Pillole dal Giappone #268 – Procede tra le proteste la costruzione della base di Henoko

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Pillole dal Giappone #258 – Gli anti-base vincono di nuovo ad Okinawa

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Pillole dal Giappone #255 – Incontro Putin-Abe a Vladivostok. Ad Hokkaido riaprono le scuole

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Una notizia tragica ha colpito la Prefettura di Okinawa ma anche il movimento mondiale che si batte per la pace e contro le servitù militari: la morte di Takeshi Onaga avvenuta l'otto agosto. Il Governatore aveva 67 anni e da alcuni mesi stava curando un tumore al pancreas. Presidente della più meridionale delle Prefetture nipponiche pur provenendo dalle fila dei conservatori era stato eletto, nel 2014, con il sostengo di una coalizione progressista ed antimilitarista. Onaga era stato anche dal 2000 al 2014 sindaco della città di Naha, capoluogo della Prefettura.

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Prevedibili divergenze sul commercio internazionale tra gli Stati Uniti da un lato e gli altri sei grandi al G7 canadese. Il summit si è concluso domenica con la partecipazione dei capi di governo (primo G7 per il Presidente italiano Conte nonché per l'ex “Grande Fratello” Rocco Casalino) e si è caratterizzato per un discreto clima di tensione in particolare tra gli USA ed il Canada. In tal senso dure ed inusuali le parole – “disonesto e debole” – contenute in un tweet del Presidente USA rivolto ai canadesi.

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Il Giappone si mostra cauto sul prossimo vertice tra Stati Uniti e Corea del Nord. A suscitare preoccupazione è l'abbandono, almeno per il momento, da parte USA della locuzione “massima pressione” al fine di ottenere la denuclearizzazione della Penisola coreana. “Non voglio più usare questa affermazione” ha infatti sostenuto Donald Trump lo scorso 1 giugno incontrando l'inviato della RPDC Kim Yong Chol.
Il tema è stato, ovviamente, al centro anche dei lavori dell'Asia Security Summit di Singapore.

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Pillole dal Giappone #223 – Disoccupazione in calo ma ancora fermi i salari

Terminata domenica scorsa la breve visita del ministro degli Esteri nipponico Taro Kono in Cina. I due Paesi “hanno la più grande responsabilità nella salvaguardia della pace e della prosperità in Asia e nel mondo” ha affermato Kono stemperando le tensioni di questi mesi con il vicino.

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Continua il calo demografico nel Sol Levante. Secondo dati presentati recentemente dal governo il numero di nati nel 2017 (per l'ultima fase di dicembre vi sono delle stime) ha segnato il record negativo dal 1899. I bambini che hanno visto la luce in Giappone nel 2017 hanno infatti raggiunto il numero di 941.000: ben 36.000 in meno rispetto al 2016 e sotto il milione, dunque, per il secondo anno consecutivo. Di contro i morti sono stati 1.344.000: un altro record per il Giappone postbellico.
Per contrastare il declino il governo ha approvato nel budget di previsione per il 2018 una cifra record da destinare agli asili, anche se nulla (se non slogan) si è fatto per supportare le famiglie monogenitoriali (record di povertà per loro in Giappone tra i Paesi industrializzati), il divario salariale tra uomini e donne e la stabilità occupazionale (principale motore esterno della fertilità). In calo anche i matrimoni: 607.000, record negativo dal 1945 e -14.000 rispetto al 2016.
Andando nello specifico gli abitanti del Sol Levante (qui il dato si ferma al 1 dicembre 2017) sono 126.700.000 (61.650.000 uomini e 65.050.000 donne). Appena il 12,3% hanno meno di 15 anni (e soltanto 490.000 hanno un'età compresa tra 0 e 4 anni), il 59,9% si situa tra i 15 ed i 64 anni (ma la parte del leone è ricoperta dalle fasce che vanno dai 40 ai 64 anni) mentre il 4,3% ha più di 85 anni (ben 70.000 sono gli ultracentenari).

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Rese note da TEPCO le immagini dal cuore di quanto resta del terzo reattore dopo che, la scorsa settimana, un robot era riuscito ad arrivare fino al nocciolo per carpire le preziose immagini. Il video, della durata di circa quattro minuti, mostra detriti di combustibile nucleare dispersi in un'area di circa 5 metri di diametro posta sotto il terzo reattore ed è il risultato di 16 ore di riprese effettuate il 19, 20 e 21 luglio.
Su un altro fronte la compagnia elettrica sta tentando di mediare a Niigata circa la riattivazione della centrale di Kashiwazaki-Kariwa che vede contrarie la Prefettura (guidata dall'ottobre del 2016 dall'esponente dell'opposizione Ryuichi Yoneyama) ed il sindaco di Kashiwazaki, Masahiro Sakurai, incontrato dal neopresidente di TEPCO, Tomoaki Kobayakawa, lo scorso 25 luglio. I reattori 6 e 7 dell'impianto sono attualmente sottoposti alle operazioni di verifica sulla sicurezza condotte dall'Agenzia Regolatrice per il Nucleare. Favorevole all'impianto Hiroo Shinada, sindaco di Kariwa.

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Nonostante il ruolo chiave della Cina (riconosciuto dall'intera comunità internazionale) sulla complessa vicenda coreana il Giappone non rinuncia a stuzzicare il potente vicino intromettendosi, per l'ennesima volta, nelle rivendicazioni territoriali che vedono la Repubblica Popolare contrapposta a Filippine e Vietnam. Intervenendo all'Asia Security Summit, lo scorso 3 giugno, la ministra della Difesa nipponica Tomomi Inada ha sostenuto che “nel Mar Cinese Meridionale ed in quello Orientale continuiamo a testimoniare tentativi non provocati ed unilaterali volti ad alterare lo status quo e che si basano su asserzioni incompatibili con le norme internazionali vigenti”. Inada ha denunciato anche “periodiche incursioni in acque territoriali giapponesi” aggiungendo che occorra lavorare per un mondo nel quale “nessuna nazione abbia la possibilità di crescere e prosperare con paura, coercizione o intimidazione”.
La ministra è stata spalleggiata dal Segretario alla Difesa USA Jim Mattis il quale ha ribadito che la collaborazione USA-Cina volta a far interrompere lo sviluppo del programma missilistico e nucleare nordcoreano non mette in discussione la posizione, anticinese nei fatti, degli USA sulle isole contese nei mari meridionali ed orientali. “Lavoriamo insieme alla Cina perché quello nordcoreano è un problema anche per loro” ha sottolineato Mattis con la consueta spocchia che caratterizza il personaggio ribadendo che gli Stati Uniti “si oppongono alla militarizzazione di isole artificiali ed all'imposizione di eccessive rivendicazioni marittime”.

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