Pillole dal Giappone #272 – Ancora tensione con la Corea del Sud sulla vicenda degli ex forzati di guerra
Ogni volta che da bambino guardavo Mary Poppins (1964) la battuta che più mi rimaneva in mente era sempre quella dello spazzacamino Bert, che dice ai bambini (i quali hanno appena provocato un panico finanziario): «Voi avete la mamma che si occupa di voi, e Mary Poppins, e l’agente Jones, e me. Chi si occupa di vostro padre, ditemelo un po’. Quando gli accade qualcosa di brutto che cosa fa? Deve sbrigarsela da solo. A chi può raccontarlo? A nessuno. E a casa non parla dei suoi guai. Lui continua a fare il suo lavoro, senza lamentarsi, solo e silenzioso». Forse era perché mio padre lavorava in banca come George Banks, e gli assomigliava perfino fisicamente, e in effetti non gli avevo mai sentito proferire uno sfogo per motivi di lavoro.
Pillole dal Giappone #270 - Approvate le linee guida per la riforma dell'immigrazione
Pillole dal Giappone #258 – Gli anti-base vincono di nuovo ad Okinawa
Pillole dal Giappone #255 – Incontro Putin-Abe a Vladivostok. Ad Hokkaido riaprono le scuole
Pillole dal Giappone #253 – La pietà dei privati per i beni culturali
Pillole dal Giappone #251
[Nota di redazione: abbiamo ricevuto il seguente contributo la scorsa settimana, secondo la normale cadenza delle Pillole dal Giappone, ma abbiamo dovuto rimandarne di una settimana la pubblicazione a causa del periodo di manutenzione del sito. Ci scusiamo e vi auguriamo una buona lettura.]
Dare valore (di scambio) a fiducia e verità nell’economia del XXI secolo
In queste note cerco di connettere alcune letture e considerazioni fatte di recente, pur senza essere del tutto sicuro del filo che le lega. Per prima cosa, sulla testata on line Pambianconews.com, che si occupa di moda, del 25 luglio, ho letto un servizio che annunciava il lancio sul mercato di una certificazione blockchain applicata al settore agroalimentare da parte di una, dicono, promettente startup romana (pOsti), funzionale non solo alla trasmissione di una serie di informazioni di supporto su specifici “piatti”, ma anche alla tracciabilità dei prodotti di alta ristorazione.
Di banche italiane e intervento pubblico
Il ministro Padoan dopo averci ripetuto all'infinito quanto il sistema bancario italiano fosse solido si è trovato a dover gestire la risoluzione monster delle banche venete. Tuttavia, molto più interessanti e significative sono le modalità di questa.
Il gigante Banca Intesa si è appropriato al prezzo simbolico di un caffè degli ultimi crediti rimasti di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Lo Stato – cioè la collettività, noi cittadini in parole povere– si è occupato di liquidare la parte “tossica”. Dunque da un lato lo Stato si è impegnato a coprire la gestione scellerata dei conti delle banche venete intervenendo con una spesa di 5,3 miliardi di euro, con la possibilità di arrivare fino a 17 miliardi, una spesa pro-capite di 300 euro per ripianare i passivi, mentre Banca Intesa si è presa tutti gli attivi.
Non c’è che dire: quando pensiamo di aver toccato il fondo, di aver raggiunto la situazione peggiore immaginabile, aprendo il giornale scopriamo che c’è sempre modo di andare più a fondo.
Parliamo di pensioni, ad esempio. Non bastavano la Riforma Fornero, il pasticcio sugli esodati e le nefaste previsioni di Boeri sullo stato della previdenza: ieri siamo venuti a sapere dell’ennesimo colpo di mano del governo, che ha illustrato nei dettagli il pensionamento anticipato che entrerà in vigore a breve. E l'idea è davvero sorprendente: si prevede infatti la possibilità di andare in pensionamento con tre anni di anticipo chiedendo un prestito ad una banca, ad un istituto finanziario o ad un'assicurazione. L'istituto di credito infatti "assisterà" il lavoratore con un assegno mensile fino al 15% più basso di quello previdenziale e questo in cambio, una volta raggiunta l'età pensionabile vera, userà l'assegno previdenziale per restituire i soldi alla banca, coprendo rate fino a vent'anni.
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