Per il bando delle armi atomiche anche l'associazione femminile Shinfujin, la quale, lo scorso 17 settembre, ha comunicato di aver raccolto oltre un milione di firme in calce all'Appello per il bando totale delle armi nucleari.
Proseguono intanto le proteste contro la progettata nuova base statunitense nella Prefettura di Okinawa: oltre 5.000 manifestanti hanno manifestato sulla spiaggia di Henoko nella città di Nago, luogo nel quale dovrà sorgere l'installazione militare a stelle e strisce.
Presente alla manifestazione il sindaco di Naha – nonché candidato governatore della Prefettura nelle imminenti elezioni – Takeshi Onaga.
In ambito agricolo lo scorso 18 settembre circa 200 agricoltori appartenenti al movimento contadino Nouminren hanno manifestato davanti la sede del Ministero dell'Agricoltura per chiedere al governo di mettere in atto politiche di contrasto al crollo del prezzo del riso. Il Presidente di Nouminren Shiraishi nel proprio discorso al sit-in ha affermato che il governo dovrebbe acquistare una quota maggiore della produzione nazionale e cessare di tagliare i sussidi ai coltivatori: “è scandaloso che gli agricoltori non riescano a guadagnarsi da vivere coltivando riso” ha aggiunto il dirigente contadino. “Se il governo predica la necessità di rivitalizzare l'economia locale dovrebbe lavorare per mantenere il prezzo del riso ad un livello accettabile” ha dichiarato un altro esponente di Nouminren presente al presidio.
Per quanto concerne l'istruzione, dati OCSE mostrano come il Giappone sia – tra i Paesi membri – quello con la più bassa percentuale del PIL destinata a questo settore (3,8% contro la media riguardante le altre nazioni OCSE del 5,6%). La ricerca evidenzia inoltre come nel Sol Levante circa il 30% delle spese per l'educazione siano a carico degli studenti e delle loro famiglie (contro la media OCSE del 16%). La percentuale sale al 66% (contro il 31%) per quanto riguarda l'istruzione universitaria. Nonostante un organismo consultivo dello stesso governo (il Consiglio Centrale per l'Educazione) abbia compilato un piano che suggerisce un aumento della spesa pubblica in quest'ambito, il premier Abe ha preferito ignorare questa indicazione che andrebbe incontro alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ed alla Convenzione Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali.
(con informazioni di Japan Press Weekly 17 – 23 sett. 2014)