Martedì, 16 Dicembre 2014 00:00

Pillole dal Giappone #64 – Elezioni politiche anticipate: confermato Abe, forte crescita per i comunisti, democratici in affanno.

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Risultati quasi scontati quelli emersi dalle elezioni anticipate per il rinnovo della Camera dei Rappresentanti (la camera che elegge il premier nel sistema bicamerale del Sol Levante).
Le consultazioni, caratterizzatesi di fatto come un referendum su alcune misure della cosiddetta abenomics (aumento della tassa sui consumi, diritto all'autodifesa collettiva, nucleare) hanno visto la netta conferma della coalizione PLD-Nuovo Komeito. La più bassa di sempre l'affluenza alle urne: poco più del 52% (in calo di oltre sei punti rispetto al 2012).

I liberal-democratici hanno ottenuto complessivamente 291 seggi (223 eletti nella quota maggioritaria e - con il 33,1%, pari ad oltre 17.600.000 voti - 68 in quella proporzionale) perdendo - nonostante la crescita di circa cinque punti percentuali nella quota proporzionale - 4 seggi (tutti quelli espressi dalla Prefettura di Okinawa conquistati dall'opposizione). Il calo di seggi del PLD è stato compensato dalla crescita della formazione alleata che ha ottenuto 35 seggi (contro i 31 del 2012), nove eletti con il maggioritario e 26 (con il 13,71%) nella quota proporzionale.

All'opposizione lieve è la crescita dei democratici (con il loro presidente Banri Kaieda che, non rieletto, ha rassegnato le proprie dimissioni) passati dai 57 seggi (poi saliti a 63 per la confluenza nel corso della legislatura di membri del defunto partito centrista Minna no To e del Partito della Vita delle Popolo) del 2012 ai 73 ottenuti domenica scorsa (38 eletti con il maggioritario e, con il 18,3% - una crescita di tre punti rispetto al 2012 - 35 nella quota proporzionale).
Un risultato discreto, quello dei democratici, ma che non impensierirà nel breve-medio periodo la coalizione conservatrice. D'altronde, la stessa leadership del PDG non credendo alla vittoria - e preferendo probabilmente far scottare Abe dal fuoco della recessione - aveva presentato nei collegi uninominali un numero incredibilmente basso di candidati (paradossalmente anche qualora i portabandiera democratici fossero stati tutti eletti il PDG non avrebbe comunque ottenuto la maggioranza).

Conferma i propri numeri il Partito dell'Innovazione di Toru Hashimoto. I 41 seggi (11 gli eletti al maggioritario e, con il 15,7%, 30 quelli al proporzionale) fanno della formazione dell'ultradestra guidata dal sindaco di Osaka la terza della Camera bassa.
Quasi sparito invece il gruppo capeggiato dell'ex sodale di Hashimoto: il Partito delle Future Generazioni di Ishihara. La formazione guidata dall'ex governatore di Tokyo - co-leader insieme ad Hashimoto del Partito della Restaurazione del Giappone recentemente dissoltosi - ha ottenuto soltanto due seggi: un crollo rispetto ai 19 deputati uscenti. Fuori dal parlamento lo stesso Ishihara.

Straordinario l'incremento del Partito Comunista che quasi triplica i deputati rispetto al 2012. I 21 deputati comunisti sono stati eletti tutti nella quota proporzionale (11,3% la percentuale contro il 6,1% del 2012 che equivale a poco più di sei milioni in voti contro i 3.689.000 del 2012) ad eccezione di Seiken Akamine, parlamentare di lungo corso, nativo di Naha, eletto in un collegio maggioritario della Prefettura di Okinawa con il sostegno del neo-governatore Onaga, della neo-sindaca di Naha Shiroma, del Partito della Vita del Popolo e dei Socialdemocratici (che proprio ad Okinawa hanno ottenuto uno dei loro due eletti). Era dal 1996 che i comunisti non ottenevano eletti nella quota maggioritaria della Camera dei Rappresentanti.

(con informazioni di Japan Press Weekly 3 – 9 dic. 2014 e japantimes.co.jp)

Ultima modifica il Martedì, 16 Dicembre 2014 10:45
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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