Obama ha dichiarato lì per lì che la Turchia ha il “diritto di difendersi”. Putin pare stesse orientandosi alla realizzazione di una rappresaglia. Solo in serata egli ha dichiarato che “per il momento” nessuna rappresaglia era stata decisa. Un po’ di telefonate riservate statunitensi lo avevano tranquillizzato. Poco dopo da parte statunitense veniva anche dichiarato che l’aereo turco aveva sorvolato solo per pochi secondi il territorio turco: come dire che da parte turca era stata compiuta un’aggressione. Niente può motivare l’abbattimento di un aereo per pochi secondi di sorvolo, a meno esista un’effettiva minaccia militare. Nessun paese della NATO ha espresso a oggi solidarietà alla Turchia. La stessa NATO si è limitata a ripetere la dichiarazione iniziale di Obama e a invitare Turchia e Russia ad abbassare i toni e a concentrare la loro azione contro lo Stato Islamico.
Successivamente i tasti su cui la reazione russa ha cominciato a battere sono stati in ogni caso assai pesanti. Un tasto dichiara che la Turchia rappresenta il principale sostegno attuale allo Stato Islamico, sia militare che in quanto luogo di smercio del petrolio estratto dallo Stato Islamico in Siria e in Iraq che in quanto luogo di transito fondamentale verso l’Europa dell’eroina afgana. Lavrov ha aggiunto che l’abbattimento dell’aereo russo era premeditato, in quanto ritorsione rispetto ai bombardamenti russi che distruggono i camion che portano il petrolio dello Stato Islamico in Turchia. Al tempo stesso le relazioni economiche, di varia natura e significative, che legano Russia e Turchia hanno cominciato per iniziativa russa a saltare. Il danno per la Turchia può essere enorme: essa è la principale esportatrice alimentare in Russia, è il principale luogo di approdo del turismo russo, il rifacimento di Mosca è in mano a imprese turche. Anche parte del gas che va in Turchia è russo. A segnalare che l’arma del metano può essere usata anche a Occidente se una quadra soddisfacente non sarà trovata, la Russia ha dichiarato la sospensione delle forniture di gas all’Ucraina. Si rammenti che il gas russo che arriva in Europa meridionale transita in parte per l’Ucraina: che già a suo tempo in analoga situazione si acconciò a prelevare per sé gas che doveva arrivare in Europa.
La Turchia ha a sua volta uno strumento molto pesante a sua disposizione, e che anzi sta già usando. L’intesa tra Unione Europea e Turchia in tema di gestione dei profughi mediorientali che attraversano la Turchia e sbarcano in Grecia è diventata operativa dal lato europeo, che ha cominciato a tirare fuori i soldi necessari alla Turchia per l’installazione di campi e la regolazione ordinata del flusso dei profughi: ma non è diventata tale da parte turca, i profughi continuano a imbarcarsi su barche e gommoni e ad annegare nell’Egeo. Il criminale impazzito Erdoğan vuol fare intendere all’Europa che è inopportuno che si metta di traverso rispetto all’obiettivo strategico di una Siria tutta o quasi tutta sotto controllo turco, a guerra finita.
Né possono essere escluse in questo momento altre provocazioni militari turche: che potrebbero portare a scontri tra aerei turchi e aerei russi, rendendo nuovamente caotico oltre che pericolosissimo per il mondo intero il quadro mediorientale, data la difficoltà per non dire l’impossibilità dell’Occidente di disfarsi apertamente e radicalmente dell’“alleato” turco.