione di lotte che vede protagonisti gli abitanti della Trinacria, pronti a schierarsi con forza contro la militarizzazione della Sicilia e contro le nuove forme di contro le forme nuove di un colonialismo, una lotta che ricorda spesso la stagione di Comiso, sono passati esattamente 33 anni (4 aprile 1982) della manifestazione pacifista contro i missili nucleari quando oltre centomila siciliani, ma anche tanti giunti da ogni parte d'Europa, sfilarono per dire no alla costruzione di una base militare che avrebbe dovuto accogliere 112 missili nucleari intermedi del tipo “Cruise”.
La lotta contro il MUOStro di Niscemi è una battaglia per difendere il diritto di tutti a vivere in un posto libero da inquinamento, devastazione e guerre, per l'autodeterminazione di un popolo e per diritto alla sovranità. Ed un corteo deciso ad affermare con la forza dei corpi e delle voci dei partecipanti il diritto a determinare la propria esistenza e quella del proprio territorio, un corteo etereogeneo che decide di prendersi e simbolicamente per mano e suggellare, tutti insieme, il sequestro della base con un virtuale abbraccio.
“I popoli in rivolta scrivono la storia NO MUOS FINO ALLA VITTORIA”, continua ad essere questo lo slogan più gridato, segno inequivocabile che l’obiettivo ultimo di tutti gli aderenti è lo smontaggio del MUOS e la smilitarizzazione della Sughereta, la strada è ancora lunga ma i NO MUOS non hanno certamente paura.
Foto di Ketty Bertuccelli