Giovedì, 24 Aprile 2014 00:00

Pillole dal Giappone #27 - A tre anni dalla catastrofe del 2011

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L'undici marzo è una data che è entrata a far parte della storia giapponese, tre anni fa, proprio in quella data il Sol Levante veniva colpito da un terremoto (con conseguente tsunami) che ha strappato la vita di migliaia di giapponesi, distrutto l'economia di intere Prefetture e causato un disastro nucleare che non cessa di destare preoccupazione nell'opinione pubblica mondiale.
A tre anni di distanza migliaia di vittime di quella catastrofe vivono ancora in abitazioni temporanee a causa delle difficoltà economiche che hanno colpito molti degli abitanti di quelle Prefetture, le cui fonti di reddito sono state spesso distrutte insieme alle case, numerosi sono coloro che non possono permettersi un affitto e che attendono case in edilizia residenziale pubblica che debbono ancora essere costruite.

Le vittime della catastrofe che hanno perso le loro case stanno lottando per ricostruirle, questo malgrado il supporto finanziario dello Stato. Inoltre l'ordinanza della Prefettura è stata rivista ed impone ulteriori requisiti per ottenere un alloggio pubblico. Così non hanno alcuna possibilità di riprendersi la loro vita.” ha dichiarato a Japan Press Ikuko Endo, membro dell'Assemblea della Prefettura di Miyagi, una delle aree maggiormente colpite.

Sulla grave situazione dell'impianto nucleare di Fukushima è invece intervenuto il Presidente del Partito Comunista Shii il quale ha sottolineato in un lungo comunicato che l'incidente e i suoi effetti sull'ambiente sono tutt'altro che “sotto controllo” come si affanna a ripetere il governo conservatore.
Il leader comunista ha anche ribadito la proposta del PCG di creare un organo consultivo della Dieta di carattere tecnico per studiare come limitare le contaminazioni radioattive. Ribadita inoltre la contrarietà del PCG alla riattivazione dei reattori nucleari precauzionalmente spenti a seguito della catastrofe.

In ambito di riforma costituzionale lo scorso 4 marzo durante una seduta della Commissione Bilancio della Camera alta il premier Abe ha ammesso che il concetto di “diritto all'autodifesa collettiva” è propedeutico ad impiego delle Forze di Autodifesa fuori dai confini giapponesi.
Durante la seduta il vicepresidente del Partito Comunista Akira Koike, intervenuto sul tema, aveva sottolineato come fino ad ora l'interpretazione data all'art. 9 della Costituzione aveva escluso l'impiego in armi di forze giapponesi all'estero (quando impiegate come in Iraq e Afganistan ad esse era vietato di ingaggiare combattimenti o entrare in zone dove si combatteva) e che una nuova interpretazione di quell'articolo è funzionale ad intraprendere azioni militari all'estero anche se il Giappone non è attaccato. A queste considerazioni il Premier Abe ha risposto che questa interpretazione è corretta.

(con informazioni di Japan Press Weekly 5 – 11 mar. 2014)

 

foto da mofa.go.jp

Ultima modifica il Mercoledì, 23 Aprile 2014 21:06
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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