Parte I - Immigrazione italiana nella “nazione più felice al mondo” (secondo la definizione data dal rapporto Ocse 2013)
Mentre i populismi avanzano con progressi significativi solo sul campo del razzismo e della xenofobia, solleticando i peggiori istinti umani degli europei, in questo articolo mi concentrerò sul percorso inverso e speculare. Con l'appoggio dei dati statistici (per la prima volta dopo decenni nel 2013, secondo dati OCSE, si è registrato il sorpasso dei flussi in uscita dall'Italia su quelli in entrata, ovvero il ritorno all'emigrazione) evidenzierò come, in realtà, a far preoccupare sia il fenomeno opposto, cioè la perdita di risorse umane, e non l'eccesso, come si vuol far credere seguendo l'ideologia che sorregge questo sistema economico. Chi volesse analizzare con lucidità i dati del fenomeno scoprirebbe ad una prima occhiata almeno tre ovvietà:
La narrazione istituzionale dell'8 marzo è quanto di più ipocrita si possa immaginare, la dimostrazione? Pochi giorni dopo le stesse forze politiche promotrici delle iniziative in sede istituzionale, poste davanti alle quote rosa, hanno di fatto cassato gli emendamenti per la parità di genere durante l'approvazione della nuova legge elettorale. Il tutto ha sollecitato solamente una breve riunione serale tra alcuni esponenti del PD e qualche brontolìo interno al partito che tuttavia si è allineato disciplinatamente all'asse con Forza Italia, seppur promettendo battaglia al Senato (per chi ci crede).
“Il colpo di Stato di banche e governi. L'attacco alla democrazia in Europa”, L.Gallino, Einaudi, pp.352, euro 19,00.
Qualcuno li ha chiamati “tempi interessanti” (rif. omonimo saggio di Žižek), ma è fuor di dubbio che oggi si sia nel bel mezzo di un periodo ambiguo, concitato e sicuramente confuso. Sono in primis le classi dirigenti occidentali a ricordarcelo, continuando ad alternarsi ai vertici dei governi europei e dimenandosi come pesci fuor d'acqua ai governi, riducendo sempre più le differenze tra destra e sinistra (che pur ci sono), generando mostri politici e poi redigendo leggi sempre più restrittive dal punto di vista democratico-partecipativo per comprimere quei mostri e le sparute forze del dissenso: il maggioritario, gli sbarramenti, il doppio turno, la personalizzazione della politica, il liquefarsi dei partiti ecc. Il tutto avviene in presenza di un tasso di astensionismo inesorabilmente in crescita che fa pensare alle prossime europee con inquietudine, poiché difficilmente avremo risultati confortanti da questo punto di vista.
L'opinione pubblica li conosce soprattutto per via degli scontri che ripetutamente avvengono davanti ai cancelli Granarolo, dove i picchetti fino a qualche settimana fa si ripetevano ormai con cadenza settimanale. Così, se oggi per molti lavoratori rivendicare il CCNL e il diritto ad essere lavoratori sindacalizzati può risultare un aspetto secondario, superfluo, se non addirittura sconveniente, molte responsabilità vanno attribuite ai mainstream che si dimenticano di riportare le ragioni che stanno dietro agli scontri.
Se è vero che viviamo in una società in cui l'immediatezza è sempre più centrale e in cui la funzione dell'immagine tende a soverchiare il ruolo della parola, allora sarebbe impossibile non restare sconvolti davanti alle immagini uscite dal Cie di Lampedusa e che hanno fatto il giro del mondo. I detenuti, per manifesta colpa d'esistenza, si ritrovano imprigionati in questi centri per un periodo che può prolungarsi fino ai 18 mesi. Vengono fatti incolonnare in un capannone, nudi, in pieno mese di dicembre, e disinfestati dalla scabbia col getto di una pompa come neanche nei canili. Una scena che inevitabilmente rimanda ai lager, e che fa scalpore, per un giorno, forse due. Poi le anime belle torneranno a dormire, come sono tornate a dormire dopo i tragici naufragi
Lo spettro della coscienza di classe si aggira per l'Italia mentre il ministro Saccomanni da Bruxelles e il premier Letta da Berlino ritornano a calare i dogmi neoliberisti decisamente fuori tempo massimo, come se i risultati disastrosi delle medesime scelte economiche attuate nel passato non fossero già percepiti quotidianamente sulla pelle di tutti gli italiani.
L'Unione Europea completamente distaccata dalla realtà economica italiana continua a chiedere più rigore, e la classe dirigente italiana nel panico totale da “rientro del debito”, tenta così l'ennesima svendita. Queste sono le cronache politiche delle ultime giornate.
La scorsa settimana, mentre divenivano di pubblico dominio le intercettazioni che ritraggono il ministro della Giustizia italiana nel pieno del suo “intervento umanitario” in favore di Giulia Ligresti, i licenziamenti politici e le denunce ai lavoratori in sciopero si attuavano con costanza e spietata freddezza.
Mentre emergeva che il ministro e la compagna di Salvatore Ligresti entrarono in contatto diretto fin dai primissimi giorni dell'arresto e che l'anoressia della detenuta diveniva un problema grave a tal punto da mobilitare il ministro della Repubblica, giunto a spendersi personalmente per monitorare le condizioni dell'arrestata Ligresti; l'inedia tra i lavoratori che negli scorsi mesi rivendicarono i propri diritti rimettendoci il posto di lavoro ha cessato di essere un problema di competenza della politica.
Il giorno in cui, a dispetto delle altisonanti politiche austeritarie di abbattimento del debito, il rapporto debito/Pil tocca il suo picco più alto, ossia il 133,3% (dati Eurostat) viene battuta la tragica notizia che potrebbe riportare molti italiani coi piedi per terra: un 19enne di Lecco è stato massacrato domenica sera a calci e pugni nella sua camera in affitto sopra al ristorante italiano Vesuvius di Maidstone, nella contea inglese del Kent, dove il ragazzo aveva trovato lavoro come cameriere.
La faccia del capitalismo odierno è indubbiamente quella delle opere faraoniche e degli eventi intergalattici che attraggono sponsor multimiliardari da tutto il mondo. Del resto, della dimensione pubblica importa poco e di quella ambientale ancor di meno, per cui può esserci una centrale nucleare gravemente danneggiata che sversa in mare a pochi chilometri di distanza dal punto in cui dovrai organizzare un evento globale, ma tu devi fregartene e saltare come un grillo per la felicità di avere vinto all'asta un'imperdibile “occasione di sviluppo”. Il Giappone è un fulgido esempio per capire la pericolosa via intrapresa dal pensiero capitalistico nella sua fase dogmatica, ossia quella del liberismo globalizzato.
Ora il sangue che macchia le divise di Alba Dorata è quello del popolo greco. La violenza esercitata da questa organizzazione ha compiuto il salto qualitativo: dal sangue dei migranti massacrati nei ghetti al sangue degli oppositori politici, come Pavlos Fissas rapper figlio di operaio dei cantieri navali. La complicità delle forze dell'ordine negli assalti squadristi di Alba Dorata è ormai conclamata e risulta documentata a tal punto da far nascere il sospetto che la forza politica di Nikólaos Michaloliákos goda della protezione di Tribunali e politica (come risulta dall'ottimo documento di Leonardo Bianchi). I mainstream, cassa di risonanza del potere, ovviamente non sentono il pericolo e quando raccontano fanno finta sia possibile infilare tutto nella normale dialettica democratica, come se accettare un'organizzazione paramilitare, che fa sistematicamente uso di violenza, all'interno di un ordine in cui le questioni si risolvono col civile dibattito facesse parte dell'ordinario.
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