Lunedì, 25 Agosto 2014 00:00

In Palestina il massacro continua

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La discussione attorno alla vera identità del militante dell'Isis che avrebbe decapitato il giornalista statunitense Foley è stata interrotta solo momentaneamente per riportare quella della morte di un bambino israeliano di cinque anni in seguito alle gravi ferite riportate a causa di un colpo di mortaio esploso da Hamas (è la quarta vittima civile israeliana dall'inizio del massacro a luglio).

Ovviamente alla notizia è stato dato massimo risalto, magari sottolineando anche che quelli di Hamas sono fondamentalisti proprio come quelli dell'Isis (anche se in rete si trovano senza problemi video in cui si distinguono uomini in nero che danno fuoco alla bandiera palestinese), aggiungendo poi velocemente che dall'altra parte le vittime, in gran parte civili, sono state oltre 2000 e il numero continua inesorabilmente a salire.

La risposta da parte israeliana non si è fatta attendere: alle parole del premier Netanyahu, che ha giurato che Hamas avrebbe pagato, sono seguite le azioni dell'esercito che hanno ripreso la “magnanima” pratica del lancio di volantini che suggerisce alle persone di lasciare le proprie case perché la zona sta per essere bombardata. Undici raid nella notte, uccise undici persone in due famiglie (bambini inclusi).

Da quando martedì scorso la tregua è terminata la situazione per gli abitanti di Gaza sta peggiorando sempre più. Israele ha ripreso ha ripreso una guerra di logoramento che ha come obiettivo quello di costringere Hamas a sedersi al tavolo dei negoziati alle condizioni di resa volute da Tel Aviv. Nonostante gli inviti al dialogo di Al Sisi, presidente egiziano, solo Abu Mazen nei giorni scorsi si è reato a Il Cairo per i negoziati mentre Hamas e il Fronte di Liberazione Popolare continuano a pensare che la strada egiziana non sia la più giusta. Il punto fondamentale resta l'occupazione di Gaza. Si può continuare a discutere di cessate il fuoco, di tregue e di negoziati fino a quando lo stato israeliano non riconoscerà il diritto allo sviluppo, alla libertà di Gaza, la situazione resterà sul filo di un rasoio. Una popolazione che da decenni vive sotto assedio, i cui bambini sono costretti a camminare sotto la traiettoria dei fucili dell'esercito occupante per andare a scuola e a cui è di fatto vietato lo sviluppo delle attività economiche che costituiscono il sostentamento per migliaia di persone (dall'agricoltura alla pesca) dopo aver visto oltre duemila persone morire nell'arco di due mesi non può accettare che tutti resti così come è.

E in questo senso è ottima la notizia sul ritrovato accordo tra Al Fatah e Hamas sull'adesione dello stato di Palestina alla Corte Penale Internazionale dell'Aja: il gesto era stato fino a questo momento rimandato per evitare di far saltare i negoziati intavolati da Kerry la scorsa primavera. Da adesso Israele potrà essere perseguito per crimini di guerra contro i palestinesi. Vedremo se questo canale di iniziativa internazionale o si continuerà a limitarsi a guardare, come successo fino a questo momento.

Immagine tratta da: www.electronicintifada.net

Ultima modifica il Domenica, 24 Agosto 2014 16:44
Diletta Gasparo

"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"

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