Mercoledì, 21 Maggio 2014 00:00

Pillole dal Giappone #34 - Nessuna giustificazione per autodifesa collettiva

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Né la corte distrettuale né quella Suprema hanno mai preso in considerazione il diritto all'autodifesa collettiva. È scandaloso che il governo usi una sentenza della massima Corte come base per autorizzare l'esercizio del diritto all'autodifesa collettiva”, questa l'opinione dell'ex giudice (tra gli autori, insieme al giudice Date, di quella sentenza) nonché professore emerito presso l'Università Dokkyo di Soka Ichiro Matsumoto, intervenuto in merito all'uso strumentale da parte del governo Abe di una sentenza della Corte Suprema del 1959 riguardante l'espansione della base militare statunitense di Sunagawa.

La sentenza in realtà affermava il diritto del Giappone all'autodifesa sul proprio territorio nazionale (anche ospitando installazioni militari straniere), senza riferimento ad azioni “preventive” od all'invio in Paesi terzi di proprie truppe

A prendere posizione contro la controversa interpretazione costituzionale della compagine di Abe anche ex membri delle Forze di Autodifesa che hanno operato all'estero: “l'utilizzo del diritto all'autodifesa collettiva porterà ad una situazione in cui membri delle Forze di Autodifesa potrebbero eventualmente uccidere civili per errore” ha dichiarato l'ex appartenente del settore aereo delle FA Yorimasa Ikeda che è stato componente del corpo di spedizione nipponico in Iraq. “I membri delle FA debbono comprendere il valore della rinuncia alla guerra previsto dall'articolo 9. Mi oppongo con forza all'intenzione del governo di inviare truppe all'estero” ha sottolineato un altro ex membro delle FA, Tomofumi Yumoto.
Fortissime critiche in merito anche dal Partito Comunista, la forza politica che più si oppone al rafforzamento dei legami tra il Giappone e gli USA. Commentando la recente visita di Barack Obama nel Sol Levante il Presidente del PCG Shii ha espresso la preoccupazione del proprio partito per l'estendersi dei legami militari (ma anche economici, come ad esempio il TPP) tra le due sponde del Pacifico.

In ambito lavorativo una piccola vittoria è arrivata per i camionisti dipendenti: la corte distrettuale di Yokohama in una recente sentenza in merito al ricorso effettuato da quattro camionisti ha stabilito che anche le ore di attesa tra un viaggio ed un altro vanno considerate come ore lavorative e pertanto esse debbono essere pagate.
È una sentenza molto importante che può migliorare le condizioni lavorative di molti camionisti e frenare pratiche lavorative che nel settore dei trasporti costringono a lavorare per molte ore” ha affermato l'avvocato dei ricorrenti Obayashi.
Un piccolo successo è stato ottenuto anche dal sindacato dei metalmeccanici JMIU in una fabbrica del gruppo Hitachi (la Hitachi Construction Machinery Tierra ad Osaka) che, in seguito ad un negoziato, ha ottenuto l'impegno da parte dell'azienda a ridurre il ricorso agli straordinari.

(con informazioni di Japan Press Weekly 23 apr. - 6 mag. 2014)

 

foto: Shizuo Kambayashi/AP

Ultima modifica il Giovedì, 22 Maggio 2014 10:49
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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