Nato nel 1988 a Firenze, laureato in sociologia. Interessi legati in particolare alla filosofia sociale, alla politica e all'arte in tutte le sue forme.
Nel 2008 undici dei diciotto paesi latino-americani erano governati da presidenti di centro-sinistra o sinistra. Dieci anni dopo la situazione appare decisamente diversa. Cosa resta oggi di quella stagione politica e culturale che aveva significato per l’America Latina un clamoroso “giro a la izquierda”? I movimenti sociali e politici che all’inizio del nuovo millennio avevano trionfato col motto del “ritorno allo stato”, stanno ora mostrando evidenti segni di cedimento. Gli ultimi anni sono stati particolarmente severi nei confronti delle esperienze di governo più o meno progressiste che si sono avvicendate nei paesi latinoamericani. Prendendo in esame anche solo i paesi dell’America Meridionale, dove resistono esperienze di sinistra estremamente significative, si è comunque costretti ad evidenziare un quadro del tutto deprimente.
Recensione di The Weird And the Eerie di Mark Fisher
«Avvicinandosi al porto dalla campagna, dalla visuale degli acquitrini di Trimley, si osservano le gru ergersi sullo scenario agreste come lucidi dinosauri cibernetici che irrompono in un paesaggio di Constable. Da quel punto di vista il porto appare quasi un fenomeno weird, un'eruzione aliena e incommensurabile nel mezzo di uno scenario "naturale".
«Il tempo è una derrata rara, preziosa, sottomessa alle leggi del valore di scambio. Questo è chiaro per il tempo-lavoro perché è venduto e acquistato. Ma sempre di più il tempo libero stesso deve essere, perché sia consumato, direttamente o indirettamente acquistato. Norman Mailer analizza il calcolo di produzione relativo al succo di arancia messo sul mercato congelato o liquido (in cartoni). Quest’ultimo costa più caro perché nel prezzo vengono inclusi i due minuti guadagnati rispetto alla preparazione del prodotto congelato: al consumatore è in tal modo venduto il proprio tempo libero. Ed è logico, perché il tempo “libero” è in effetti tempo guadagnato, capitale capace di fornire reddito, forza produttiva virtuale, che occorre dunque riacquistare per poterne disporre»1.
Losurdo e la lotta di classe
La vulgata neoliberale si è diligentemente impegnata a celare forme e contenuti della lotta di classe.
Fra profezie sulla fine della storia e discorsi retorici sul merito, a molti è apparso che il conflitto fra lavoro e capitale si fosse risolto in una società non ugualitaria ma comunque opulenta, piena di opportunità e caratterizzata dalla forte mobilità sociale. La crisi dei partiti comunisti e dei riferimenti culturali del socialismo, sembrava corroborare questa ipotesi ed stata da molti letta come il sintomo dell'avanzata di una società globale proiettata verso una piena pacificazione interna.
I Nuovi re taumaturghi
I profeti della società dell'ottimizzazione
Il Medioevo ipertecnologico nel quale viviamo ha resuscitato antiche credenze. I nuovi re taumaturghi non sono più investiti da poteri soprannaturali, ma compiono comunque il loro miracolo. Al contrario dei sovrani studiati dal grande storico Marc Bloch, non curano con l'imposizione delle mani ma con il discorso. Discorso mitico, racconto leggendario popolato da figure dell'abbondanza e della possibilità. L'estasi di arterie commerciali proliferanti, l'incanto di un intrattenimento continuo, di una danza vorticosa e frenetica di stimoli, suggestioni, segni. Tutto è a portata di click: l'ebbrezza di una comunicazione sconfinata, la vertigine di una libertà illimitata. Vivere è un gioco, è l'eccitazione di una corsa all'oro permanente.
Comunismo e lotta di classe in India:
intervista a Gopal Chandra Ganguly, membro storico del partito comunista indiano
Gopal Chandra Ganguly vive a Calcutta ed è un membro storico del Partito Comunista Indiano (Communist Party of India, CPI). Nato nel 1922 a Dhaka (attualmente in Bangladesh), ha sentito fin da giovanissimo la necessità di lottare per un'India libera e contro la dominazione coloniale britannica. La sua adesione e militanza all'interno del celebre movimento di liberazione nazionale “Quit India”, gli è costata 18 mesi di prigionia. Nel 1946, subito dopo la sua scarcerazione, si è iscritto al Partito Comunista nel quale ha ricoperto varie posizioni. All’età di 95 anni, vive ancora nella speranza che un giorno il mondo sarà un posto migliore, senza classi sociali né oppressione. Nonostante lo stato di salute precario e le difficoltà a scrivere, è stato felice di rispondere per e-mail alle nostre domande.
“Orientalismo”, 40 anni dopo
Nel 1978 usciva il celebre saggio di Edward Said, un ripensamento critico del rapporto fra oriente e occidente
L’Oriente misterioso, l’Oriente minaccioso, l’Oriente sensuale, l’Oriente dispotico, l’Oriente immutabile.
Una lunga tradizione di pensiero ci ha portato a plasmare una solida immagine di tutto ciò che abbiamo voluto identificare come altro.
La migliore musica del 2017
I migliori venti album e le migliori 30 canzoni di un 2017 che conferma le tendenze degli anni precedenti, senza particolari smottamenti. Al di là di una discutibile infatuazione generalizzata per l’ultimo album della star hip-hop Kendrick Lamar, la critica internazionale ha espresso giudizi molto discordanti nelle sue classifiche di fine anno, sebbene abbia sostanzialmente proseguito nella tendenza a premiare in maniera decisiva le produzioni in ambito r’n’b e hip hop, segno di una nuova mentalità e di un comune sentire (da alcuni definito “poptimista”) che tende a mettere il rock sempre più in disparte.
Retrotopia: l'ultimo saggio di Zygmunt Bauman
Recensione dell'ultimo lavoro del sociologo polacco
Il ventesimo secolo che si è aperto con il movimento futurista si è chiuso con una epidemia di nostalgia. Di fronte a un futuro che spaventa e un presente gravido di miserie materiali e spirituali, il passato sembra essere per molti cittadini della società liquida globale un rifugio rassicurante. Nel suo ultimo saggio, uscito a settembre per Laterza e scritto poco prima di morire, Zygmunt Bauman prova a tracciare le coordinate di un diffuso sentimento di ritorno a “un passato perduto, rubato, abbandonato ma non ancora morto”. Gli anni della retrotopia prendono svariate forme ma riflettono la perdita di certezze e di punti di riferimento della tarda modernità.
Il pop del 2017
Guida ai migliori dischi pop usciti quest'anno
Il pop non conosce crisi e si conferma vitale anche nel 2017. Codificato in una miriade di sottogeneri diversi, offre un ampio ventaglio di musicisti accomunati dall'amore per la melodia ma divisi sul modo di approcciarla e restituirla. L'eterogeneità degli stili e delle emozioni che veicola, la rendono un genere virtualmente universale. Dalle grandi produzioni mainstream fino al minimalismo indie in bassa in fedeltà, dall'esuberanza artistoide dei dandy all'intimismo introverso del pop da camera, dall'ingenua purezza nostalgica del twee-pop alle atmosfere soffuse e sospese del dream-pop, siamo in presenza di una galassia eterogenea e dai confini incerti sotto la cui etichetta si muovono tanto i più biechi obiettivi economici quanto le più disinteressate velleità artistiche. Accantonata per sempre la fallace equazione pop = commerciale, dal vaso di pandora oramai scoperchiato di questo genere continuano a uscire mostri ma anche qualche meraviglia. Quella che segue è una breve disamina su quello che l'Autore reputa il miglior pop uscito finora quest'anno.
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