La Terra promessa mancata׃ settant’anni dalla fondazione di Israele
Il raduno degli esiliati e la pace del popolo ebreo. Era questa nella tradizione ebraica messianica la principale speranza per gli ebrei di tutto il mondo. Un ideale fisso sempre rimasto al centro dell’immaginario collettivo di questo popolo, nonostante le esperienze di vita ebraica differente.
Gaza Writes Back: presentazione del libro
Gaza Writes Back è una testimonianza che viene da uno dei territori più martoriati del pianeta, ma è anche un gesto politico, una reazione di fronte alle violenze, alle crudeltà e ai soprusi inflitti al popolo palestinese. "Raccontare una storia è resistenza", scrive nell'introduzione il curatore del libro Rafaat Alareer, è un rifiuto della rassegnazione per continuare a perseguire la liberazione e la pace. in definitiva, un atto di vita.
Nell'ambito dell'International Days of Peace, abbiamo intervistato Valerio Nicolosi, militante della sinistra romana, fotografo e video maker in occasione della presentazione, assieme a Eleonora Forenza, del suo libro Be Filmaker a Gaza organizzata dal gruppo Antifascisti Bruxelles.
1) Valerio è innanzitutto un attivista della sinistra romana. Ed è anche un fotoreporter. Lo scorso anno è stato a Gaza per tenere un corso, presso l’Università di Al Aqsa, per insegnare tecniche di videomaking e fotografia. Ci racconti qualcosa del tuo progetto?
Da tempo il Centro Vik e alcune realtà italiane stavano organizzando una carovana di solidarietà che lasciasse qualcosa di tangibile nella Striscia di Gaza e avevano pensato ad un festival di scambio e formazione che compredeva parkour, arte e intrattenimento per bambini, writing e arte, videomaking e fotografia. Io sono anche un docente proprio delle ultime due materie e come responsabile formazione dell'assocazione nazionale filmaker e videomaker italiani ho deciso di partecipare coinvolngendo tutta l'associazione.
La discussione attorno alla vera identità del militante dell'Isis che avrebbe decapitato il giornalista statunitense Foley è stata interrotta solo momentaneamente per riportare quella della morte di un bambino israeliano di cinque anni in seguito alle gravi ferite riportate a causa di un colpo di mortaio esploso da Hamas (è la quarta vittima civile israeliana dall'inizio del massacro a luglio).
“Il mondo occidentale guarda quasi indifferente all’inarrestabile crollo dell’Iraq e del vecchio Medio Oriente che si sgretolano sulla mappa insieme alla Siria di Bashar Assad e alla Libia delle mille e duecento milizie, dove in Cirenaica è stato proclamato l’Emirato di Bengasi”. A scriverlo è Alberto Negri, lucida firma del Sole 24 Ore, il 5 agosto 2014.
L’Italia è un paese centrale per il Mediterraneo e, piaccia o meno, l’importante risultato alle europee ha rafforzato le possibilità per il governo di Renzi di giocare un ruolo di primo piano nello scenario internazionale, a partire da quello europeo. La cosa più probabile però è che la politica italiana risponderà al massimo con le facce contrite dei parlamentari che esprimono preoccupazione per i bambini morti in Palestina o qualche agitata dichiarazione sull’isolamento italiano in Libia.
Circa duecento persone si sono riunite in piazza della Repubblica. Nonostante fosse un mercoledì, un giorno lavorativo come altri, in molti appena usciti dall'ufficio si sono ritrovati per cercare di rompere il muro di omertà e di menzogna che copre l'operato di Israele delle ultime ore.
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