Sempre in ambito militare non cessa di far discutere la presenza di mezzi osprey nei cieli giapponesi, in particolar modo dopo l'incidente costato la vita ad un marine avvenuto nelle Hawaii lo scorso 17 maggio. Il Capo della Segreteria comunista Yamashita ha chiesto che sia interrotto il progettato dispiegamento di tali mezzi nella base di Yokota presso Tokyo. Stessa richiesta è stata avanzata da Kokuta al ministro degli Esteri Kishida.
Ad Okinawa non cessano le proteste contro la realizzazione della nuova base a stelle e strisce di Henoko: in 35.000 hanno preso parte alla manifestazione anti-base svoltasi presso uno stadio di Naha, capoluogo della Prefettura. Alla manifestazione ha mandato un proprio messaggio di saluto anche il regista statunitense Oliver Stone.
Sul fronte lavoro, è iniziata il 12 maggio, presso la Camera dei Rappresentanti la discussione di un progetto di legge volto a facilitare l'impiego del lavoro precario.
In tema di apprendisti stranieri è avvenuto un nuovo richiamo del Partito Comunista, tramite il senatore Koike, affinché siano posti in essere seri controlli per evitare degenerazioni e violazioni di legge nell'impiego di tali lavoratori. Il governo ha presentato un disegno di legge con l'obiettivo di estendere il periodo di apprendistato fino ad un massimo di cinque anni (oggi il limite è di tre) e di facilitare l'utilizzo di apprendesti stranieri in particolare nei settori dove è più grande la carenza di manodopera (in primo luogo edilizia e servizi alla persona). Durante la seduta del 12 maggio della Commissione Lavoro e Welfare della Camera alta, il senatore Koike ha portato all'attenzione di colleghi e governo dati allarmanti circa le violazioni di legge ai danni degli apprendisti stranieri. Gli apprendisti stranieri in Giappone - inseriti all'interno di un programma internazionale che, nelle intenzioni, dovrebbe servire alla formazione di lavoratori per i Paesi in via di sviluppo - sono circa 169.000 ed operano in in 33.000 aziende: il 79,6% di esse ha commesso violazioni della legge sulle condizioni di lavoro. Recente il caso, denunciato da Koike nel proprio intervento, di venti lavoratori cinesi impiegati in un'industria tessile che hanno dovuto rivolgersi agli ispettori del lavoro per farsi corrispondere i salari.
(con informazioni di Japan Press Weekly 13 – 19 mag. 2015 e dpj.or.jp)