Venerdì, 22 Marzo 2013 00:00

La lezione di Cipro e gli imbecilli di Europa

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La vicenda cipriota fornisce ampio materiale a sostegno di due ragionamenti. Il primo riguarda gli orientamenti reali dei vertici di governo dell'Unione Europea e, al tempo stesso, la loro qualità intellettuale. Il secondo, la possibilità effettiva di opporsi alle loro decisioni.

Gli orientamenti reali dei vertici di governo UE; in questa vicenda, specificamente, della Commissione Europea e dell'“Eurogruppo”, cioè di quella sezione del Consiglio Europeo che comprende i ministri economici e finanziari dei vari paesi della zona euro (non tutti i paesi UE, rammento, hanno adottato questa moneta). Dietro a loro, ma in posizione di fatto direttiva, è il governo di destra della Germania, in ogni momento in grado di mobilitare su posizioni liberiste oltranziste i governi di destra di Finlandia e Svezia e che ha nell'attuale Presidente dell'Eurogruppo, il “laburista” olandese Dijsselbloem, in realtà un liberista oltranzista egli pure, un fedele suddito tedesco, messo lì a seguito dell'ennesimo papocchio europeo di potere senza capo né coda tra socialdemocratici e destre. Le lezioni dei fatti pare che non bastino davvero mai, alle sinistre “moderate” europee.

Gli orientamenti reali dei vertici di governo UE. I soliti: quelli propri del canaglismo antisociale che colpisce l'Europa nel modo più spietato dalla crisi finanziaria USA in avanti. Solo delle canaglie possono essersi inventato un “aiuto” a Cipro, paese colpito da una crisi bancaria che è la coda della crisi greca, che copre solo i due terzi del necessario (10 miliardi di euro: niente rispetto alle cifre immesse a copertura delle crisi bancarie degli altri paesi UE) e che dev'essere completato dal saccheggio dei conti correnti della totalità dei risparmiatori, cioè anche di quelli che hanno via quattro soldi. Inoltre, andando alla qualità di questi vertici, si tratta anche di imbecilli. Solo degli imbecilli potevano ignorare che l'annuncio di queste misure avrebbe provocato il panico dei risparmiatori, la corsa a ritirare i risparmi, le proteste russe (Cipro ospita risparmi significativi di oligarchi, governanti ed evasori fiscali russi, che poi tornano in Russia come ciprioti per esservi investiti). Solo degli imbecilli potevano pensare che queste misure non avrebbero creato il dubbio in testa alla totalità dei risparmiatori europei circa l'effettiva volontà dei vertici europei di tutelare i risparmi, a partire, secondo impegni formali, da quelli inferiori ai 100 mila euro. Solo degli imbecilli potevano pensare che queste misure non avrebbero caricato di un nuovo enorme problema il sistema bancario europeo, già molto nei guai per le insolvenze dei creditori che falliscono, a seguito della recessione imposta dalla destra liberista tedesca, e per il sovraccarico di titoli tossici USA. Ma tant'è: Merkel sbraita, ordina, e gli altri, convinti o no che siano, si allineano. Salvo poi, sulla scia sempre di Merkel, che fino al giorno prima aveva detto che o Cipro si piegava o niente 10 miliardi europei, constatare che sono stati fatti degli “errori” grossolani, dichiarare che è vero che i piccoli risparmiatori non vanno assassinati e di aspettarsi da Cipro “nuove proposte”.

Vedremo come evolverà la situazione. Cipro ha non poche possibilità di reazione efficace. Può, per esempio, sostituire l'“aiuto” europeo con l'“aiuto” russo. Un aiuto quest'ultimo certo stracarico di problemi sgradevoli: ma che aiuterebbe Cipro a risolvere la parte più urgente dei suoi problemi, sostanzialmente la tendenziale bancarotta dello stato, il fatto cioè che lo stato è a bolletta, non ha i soldi per pagare stipendi e servizi, ecc. Un po' la situazione già vista della Grecia.

Ma Cipro in realtà può fare anche altro, o unire all'“aiuto” della Russia dell'altro. Lo sviluppo della vicenda mostra anche come i vertici europei siano, usando una metafora cinese, “tigri di carta”. La “forza” delle imposizioni europee, siano esse quelle di Commissione Europea, Eurogruppo, Trojka, ecc. oppure dei Trattati, da quello di Maastricht al recentissimo fiscal compact, ha dalla sua come unico vero strumento la complicità politica dei governi UE. Questa complicità a sua volta storicamente si basava sulla comunanza del punto di vista, cioè sul liberismo e sull'intento liberista sostanziale (quello vero, l'unico vero), consistente nel saccheggio delle condizioni di vita delle classi popolari e nel conseguente arricchimento delle classi già ricche perché divengano straricche. Lo abbiamo ben visto con il governo Monti cosa siano realmente il liberismo, gli “impegni” europei, il “risanamento economico”, la “ripresa”, l'attenzione ai “giovani”, e tutte le altre balle. Oggi però c'è che l'unità politica dei governi europei si è incrinata, per effetto dell'aggravamento della crisi economica e delle proteste sociali: ma l'affinità politica alla Germania (dei governi di destra mediterranei) o la pavidità (dei governi socialdemocratici, anche quando in via di separazione dal liberismo) continuano a permettere al governo di destra tedesco di imporre la sua volontà. Ed ecco dunque Cipro (non la Francia, non l'Italia, non la Spagna! vergogna!) a dimostrare che basta dire “vaffa” che tutto vada a tocchi e il re appaia nudo.

Non manca, ovviamente, il vaniloquio politico-giornalistico. Se Cipro non si piegherà (beninteso: offrendo di sua iniziativa il collo al boia) alle imposizioni europee (beninteso: con qualche ritocco cosmetico rispetto a quelle iniziali) allora dovrà uscire dall'euro, magari anche dalla UE. Ma chi o cosa lo impone? Dove sta scritto nei Trattati? Dove sta la possibilità giuridica o materiale di un'espulsione? La destra tedesca userà i carri armati? Dove sono? La Germania, in realtà, è la prima ad avere l'interesse a che la questione si chiuda pacificamente: le sue banche sono infognate nella crisi bancaria cipriota per, si calcola, almeno 6 miliardi di euro (la cifra, tra l'altro, che avrebbero dovuto mettere lì i risparmiatori ciprioti). Come abbiamo sempre sostenuto, le questioni che stanno affossando l'economia, le condizioni di vita e la democrazia nei paesi dell'Unione Europea sono tutte quante affrontabili positivamente con gli strumenti della lotta politica. Basta decidersi a lottare. Il problema vero è questo. Cipro può quindi fare quello che il suo popolo vuole, può non piegarsi alla prepotenza dei vertici europei e del loro padrone tedesco, può farcela. E se così andasse, sarebbe un esempio straordinario per i popoli europei, un gigantesco passo avanti nella lotta di indipendenza dell'Europa da liberismo.

Immagine tratta da ansamed.ansa.it

Ultima modifica il Venerdì, 22 Marzo 2013 08:33
Luigi Vinci

Protagonista della sinistra italiana, vivendo attivamente le esperienze della Federazione Giovanile Comunista, del PCI e poi di Avanguardia Operaia, Democrazia Proletaria, Rifondazione Comunista. Eletto deputato in parlamento e nel parlamento europeo, in passato presidente e membro di varie commissioni legate a questioni economiche e di politica internazionale.

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