Domenica, 12 Febbraio 2017 00:00

Pillole dal Giappone #172 - Iniziati i lavori per la nuova base di Okinawa

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Anche se non è da escludersi un futuro aumento delle spese militari nipponiche connesse alla presenza nordamericana nel Sol Levante (eventualità per ora respinta da Mattis) appare oramai chiaro che le ultime speranze riposte dal Governatore di Okinawa Takeshi Onaga affinché si bloccasse la ricollocazione della base di Ginowan a Nago sono del tutto sfumate.
Lo spostamento “è l'unica soluzione” ha infatti affermato il Segretario alla Difesa a stelle strisce nella sua visita a Tokyo. Stesse identiche parole sono arrivate da Shinzo Abe durante una riunione di maggioranza tenutasi il sei febbraio.
Onaga aveva provato a premere, l'ultima volta lo scorso 31 gennaio durante una visita negli States, nella quale aveva incontrato 12 parlamentari statunitensi, affinché si aprisse lo spiraglio di un ripensamento.

Il 6 febbraio sono iniziati a Nago i lavori di posa di blocchi di cemento in mare, primo atto necessario alla costruzione della nuova base dei marines. La decisione segue il rigetto in tribunale della delibera varata dall'amministrazione locale che cancellava le autorizzazioni concesse dal predecessore di Onaga, il conservatore Nakaima. Uno stop immediato ai lavori è stato nuovamente richiesto dal Partito Comunista mentre non si arresta la protesta degli abitanti dell'area.

Nei rapporti con la Russia dovrebbe invece partire questa settimana un tavolo russo-giapponese tra più Ministeri che, pur non creando precedenti legali circa le questioni legate alla sovranità delle isole, dovrebbe facilitare le attività economiche congiunte nelle Curili Meridionali. Il 7 febbraio, durante la giornata per i “Territori del Nord” (nome usato ufficialmente in Giappone per designare le due Curili più prossime all'Isola di Hokkaido rivendicate da Tokyo) Abe ha lodato il lavoro del proprio governo per aver realizzato un avanzamento “su una questione che non si era mossa di un millimetro per 70 anni”.

Sul fronte economico Toyota e Suzuki hanno convenuto, lo scorso lunedì, di cooperare nello scambio tecnologico al fine di produrre modelli ecologicamente meno impattanti. Toyota ha ceduto lo scettro di primo produttore automobilistico a Volkswagen dopo un calo nei profitti del 23% tra ottobre e dicembre dello scorso anno. Toshiba ha intanto annunciato, lo scorso 6 febbraio, la vendita delle proprie azioni di Japan Display per circa 4 miliardi di yen (35 milioni di dollari). La vendita si colloca nell'ambito delle misure di risanamento finanziario intraprese dall'azienda per far fronte in particolar modo alle perdite di una propria controllata negli Stati Uniti operante nel settore nucleare.
Frattanto un plauso per le nuove deregolamentazioni in materia finanziaria che saranno messe in campo dalla nuova Amministrazione Trump è arrivato dal capo di Softbak, Masayoshi Son, il quale ha affermato, lo scorso 8 febbraio, che il colosso finanziario ha già creato 8.000 posti di lavoro negli States e che “un allentamento delle norme di condurre affari negli Stati Uniti più facilmente”.
Mentre iniziano, con una manifestazione unitaria dei sindacati edochiani, le rivendicazioni salariali di primavera, i quattro partiti dell'opposizione progressista (PDG, PCG, socialdemocratici e liberali) hanno presentato congiuntamente un disegno di legge a sostegno dei redditi degli allevatori (coprendo con fondi pubblici la differenza tra i costi di allevamento ed il prezzo di vendita particolarmente per quanto riguarda i suini).
Quattro partiti uniti anche nel chiedere un passo indietro al ministro della Giustizia Kaneda così come il ritiro del “conspiracy bill”. Una legge che condurrà ad una “società sotto sorveglianza” per il comunista Fujino, intervenuto al question time del 2 febbraio. Per il ritiro del disegno di legge è arrivato anche un appello di 136 ricercatori in materia giuridica.

Proseguono intanto le polemiche sul fenomeno del superlavoro. Mentre la senatrice comunista Tamura ha chiamato in causa nuovamente Dentsu (accusata dalla parlamentare di aggirare la normativa in materia), il presidente di Yamato Holding, società operante nel settore dei trasporti che ha ricevuto segnalazioni per straordinari non pagati, è stato inserito in un tavolo consultivo del Ministero del Lavoro. “Se la società ha violato delle norme è un'altra questione” si è giustificato il ministro Shiozaki.
Secondo quanto riportato dal periodico Akahata il 4 febbraio, su 17 aziende i cui vertici occupano la leadership di Keidanren, 16 riporrebbero abitualmente alla pratica di 80 ore (o più) di straordinario al mese. Il limite di 80 ore è indicato dal governo come la soglia di rischio oltre la quale deriverebbero gravi conseguenze per la salute dei lavoratori.
Condizioni particolarmente dure per i lavoratori sono state rese accettabili anche dalla grande massa di precariato esistente nel Sol Levante. I dati ufficiali sul 2016, resi noti dal Ministero del Lavoro, hanno messo in luce come lo scorso anno il numero di precari abbia raggiunto la percentuale record del 37,5%. Il numero totale dei lavoratori è cresciuto di 1.960.000 tra il 2007 ed il 2016 (passando da 51.850.000 a 53.810.000) con un contemporaneo calo di 850.000 lavoratori tra quanti hanno un contratto a tempo indeterminato ed un aumento dei precari di 2.810.000 unità (per un totale di 20.160.000). L'aumento maggiore della quota di precariato si è avuta nella fascia 35-44 anni.

A Fukushima, frattanto, un nuovo robot, secondo quanto affermato da Hitachi-GE Nuclear Energy e dall'International Research Institute for Nuclear Decommissioning lo scorso 3 febbraio dovrebbe essere impiegato entro marzo nel reattore numero 1 della centrale tristemente nota per localizzare il combustibile nucleare. Immagini dal reattore numero 2 erano arrivate, grazie all'impiego di una telecamera a controllo remoto, lo scorso 30 gennaio.

A Tokyo invece non si arresta il lavoro della Prefettura per accertare le responsabilità inerenti la scelta del sito per la ricollocazione del mercato del pesce di Tsukiji, uno dei più importanti al mondo, nel sito di Toyosu. Il comitato dell'Assemblea Metropolitana chiamerà a testimoniare l'ex Governatore Ishihara, a capo della Prefettura al momento della decisione.

In ambito militare, documenti resi noti lo scorso 7 febbraio, mostrerebbero come truppe terrestri delle Forze di Autodifesa impegnate nella missione UNMISS nel Sudan del Sudan si sarebbero trovate in un'area interessata da combattimenti, violando così una delle cinque condizioni necessarie per l'impiego delle stesse in operazioni di peacekeeping. L'evento si sarebbe verificato la scorsa estate (per la precisione nei giorni 11 e 12 luglio), quando forze ribelli e governative hanno combattuto nella capitale Juba, ed è emerso in seguito ad una interrogazione parlamentare del liberal-democratico Taro Kono il quale aveva chiesto, dopo una iniziale smentita che tale report fosse ancora presente negli archivi del Ministero della Difesa, una nuova ricerca.
“Stanno combattendo o no?” ha chiesto il parlamentare democratico Yuichi Goto alla ministra Inada, accusata di “manipolare l'opinione pubblica” edulcorando i termini della questione.

La nuova proiezione internazionale, in violazione della Costituzione, delle FA si sposa con un aumento della partecipazione degli scienziati nipponici a ricerche in ambito bellico (pur in presenza di uno specifico divieto del Consiglio delle Scienze ancora in vigore ma del quale da tempo si discute la modifica). I progetti di ricerca concernenti la comunicazione uomo-robot condotti dal professor Toyoaki Nishida dell'Università di Kyoto sono stati finanziati dall'esercito statunitense a partire dal 2008.
Fino ad ora sarebbero 135 i progetti (per un finanziamento totale ammontante a 880 milioni di yen, pari a 7,8 milioni di dollari) di ricerca a fini bellici finanziati dalle forze armate USA nel Sol Levante. “Anche se i progetti non portano ad un prodotto finito essi possono essere utilizzati concretamente dalle forze armate statunitensi” ha affermato Satoru Ikeuchi, astrofisico e professore emerito all'Università di Nagoya. “I ricercatori giapponesi non sono in grado di controllare una eventuale applicazione delle loro ricerche in armamenti” ha proseguito lo scienziato.

Il governo giapponese intanto, pur avendo ribadito, durante il nono vertice ASEAN sulla sicurezza marittima svoltosi a Tokyo il 9 febbraio, la propria posizione circa la sicurezza negli oceani Pacifico ed Indiano (con uno sguardo sempre rivolto a Pechino), ha escluso la partecipazione alle operazioni connesse al Freedom of Navigation (sponsorizzate dagli USA). “Appoggiamo le operazioni ma non c'è stata una richiesta di coinvolgimento” ha sostenuto Tomomi Inada.

Nel contempo, mentre prosegue la collaborazione tra Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud in tema di sicurezza (tanto riguardo la questione delle Senkaku per la quale è arrivata la stizzita risposta cinese alle mosse di Mattis della scorsa settimana quanto sul sistema antimissilistico THAAD) il Sol Levante, a distanza di un mese, non è intenzionato a rimandare il proprio ambasciatore in Corea fino a che la “statua dello scandalo” sul fenomeno della schiavitù sessuale portata avanti dalle truppe nipponiche prima e durante il secondo conflitto non sarà rimossa da Busan.

(con informazioni di Japan Press Weekly 1 – 7 febb. 2017; japan.kantei.go.jp; mod.go.jp; mofa.go.jp; asahi.com; mainichi.jp; the-japan-news.com)

Ultima modifica il Sabato, 11 Febbraio 2017 16:15
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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