In ambito fiscale Akahata segnala che il carico fiscale sulle maggiori venti aziende giapponesi si è considerevolmente ridotto a causa delle agevolazioni fiscali concesse dal governo Abe, la pressione fiscale sulle imprese dovrebbe essere di norma intorno al 38%, in realtà in media la tassazione effettiva (considerando nel calcolo sia le tasse locali che quelle nazionali) si aggira intorno al 29,9%. Una politica dunque da Robin Hood al contrario quella del primo ministro Shinzo Abe il quale ha anche recentemente vantato un inesistente aumento dell'occupazione: le dichiarazioni del premier contrastano infatti con i dati forniti dal Ministero degli Affari Interni che ha segnalato come circa 650.000 giapponesi rimangano disoccupati per oltre due anni e che oltre un milione e quattrocentomila disoccupati abbiano smesso di cercare un'occupazione.
Il tema del finanziamento ai partiti fa discutere anche in Giappone: i quattro principali manager delle aziende che hanno richiesto all'Agenzia Regolatrice Nucleare la riattivazione degli impianti fermi hanno finanziato tra il 2007 ed il 2010 il Partito Liberal-Democratico per una cifra complessiva intorno agli 800.000 yen. Nel solo anno 2009 i manager delle nove principali aziende operanti nel settore nucleare (tra essi i vicepresidenti di TEPCO) hanno donato al PLD una cifra complessiva di 28 milioni di yen (oltre 200.000 euro).
Non si arresta nel contempo l'opposizione ai tentativi da parte dei conservatori di fornire agli studenti una visione edulcorata dei fatti riguardanti il colonialismo giapponese. Il 9 luglio un gruppo di attivisti (tra essi giornalisti, docenti universitari e membri di circa trenta associazioni) ha iniziato una campagna di raccolta firme indirizzata all'ufficio scolastico metropolitano di Tokyo in seguito alla decisione di quest'ultimo di vietare l'adozione dei testi di storia pubblicati dalla Jikkyo Shuppan.
(con informazioni di Japan Press Weekly 10 - 16 lug. 2013)