Domenica, 27 Novembre 2016 00:00

Pillole dal Giappone #161 – Il vertice APEC “contro ogni protezionismo” ma con il cadavere del TPP

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Cattive notizie per i fautori nipponici del trattato di libero commercio per l'area del Pacifico (TPP la sua sigla in inglese) arrivano da oltreoceano. Nella prima dichiarazione programmatica dall'otto novembre, affidata ad un video, l'unico chiaro obiettivo espresso dal Presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump è stato il ritiro degli USA dal TPP.

 

Polemiche tra maggioranza e opposizione c'erano state negli scorsi giorni circa la non diffusione di alcun dettaglio in merito al colloquio, avvenuto il 17 novembre, tra Abe ed il suo omologo statunitense. “Il disegno di legge per approvare il TPP è in fase di discussione anche se Abe non ha chiarito cosa Trump abbia detto sul tema. Il primo ministro deve dare conto al popolo giapponese sul questa vicenda e dire cosa ha chiesto durante l'incontro” aveva dichiarato il presidente dell'ufficio per gli affari parlamentari del Partito Democratico, Kazunori Yamai.

A chiarire ogni dubbio ha però pensato lo stesso Trump emettendo, nei fatti, il certificato di morte per un accordo commerciale che grandissima disapprovazione aveva trovato in quasi tutti i Paesi firmatari. “Con il governo degli Stati Uniti in un periodo di transizione il Giappone deve svolgere un ruolo di primo piano per garantire che il TPP diventi effettivo in tempi brevi” ha affermato un non rassegnato Yoshihide Suga, Segretario Generale del Gabinetto di Tokyo.

“Il TPP sarebbe privo di senso senza gli Stati Uniti” aveva però riconosciuto poche ore prima della diffusione del video di Trump il premier Abe, in visita al suo omologo argentino Macri.

Intanto pur di approvare il disegno di legge connesso al TPP nonché quello per eliminare l'indicizzazione delle pensioni i due partiti di governo, PLD e Nuovo Komeito, sarebbero intenzionati ad estendere la durata dell'attuale sessione della Dieta (che dovrebbe concludersi il 30 novembre).

Uno dei punti maggiormente discutibili del TPP è la sostanziale parificazione giuridica di Stati e multinazionali e la conseguente limitazione che insorgerebbe su molte leggi. Il senatore comunista Yamazoe Taku, membro della Commissione Speciale che si sta occupando del TPP ha messo in guardia circa il rischio connesso alla cosiddetta clausola ISDS (Investor-State Dispute Settlment). Tramite tale condizione grandi aziende multinazionali possono citare in giudizio degli Stati qualora questi approvino leggi che danneggiano i loro interessi.

Taku ha citato il caso che vede coinvolto l'Ecuador ed una grossa azienda petrolifera condannata dalla magistratura locale a pagare risarcimenti per danno ambientale. Per la compagnia petrolifera la materia andrebbe infatti discussa da una corte arbitrale internazionale bypassando le leggi ed il sistema giudiziario ecuadoriano.

Di tutt'altro tenore rispetto alla nuova linea nordamericana le posizioni espresse durante il vertice APEC di Lima conclusosi il 21 novembre con la Dichiarazione finale sottoscritta dai leader delle numerose nazioni partecipanti e che si apre con l'affermazione di principio di “continuare a lavorare insieme per sostenere il libero commercio e gli investimenti” proprio mentre “la globalizzazione ed i processi di integrazione ad essa connessi sono sempre più messi in discussione contribuendo alla nascita di tendenze protezionistiche”.

“Siamo consapevoli che vi è stata una ripresa dalla crisi economica e finanziaria del 2008 lenta ed irregolare, con una conseguente minore crescita economica globale, condizioni finanziarie instabili, prezzi delle materie prime più bassi, aumento delle disuguaglianze, mutamenti occupazionali e, negli ultimi anni, una significativamente più lenta espansione del commercio internazionale. Rimaniamo impegnati ad utilizzare, individualmente e collettivamente, tutti gli strumenti di politica monetaria, fiscale e strutturale, per rafforzare la domanda globale e contrastare le limitazioni dell'offerta. Riaffermiamo l'importante ruolo di rafforzare reciprocamente le politiche a sostegno di una crescita forte, sostenibile, equilibrata e inclusiva. Riaffermiamo i nostri impegni precedenti sulle politiche monetarie e di cambio, astenendoci da svalutazioni competitive, resistendo a tutte le forme di protezionismo e non indirizzando i nostri tassi di cambio a fini competitivi si legge ancora nella Dichiarazione che più avanti ritorna sul tema sottolineando che “si riafferma il nostro impegno a mantenere aperti i nostri mercati combattendo ogni forma di protezionismo”.

Come di solito avviene nelle Dichiarazioni finali di questi summit spazio vi è anche per affermazioni di principio (in questo caso inerenti la lotta alla corruzione ed il diritto all'acqua).

Spazio durante il vertice APEC vi è stato per gli incontri non direttamente connessi agli obiettivi del summit vero e proprio. Un importante colloquio, preparatorio di quello che avverrà in dicembre in Giappone, si è tenuto tra Abe ed il Presidente russo Putin. Obiettivo dei due governi è la sottoscrizione, ad oltre settant'anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, di un trattato di pace che chiuda diplomaticamente quella pagina e possa consentire nuovi e più ampi rapporti commerciali tra l'estremo est russo e l'estremo nord nipponico (si veda in proposito l'importante vertice di Vladivostok dello scorso settembre già affrontato in questa rubrica).

Rimane però amplissima la distanza sul tema vero della controversia e cioè le quattro isole Curili più prossime al territorio nipponico (Kunashiri, Etorofu, Habomai e Shikotan) annesse dall'Unione Sovietica nel 1945 dopo la fine del secondo conflitto in Europa (ma non in Asia). Il governo di Tokyo (per il quale ufficialmente le isole non appartengono nemmeno all'arcipelago delle Curili e vengono chiamate semplicemente “Territori del Nord”) rivendica le due isole più meridionali (ma settori della società giapponese, compreso il Partito Comunista, chiedono che siano restituite tutte e quattro).

Su questo punto più volte il governo russo ha chiarito di non essere disposto a effettuare concessioni: “la sovranità delle isole Curili è stata determinata dagli esiti della Seconda Guerra Mondiale ed esse sono adesso parte del territorio sovrano russo come stabilito nei trattati internazionali che sono seguiti al conflitto” ha dichiarato il Presidente russo in un incontro con i giornalisti a Mosca.

Novità dell'incontro di Lima (durato circa 70 minuti) è stata però la disponibilità russa ad un accordo per lo sviluppo economico delle isole. “Russia e Giappone sono partner naturali nella regione, sono o potrebbero essere complementari qualora vi fosse un trattato di pace - ha sostenuto Putin -. Sia la Russia che il Giappone vogliono siglare un accordo di pace. Il percorso per giungervi non è semplice ma vi è un lungo lavoro comune tra noi”.

Mosca, tramite il Portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, si è anche augurata, lo scorso 23 novembre, che il dispiegamento da parte russa dei sistemi di difesa missilistica antinave Bastion e Bal non siano di intralcio al prosieguo delle trattative con Tokyo. “Dal nostro punto di vista non vi dovrebbe essere alcuna influenza nelle relazioni bilaterali” ha affermato l'alto funzionario russo.

Un incontro “su richiesta giapponese” come ha sottolineato il Portavoce degli Esteri di Pechino Geng Shuang nella conferenza stampa del 21 novembre, si è tenuto ai margini del vertice APEC anche tra Abe ed il Presidente cinese Xi Jinping. Non sono state diffuse ulteriori notizie in merito ma semplicemente che il leader cinese ha “riaffermato le posizioni di principio necessarie allo sviluppo delle relazioni sino-giapponesi”.

Nonostante i fortissimi legami economici tra i due Paesi le frizioni (tanto per ciò che concerne le isole Diaoyutai/Senkaku che per le dispute nel Mar Cinese Meridionale) proseguono. All'ultimo vertice dei ministri della Difesa dell'ASEAN la ministra Inada, con una provocazione diplomatica, si era fatta interprete delle preoccupazioni che sarebbero insorte tra i ministri dei Paesi membri dell'organismo circa tensioni nel Mar Cinese Orientale mentre il premier Abe incontrando il suo omologo malese Najib, lo scorso 16 settembre, aveva confermato la volontà da parte del Sol Levante di vendere tecnologia ed equipaggiamenti militari (in particolare per la difesa costiera e marittima) a Kuala Lumpur.

In ambito di servitù militari, mentre tra mille cause giudiziarie ed infruttuosi incontri governo-enti locali continua la ferma opposizione degli abitanti di Okinawa alla ricollocazione della base di Ginowan, il governo sarebbe intenzionato a vendere l'isola di Magheshima (Prefettura di Kagoshima) per la ricollocazione della facility militare dell'isola di Iwoto (Prefettura di Tokyo) destinata alle esercitazioni di atterraggio e decollo per i piloti che operano sulle portaerei.

Sempre in campo militare, lo scorso 21 novembre sono partire le prime truppe delle Forze di Autodifesa verso il Sudan del Sud, Paese nel quale il Sol Levante partecipa alla missione delle Nazioni Unite UNMISS, con le nuove regole di ingaggio approvate dal governo (tra esse la possibilità di effettuare missioni di recupero) che avranno effetto ufficialmente dal 12 dicembre. Contro le nuove regole d'ingaggio manifestazioni si sono tenute in diverse città nipponiche. In 4.000 hanno manifestato a Tokyo nei pressi del parlamento.

Intanto, lo scorso mercoledì, il ministro degli Esteri giapponese Kishida ed il suo omologo sudcoreano hanno siglato, dopo che nel 2012 non era stato possibile a causa dell'opposizione da parte coreana, il GSOMIA (General Security of Military Information Agreement), uno dei numerosi accordi (il principale è sicuramente il dispiegamento dei sistemi antimissile THAAD) tra il Sol Levante e la Repubblica di Corea per arginare i possibili rischi provenienti dal nord della Penisola.

Sul fronte delle opposizioni, lo scorso 17 novembre i quattro partiti (comunisti, democratici, socialdemocratici e liberali) e l'Alleanza Civica (un gruppo ombrello antimilitarista di cui fanno parte sindacati ed associazioni) hanno convenuto di stabilire politiche comuni affinché venga cancellata la legislazione bellicista approvata lo scorso anno e di proseguire su questa strada fino alle prossime elezioni politiche.

“E' necessario raggiungere un accordo che guardi al futuro sul tema del nuovo governo creando inoltre un sistema affinché le forze dell'opposizione si supportino l'una con l'altra” ha sostenuto il Capo della Segreteria comunista Koike. “Al fine di contrastare e sostituire il governo Abe dobbiamo lavorare insieme con le realtà civiche” ha affermato il Segretario del PDG Noda rimarcando l'importanza del coinvolgimento di Alleanza Civica nell'accordo.

I quattro partiti hanno anche presentato congiuntamente, il 15 novembre, un disegno di legge di modica della Legge sulle Condizioni di Lavoro volto ad aumentare le pene previste per i datori di lavoro che non rispettano i limiti sulle ore massime di straordinario che possono essere effettuate dai propri dipendenti. La proposta dell'opposizione prevede che il datore di lavoro condannato per tali comportamenti sia punito con un anno di carcere (rispetto ai sei mesi della legge attualmente in vigore) o a 500.000 yen di sanzione (attualmente sono 300.000).

“Il caso di Dentsu è solamente la punta dell'iceberg” per la deputata comunista Chizuko Takahashi. “I partiti della maggioranza dovrebbero cooperare con l'opposizione affinché sia discussa la nostra proposta durante questa sessione della Dieta” si è augurato il collega democratico Nobuhiko Isaka.

Di tutt'altro avviso il governo che invece vuole fare della competizione interna tra lavoratori uno dei pilastri delle proprie politiche in tema. Lo scorso 18 novembre è infatti passato il disegno di legge proposto dai conservatori che facilita alle aziende il ricorso a lavoratori stranieri impiegati sotto l'ombrello del programma di apprendistato internazionale cui aderisce il Giappone.

Le nuove norme aumentano a più di tre anni il tetto di permanenza di questi lavoratori ed estendono il programma al settore infermieristico.

(Con informazioni di Japan Press Weely 16 – 22 nov. 2016; apec.org; kremlin.ru; japan.kantei.go.jp; mofa.go.jp; fmprc.gov.cn; asahi.com; the-japan-news.com)

Immagine liberamente ripresa da a.abcnews.com

Ultima modifica il Venerdì, 25 Novembre 2016 21:28
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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