Domenica, 17 Aprile 2016 00:00

Pillole dal Giappone #130 – FMI e OCSE frenano i, tenui, tentennamenti di Abe sull'aumento della tassa sui consumi

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Il Fondo Monetario Internazionale ha abbassato la prospettiva di crescita economica del Giappone allo 0,5% (contro l'1% della precedente previsione). Molto più rosee erano state le previsioni della Banca del Giappone, la quale aveva stimato una crescita, per l'anno 2016, dell'1,5%.
Il FMI ha anche invitato il Giappone ad andare avanti con il programmato, ed ulteriore, aumento della tassa sui consumi (dall'8% al 10%) al fine di poter disporre di fondi per future iniziative economiche.
Simile richiesta è arrivata anche dal Segretario Generale dell'OCSE, il messicano Angel Gurria, il quale ha affermato che il Sol Levante dovrebbe spingersi oltre il 10%, previsto per aprile del prossimo anno, per raggiungere il 15%.
Il premier nipponico, per parte sua, ha affermato, in questi mesi, che l'aumento potrebbe essere ritardato nel caso avvenga un sostanziale recupero della crescita economica.

Sempre in ambito di politica economica, nuove voci di dissenso rispetto alla decisione, da parte del governo, di approvare rapidamente l'Accordo di Libero Commercio per l'area del Pacifico, sono emerse all'interno dello stesso Partito Liberal-Democratico. Già lo scorso anno, un documento ufficiale del PLD invitava il governo a porre dei correttivi all'accordo quadro firmato ad Atlanta. Tsutomu Sato, capo della commissione per gli affari parlamentari del PLD, ha affermato mercoledì, che l'approvazione dell'Accordo potrebbe anche essere rimandata ad un'altra sessione della Dieta.

Intanto, una ricerca, realizzata dal quotidiano Asahi Shimbun, tra i giovani che per la prima volta, quest'anno, saranno chiamati al voto, mostra come la maggioranza di essi ritenga il divario reddituale, presente nella società giapponese, eccessivo. Alla domanda "ritieni che il divario, nei redditi ed in altri aspetti, nell'attuale società giapponese sia entro limiti tollerabili o eccessivo?", il 59% dei quasi 3.000 neomaggiorenni sentiti dal quotidiano ha risposto "sì".
Inoltre, l'ottantadue per cento dei rispondenti ritiene che, nell'odierna società giapponese, sia difficile, per i giovani, rendersi indipendenti economicamente dai propri genitori.
Un'ampia maggioranza, il 57%, ritiene, inoltre, non necessario il cambiamento della Costituzione, promosso dalla maggioranza conservatrice.

Il 6 aprile, frattanto, la federazione di Tokyo del Sindacato dei Docenti e Lavoratori delle Università Private, ha annunciato che gli studenti frequentanti gli atenei privati che vivono da soli, debbono mantenersi, in media, con appena 850 yen al giorno. Secondo dati raccolti dall'organizzazione sindacale, la cifra media inviata dai genitori agli studenti fuorisede presenti nella capitale (e nelle altre quattro Prefetture della regione) è di 86.700 yen al mese, detratta da tale somma la spesa per l'affitto della stanza, rimangono nella disponibilità degli studenti, quotidianamente, solamente 850 yen.
La stessa ricerca, che ha visto 4.568 famiglie rispondenti, mostra come il 17,9% di esse sia ricorsa a dei prestiti per poter pagare la tassa di iscrizione. Per le famiglie degli studenti fuorisede, la somma necessaria al mantenimento del figlio per il primo anno di università è, in media, di 2.950.000 yen, pari al 32,8% del proprio reddito annuo.

In ambito politico, il gruppo consiliare metropolitano del Partito Comunista di Tokyo ha sollevato accuse di sperpero al Governatore Masuzoe, in merito ai viaggi istituzionali da questo effettuati in meno di due anni di mandato. L'ex ministro del Lavoro e Salute, a capo della Prefettura metropolitana dal febbraio 2014, avrebbe speso, per otto viaggi, la cifra record di 213 milioni di yen.
“Questi viaggi sono stati finanziati con i soldi dei contribuenti. Tali abusi, realizzati con gli introiti fiscali, sono inaccettabili” ha affermato il consigliere comunista Hideko Shimizu. Masuzoe, per parte sua, ha affermato di non avere mai rivolto particolari richieste agli uffici che si occupano dei viaggi istituzionali e di aver dato istruzioni circa il rispetto dei regolamenti interni alla Prefettura.

Mentre continua la collaborazione - mediante l'appoggio di candidati comuni alle prossime elezioni per il rinnovo parziale della Camera alta - tra i partiti dell'opposizione, il sindacato Rengo, la maggiore confederazione nipponica, ha deciso, lo scorso giovedì, di declassare il proprio sostegno al Partito Democratico da “forte cooperazione e sostegno” a, solamente, “cooperazione”.
Ad incidere sulla decisione del sindacato - che rimane comunque prossimo ai democratici e vedrà dei propri esponenti in quelle liste - la recente fusione del PDG con quanto restava del conservatore Partito dell'Innovazione. Per le elezioni di primavera andrà “valutato attentamente come ogni singolo esponente politico ha agito o parlato” ha affermato il Presidente di Rengo Rikio Kozu.

Nel contempo, il Partito Comunista, durante il plenum dell'undici aprile, nel confermare la volontà di proseguire sulla strada di una più stretta cooperazione con le altre forze dell'opposizione, ha rinnovato i propri organismi eleggendo alla guida della segreteria il senatore Akira Koike, attualmente vicepresidente, il quale ha sostituito Yoshiki Yamashita, dimessosi dalla carica per motivi di salute e diventato uno dei vicepresidenti del Partito (gli altri sono Ichida Tadayoshi, Yasuo Ogata, Nobuko Hiroi e Tadao Hamano).

(con informazioni di Japan Press Weekly 6 – 12 apr. 2016; econotimes.com; xinhuanet.com; japantimes.co.jp; asahi.com; the-japan-news.com; japantoday.com)

Ultima modifica il Domenica, 17 Aprile 2016 10:53
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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