Un pasticcio chiamato Scuola del Patrimonio
La formazione da un po' di tempo a questa parte, nel nostro Paese, sta assumendo sempre più i connotati di un'eterna esperienza ciclica che pare non voler terminare mai.
Come tutti sanno la legislatura appena dichiarata conclusa era viziata alla base da poca cosa, solamente un vizio di incostituzionalità determinato da una legge elettorale (il Porcellum e l’Italicum, sua rettifica piddina). Che volete che sia? La legge elettorale infondo è solamente quello strumento di importanza vitale per la democrazia che fa discendere i parlamentari dai voti affidati dagli elettori. È altresì quello strumento che collega rappresentanti e rappresentati, paese legale e paese reale. Una quisquilia da poco se si pensa al mantra della “governabilità” imposto dai mercati. Siamo quindi immersi nel refrain de “l’importante è avere governi stabili”, perché l’instabilità attira le iene dello spread. Insomma, poco importa che coloro che occuperanno il parlamento per cinque lunghi anni siano o meno rappresentanti fedeli del cittadino che diligentemente si è recato a votare, ciò che importa è che riescano a trovare un accordo per formare un governo dalla durata in carica più lunga possibile.
Lavoro, AAA supereroe cercasi!
Valerio Catoia, il ragazzo con sindrome di Down saltato questa estate agli onori della cronaca per aver salvato una bambina che stava annegando, avrà presto un lavoro come bagnino.
Lieto fine, meritata ricompensa per una buona azione. Ma siamo davvero sicuri che sia così? Siamo convinti che sia necessario ed indispensabile essere supereroi per ottenere una cosa che dovrebbe essere un diritto di ognuno? Davvero riteniamo giusto che una persona normale non possa trovare un lavoro?
Articolo di Alex Marsaglia tratto dal numero cartaceo Sinistra e Europa: un rapporto complesso, consultabile qui
Costituzione italiana contro trattati europei: Il conflitto inevitabile
Il merito principale identificabile nell'ultimo pamphlet di V. Giacché Costituzione italiana contro trattati europei: Il conflitto inevitabile (Imprimatur edizioni, 2015) sta nel rigore con cui viene affrontata la comparazione dei Trattati europei e della struttura politica, giuridica, amministrativa dell'Unione Europea con la nostra Costituzione repubblicana, ridotta sempre più a santino del democraticismo che ne sbandiera la forma svuotandone la sostanza.
Un referendum costituzionale non fa primavera (a dieci mani)
L'articolo sarà aggiornato e alcuni testi potrebbero essere integrati durante le prime ore di lunedì 5 dicembre.
Non ci sono più le mezze stagioni. Le elezioni non servono a nulla, perché tanto le cose non cambiano. Il livello del confronto qualifica il degrado civile del Paese. Non si vota mai per qualcosa, ma contro. Si poteva fare meglio.
I luoghi comuni abbondano nella quotidianità e non sono mancati in una lunghissima campagna referendaria, giunta al termine. La paura di una involuzione autoritaria in caso di vittoria del sì, il timore dell'instabilità politica, con il trionfo delle destre reazionarie e xenofobe "se vince il no". I toni apocalittici ormai fanno parte del linguaggio comune e il sensazionalismo è tra i pochi motori del sistema di informazione, in grado muovere l'elettorato. Questa settimana commentiamo "a caldo" il risultato del referendum costituzionale, con un impianto scritto ancora prima che fosse noto l'esito delle urne.
Uno degli elementi più chiari che è emerso in questo periodo è la totale subalternità delle diverse proposte politiche rispetto alle vicende contingenti. Le svolte dovrebbero imporre alle progettualità di aggiornarsi, non certo stravolgerne completamente l'impianto.
Molti commentatori (e protagonisti) si aspettano che una data risolva problemi profondi e diffusi. Su questo le nostre "dieci mani".
Da il manifesto del 27 ottobre 2016
Cgil dice No con Smuraglia, Montanari e De Siervo
La Cgil muove e fa il tutto esaurito al teatro tenda oggi Obihall, con 1.500 persone che non risparmiano gli applausi per Carlo Smuraglia, Tomaso Montanari e Ugo De Siervo, sul palco insieme a Susanna Camusso per l’iniziativa “Perché No al referendum”. “Noi chiediamo agli iscritti della Cgil di votare No – spiega la segretaria generale – ma non lo imponiamo, e lo abbiamo deciso democraticamente con i nostri organismi. Così come democraticamente non impediamo ad alcuni nostri iscritti di votare Sì. C’è bisogno di un grande esercizio di democrazia. Mentre nella seconda parte della Costituzione, così come è stata riscritta, si abbassa il livello di partecipazione”.
Bavagli post-democratici
Da Orbán a Renzi, la democrazia in pericolo
Il vento che imperversa sull’Europa da tre/quattro anni non è assolutamente paragonabile ad una bonaccia tardo-primaverile, annunciante l’arrivo dell’estate. Le perturbazioni sono minacciose e tuonano di derive autoritarie e democrazie a rischio. Il passaggio dallo stato di diritto allo stato autoritario sembra (quasi) del tutto completato; e tra imposizioni della Troika (vedi Grecia), stati d’emergenza volti a reprimere (il caso della Francia del post 14 Novembre) e nuovi muri, sembra quasi di essere ripiombati alla prima metà del secolo scorso.
Se il buongiorno si vede dal mattino, lo spettacolo offerto da Matteo Renzi durante il suo primo giorno ufficiale di campagna elettorale referendaria è alquanto desolante. Si tratta infatti di una vera e propria conferma della tesi, ormai parecchio diffusa, che vede l’attuale premier come un vero e proprio “Renzusconi”, cioè l’ultima offerta politica del “serpentone metamorfico” (mi si passi il termine previano) nella fase di completa decadenza della democrazia. Chi voglia vedere uno spettacolo appena un po’ più desolante può sollazzarsi con la delirante campagna elettorale americana, dove i due rappresentanti della belva imperialista con la bava alla bocca si contendono il consenso di un pubblico completamente mitridatizzato, che segue lo show nonostante fuori vi siano piazze in rivolta e omicidi delle forze dell’ordine quotidiani.
I motivi del no alla riforma costituzionale
Daniele Sterrantino e Chiara Del Corona
Il primo marzo, si è tenuta a Lastra a Signa la prima riunione del Comitato per il No alla riforma Costituzionale, sulla quale i cittadini sono chiamati a esprimersi il prossimo ottobre. Daniele Sterrantino (RFC) e Matteo Gorini (Sinistra Italiana) hanno delucidato in maniera approfondita i punti cruciali della Riforma del Senato e chiarito i perché di un voto contrario a tale riforma adducendo motivazioni che quasi sempre vengono occultate o mascherate dalla propaganda del governo e dalla comunicazione mediatica main stream. Anche la campagna referendaria che partirà per promuovere il voto favorevole alla riforma sarà probabilmente tutta giocata all’insegna di una strumentale retorica efficientista che elogia il fare del governo e farà passare coloro che mettono invece in luce le ragioni per cui essere contrari a tale riforma, come i soliti “gufi” disfattisti che ostacolano ogni tentativo funzionale alla ripartenza del paese.
“La Costituzione Democratica è un mezzo per impedire che singoli governanti cedano alle tentazioni, oltremodo pericolose, che nascono quando troppo potere si concentra in troppe poche mani.”
Aldous Huxley
Un’iniziativa molto interessante e ricca di acceso dibattito quella organizzata dall’ANPI di Lastra a Signa, Radio Cora e l’Auser e che si è tenuta presso la Biblioteca Comunale di Lastra a Signa. Il tema era la Costituzione, che non smette mai di essere attuale, dato che da vent’anni a questa parte molti governi sembra passano volentieri il tempo a cercare di riformarla, o meglio a s-formarla. A parlarne sono stati Domenico Gallo, magistrato impegnato attivamente nella difesa della Costituzione e autore di numerosi libri e Francesco Baicchi, coordinatore della Rete per la Costituzione, con la moderazione (ma non solo) e le ottime domande di Domenico Guarino, direttore di Radio Cora. Senza dimenticare il contributo satirico e visivo apportato dalle vignette della giovane e promettente fumettista Olga Mazzolini che hanno colto in maniera sorprendentemente pungente ed efficace e a volte anche ferocemente ironica, i punti salienti della Riforma Costituzionale. Anche se credo, ahimé, che il riso suscitato dalle simpatiche “incursioni fumettistiche”sia stato un riso piuttosto amaro.
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