Domenica, 19 Marzo 2017 00:00

Pillole dal Giappone #177 - A sei anni dal terremoto del Tohoku la lenta ricostruzione

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Il Giappone si è fermato alle 14,46 dell'undici marzo per ricordare il sesto anniversario della catastrofe che colpì la regione del Tohoku nel 2011. Una cerimonia nazionale - con la partecipazione del premier Abe e del Principe Fumihito a rappresentare la famiglia imperiale - si è svolta al Teatro Nazionale di Tokyo.
Le persone decedute a causa del terremoto e del conseguente maremoto furono 15.893 mentre 2.553 persone risultano ancora nella lista dei dispersi. Sono invece ancora 34.000 gli sfollati che vivono in prefabbricati mentre il totale degli evacuati è di 120.000 unità. A fine marzo l'avanzamento dei lavori per quanto concerne le aree residenziali dovrebbe raggiungere il 69% (si arriverà invece all'83% per gli edifici pubblici).

“Credo che la ricostruzione postdisastro stia entrando in una nuova fase” ha dichiarato Abe.
La situazione di Fukushima è “tutt'altro che sotto controllo nonostante i soldi spesi” ha affermato il Presidente del Partito Comunista, Kazuo Shii, nel proprio comunicato a ricordo della tragedia. Inoltre, proprio quanto avvenuto nel 2011, dovrebbe, per il leader dei comunisti, far desistere il governo circa la ripresa della produzione di energia atomica nel Paese.

Discussione, quella sull'energia nucleare, che accende il dibattito sempre più all'interno del Partito Democratico, con la leader Renho Murata (riconfermata dalla conferenza annuale recentemente svoltasi) che lascia intendere che l'obiettivo “zero energia nucleare” entro il 2030 potrà essere rivisto alla luce delle critiche rivolte al piano dal sindacato Rengo.

In politica estera, dopo l'annuncio, dato lo scorso venerdì del ritiro entro maggio delle truppe delle Forze di Autodifesa dal Sudan del Sud (“non legato al deteriorarsi della situazione” secondo quanto sostenuto dal Segretario Generale del Gabinetto, Yoshihide Suga), il ministro degli Esteri, Fumio Kishida, ha annunciato che il proprio Paese ha offerto alla giovane nazione africana sei milioni di dollari di aiuti.
Frattanto la ministra della Difesa Inada ha annunciato un'inchiesta circa la possibilità che truppe nipponiche si siano trovate nel mezzo di combattimenti lo scorso anno nella capitale Juba. L'accaduto era emerso da un rapporto giornaliero inviato dall'unità stanziata nel Paese africano a Tokyo.
Ministra che si trova sempre più coinvolta nello scandalo che ha riguardato l'acquisto a prezzo di saldo di un terreno pubblico da parte di un'associazione alla quale aderiva la moglie del premier, Akie Abe. Inada nel passato, ed ancora oggi il marito, hanno infatti svolto assistenza legale per Yasunori Kagoike, ex direttore dell'associazione (ultranazionalista) Moritomo Gakuen.
Sulla vicenda i quattro partiti dell'opposizione progressista hanno chiesto, lo scorso 7 marzo, la convocazione di alcune delle persone coinvolte, tra esse proprio Kagoike, per essere ascoltate come testimoni dal parlamento. 

Sempre in ambito difesa, il 7 marzo, il tavolo costituito dal Consiglio delle Scienze del Giappone per decidere circa la possibilità che scienziati nipponici possano essere coinvolti in ricerche a scopi bellici, ha confermato il bando, eredità dell'atteggiamento pacifista postbellico, del 1950 e del 1967.

Sulla controversia con la Corea del Sud circa la statua a ricordo del fenomeno di schiavitù sessuale perpetrato dalle truppe nipponiche durante l'occupazione della Penisola, Kishida ha invece dichiarato che il ritorno dell'ambasciatore Nagamine ai propri compiti non è stato ancora deliberato e che la vicenda non è legata alla crisi politica, gravissima, che sta colpendo i vicini nonché alleati sudcoreani. Intanto un'altra statua commemorante le cosiddette “comfort woman” è stata eretta in un piccolo comune tedesco.

Clima caldo anche sulla questione nordcoreana, con il ministro degli Esteri statunitense, Rex Tillerson, che mercoledì scorso a Tokyo, nel primo viaggio in Asia da quando è titolare delle relazioni internazionali del proprio Paese, ha sostenuto la necessità di un “nuovo approccio” da tenere nei confronti della RPDC. Ci sono stati “venti anni di tentativi falliti” sul fronte della denuclearizzazione dell'area ha sostenuto il ministro che a Seul, nella seconda tappa del proprio viaggio, ha accesso la miccia per nuove tensioni non escludendo il ricorso ad interventi militari.
Per quanto concerne invece le mosse cinesi nel Mar Cinese Meridionale Tillerson e Kishida hanno espresso la volontà di mantenere la stabilità nella regione confermando quindi la tradizionale linea dei due Paesi di contenere la Repubblica Popolare nel proprio percorso di rafforzamento, anche militare, nel proprio sud. Giappone e Stati Uniti hanno anche confermato nuove esercitazioni militari congiunte aspramente criticate dalla Cina: “dallo scorso anno, grazie agli sforzi congiunti della Cina e dei Paesi ASEAN, la situazione nel Mar Cinese Meridionale è andata migliorando. I Paesi esterni alla regione dovrebbero rispettare i nostri sforzi a salvaguardia della pace e della stabilità. Il Giappone ha creato spaccature e generato l'insoddisfazione e l'opposizione del popolo cinese. Se il Giappone prosegue su questa via, o addirittura interviene militarmente nel Mar Cinese Meridionale, danneggiando la sovranità e la sicurezza della Cina ed aumentando le tensioni regionali, la Cina prenderà ferme misure di risposta” ha affermato la Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying nella conferenza stampa del 16 marzo.

In patria rimane forte la distanza tra i partiti della maggioranza e le opposizioni circa la riforma della legge sulla Casa Imperiale che dovrebbe consentire ad Akihito di abdicare. La proposta dei conservatori è di una modifica ad personam che consenta unicamente all'attuale massimo rappresentante di poter lasciare il proprio incarico. Diversa la posizione delle opposizioni che vorrebbero invece la possibilità di abdicazione anche per i successori di Akihito. Una legge speciale costituirebbe un precedente che consetirebbe anche ai futuri imperatori di avvalersi di questa possibilità secondo Masahiko Komura, numero due del Partito Liberal-Democratico, ciò potrebbe portare ad un accordo che ammorbidirebbe le opposizioni (più possibilisti sarebbero comunisti e socialdemocratici mentre più restii ad un accordo sembra il PDG).

In economia, la Toyota, principale azienda automobilistica nipponica, ha raggiunto un accordo nell'ambito delle negoziazioni annuali per il rinnovo contrattuale con il sindacato Rengo per un aumento dello stipendio base di 1.300 yen al mese. L'aumento è significativamente più basso degli scorsi anni (2.700 yen nel 2014 e 4.000 yen nel 2015). L'aumento massimo, sulla base dell'anzianità di servizio, dovrebbe essere di 7.300 yen al mese. Previsto un aumento (dai 13.000 ai 20.000 yen al mese) per gli assegni familiari. Sul tema straordinari, invece, lunedì scorso il premier Abe incontrando il Presidente di Keidanren Rikio Kozu avrebbe chiesto che le aziende limitino il ricorso mensile agli straordinari a meno di 100 ore.
Una giornata di mobilitazione, con manifestazioni a Tokyo ed una partecipata assemblea all'anfiteatro Hibiya di Tokyo, era stata indetta, l'otto marzo, da Zenroren. Il sindacato è fermo nella propria richiesta di 20.000 yen al mese di aumento per tutti i lavoratori (150 yen in più l'ora per i lavoratori il cui reddito è legato unicamente al numero di ore lavorate).
Un altro gigante industriale, Toshiba, ha invece nuovamente posticipato la pubblicazione del proprio bilancio consolidato per il periodo aprile-dicembre 2016. Ad annunciarlo, martedì scorso, il Presidente Satoshi Tsunakawa. Toshiba è da mesi al centro di gravi difficoltà ecomiche legate all'andamento della controllata, operante nel settore nucleare, Westinghouse Electric.

Ad Okinawa, intanto, il governo della Prefettura ha diffuso, lo scorso 6 marzo, il risultato di un'inchiesta che ha mostrato come il 32,6% degli studenti provenienti da famiglie a basso reddito sia costretto ad effettuare lavori part-time per potersi mantenere negli studi. Il 27,3% lavorerebbe invece per ben cinque giorni a settimana. Tra i Paesi OCSE il Sol Levante è tra quelli dove più alta è la quota di spese per l'istruzione a carico delle famiglie.

(con informazioni di Japan Press Weekly 08 – 14 mar. 2017; fmprc.gov.cn; mofa.go.jp; the-japan-news.com; asahi.com; mainichi.jp;)

Ultima modifica il Sabato, 18 Marzo 2017 21:43
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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