Domenica, 11 Dicembre 2016 00:00

Pillole dal Giappone #163 – Abe visiterà Pearl Harbor

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Il governo nipponico ha approvato, venerdì 2 dicembre, nuove sanzioni unilaterali verso la Corea del Nord. Tra le nuove misure approvate vi è l'espansione del periodo nel quale è negato l'ingresso in Giappone a quanti hanno compiuto viaggi in RPDC. Colpite con le nuove sanzioni anche la società cinese operante nella provincia di Liaoning, già sanzionata dagli Stati Uniti, accusata di aver fornito ai nordcoreani componenti atte a sviluppare il loro programma missilistico. Ad essere danneggiate dal nuovo, ulteriormente stringente, quadro di limitazioni al commercio della RPDC potrebbero essere anche diverse aziende cinesi che importano prodotti alimentari nordcoreani riesportandoli poi in Giappone. Anche la Corea del Sud ha deciso, il medesimo giorno, di rafforzare le proprie sanzioni verso il Paese confinante.

Le decisioni dei due Paesi seguono la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dello scorso 30 novembre che ha esteso a singoli ed aziende legate alla Corea del Nord ed inasprito le sanzioni precedentemente approvate dall'organismo.

Sempre in politica estera, lo scorso 3 dicembre, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha chiarito che dal punto di vista territoriale sarà difficile trovare spazi di mediazione con il Sol Levante per quanto concerne la spinosa vicenda delle Curili meridionali. “Non è facile colmare la distanza tra le posizioni di entrambe le parti” ha affermato il ministro al termine del vertice con l'omologo nipponico Fumio Kishida, sottolineando però come “l'anno in corso sia senza precedenti per il volume dei nostri contatti, inclusi quelli al vertice e per la portata della cooperazione tra noi discussa e coordinata”.
Il titolare degli esteri nipponico il giorno prima aveva incontrato anche il Presidente Putin al quale aveva espresso la speranza di “tangibili progressi nelle relazioni con il Giappone” e la firma di un trattato di pace durante la visita che il massimo rappresentante russo effettuerà nel Sol Levante a metà dicembre.

Una visita storica, intanto, dopo quella di Obama ad Hiroshima, sarà certamente quella che effettuerà il premier di Tokyo, Shinzo Abe, a Pearl Harbor, base nelle isole Hawaii il cui attacco da parte nipponica, avvenuto il 7 dicembre 1941, diede inizio al conflitto tra Giappone e Stati Uniti e spinse la potenza nordamericana nel secondo conflitto mondiale. La visita di Abe nelle Hawaii, che rappresenterà anche l'ultimo incontro tra Abe ed il suo omologo Obama, si terrà il 26 e 27 dicembre. “Spero di mostrare la determinazione che nel futuro non si ripetano ancora le tragedie della guerra” ha affermato il premier.

Dal canto suo la Cina, mediante il portavoce degli Esteri Lu Kang, ha sottolineato come “sarebbe importante che il Giappone mostrasse un corretto atteggiamento riguardo la storia ed i crimini contro l'umanità commessi dai militaristi nipponici in Cina ed in altre nazioni asiatiche”.
“Se il Giappone intende riflettere a fondo sulla propria storia e porgere il proprio sincero rimorso vi sono molti luoghi in Cina ai quali possono rendere omaggio: come il memoriale sul massacro di Nanchino, il museo sui fatti del 18 settembre 1931 (data durante la quale si verificò il casus belli cui seguì l'annessione della Manciura da parte del Sol Levante) o la mostra sui crimini commessi dall'Unità 731 dell'esercito imperiale giapponese” ha proseguito il funzionario cinese.

La Camera dei Consiglieri ha nel contempo approvato, lo scorso 9 novembre, il trattato di libero commercio per l'area del Pacifico (TPP la sua sigla in inglese) e la legislazione ad esso connessa. Un'approvazione fuori tempo massimo per un accordo che vede il suo maggior azionista, gli Stati Uniti del neoeletto Donald Trump, in uscita.

Sul fronte nucleare si appresta ad essere smantellato l'impianto, di proprietà dell'Agenzia per l'Energia Atomica del Giappone, di Tokai, a nord-est di Tokyo. Per dismettere le strutture, in completo stato di abbandono secondo fonti dell'Agenzia Regolatrice per il Nucleare, occorreranno, stando al rapporto presentato dall'ente proprietario a quello che regola il settore, settant'anni con un costo afferente soltanto alla prima decade di quasi due miliardi di dollari.
L'impianto adibito al riprocessamento delle scorie ha trattato 1.140 tonnellate di materiale radioattivo dal 1981, anno della sua apertura, al 2014 quando venne deciso di interromperne l'attività.

Sempre in tale ambito, secondo fonti stampa, due aziende nipponiche, il colosso Mitsubishi Heavy Industries e Japan Nuclear Fuel, sarebbero propense ad entrare nell'azionariato della francese Areva, azienda operante nella costruzione di impianti atomici, nel riprocessamento delle scorie e nella produzione di combustibile nucleare. La società transalpina, pubblica per l'ottanta per cento, si trova in una infelice situazione economica dopo i problemi insorti nella costruzione di un impianto in Finlandia e lo scorso anno ha riportato perdite per due miliardi di dollari.
Frattanto, secondo dati resi noti venerdì scorso dal Ministero dell'Economia, Industria e Commercio, le spese per pagare le compensazioni alle vittime dell'incidente di Fukushima e smantellare l'impianto sono salite ad oltre ventunomila e cinquecento miliardi di yen (ma la cifra crescerà sicuramente nei prossimi anni). Per consentire a TEPCO di far fronte a tali ingenti esborsi saranno emesse delle obbligazioni coperte dallo Stato. Gli introiti derivanti dall'operazione saranno però gestiti da un'ente che sarà appositamente creato dal Ministero.

In tema militare mentre l'Università del Kansai di Suita (Prefettura di Osaka) ha ufficialmente escluso la partecipazione a progetti di ricerca a fini bellici cofinanziati dal Ministero della Difesa, cattive notizie arrivano dalla Corte Suprema per i cittadini che si erano appellati contro i voli notturni delle Forze di Autodifesa alla base di Atsugi. Il massimo organo giudiziario ha infatti ribaltato una sentenza del 2014 emessa dalla Corte Distrettuale di Yokohama (i ricorrenti erano stati nel 2007 ben 7.000 cittadini) che imponeva lo stop ai voli militari nelle ore notturne e nel primo mattino. La sentenza ha anche confermato i risarcimenti già riconosciuti ma escluso la possibilità di richiederne altri in futuro. Il pronunciamento della Corte Suprema condizionerà con ogni probabilità anche le altre cause, piuttosto numerose, depositate da migliaia di cittadini prevalentemente di Okinawa.

Frattanto il periodico comunista Akhata, lo scorso 4 dicembre, ha reso noto che le dieci maggiori aziende produttrici di materiale bellico hanno donato, nel 2015, 126 milioni di yen al Partito Liberal-Democratico. Maggiore contributore delle casse del partito del premier è Mitsubishi Heavy Industries (per 33 milioni di yen), seguita da Sumitomo Corporation (24 milioni) e Mitsubishi Electric Corporation (18,2 milioni). Nel 2015 vi è stato anche un aumento della spesa per le munizioni passata dai 1.270 miliardi di yen del 2013 ai 1.810 dello scorso anno.

Sicuramente meno floride delle casse del PLD quelle di numerosi lavoratori. Secondo una ricerca condotta dall'Agenzia delle Entrate il numero di lavoratori impiegati in aziende con capitale superiore al miliardo di yen che percepiscono un salario pari o inferiore ai due milioni di yen sarebbe cresciuto da 1.170.000 del 2012 a 1.400.000 nel 2015.

Intanto la Camera dei Rappresentati ha iniziato a discutere, con il parere contrario delle opposizioni, a discussione per un progetto di legge (appoggiato anche da Osaka Ishin no Kai) per la liberalizzazione dei casinò. “Le forze pro-casinò hanno evidenziato gli effetti economici positivi che questi avranno ma non hanno menzionato l'impatto negativo degli stessi in temini di dipendenza dal gioco” ha affermato Keiji Kokuta del Partito Comunista.
Contraria alla liberalizzazione anche la Federazione delle Associazioni Forensi che ha messo in guardia in particolare rispetto al rischio che aumentino fenomeni criminali come il riciclaggio di denaro.

(con informazioni di Japan Press Weekly 30 nov. - 6 dic 2016; un.org; kremlin.ru; mid.ru; fmprc.gov.cn; asahi.com; the-japan-news.com)

Ultima modifica il Sabato, 10 Dicembre 2016 21:42
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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