Martedì, 11 Novembre 2014 00:00

AA vendonsi lamette (al Governo)

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Solo chiacchiere da parte di Palazzo Chigi e rese senza neanche battersi alle richieste antisociali della Commissione Europea

Debbo a chi capita di leggermi un'autocritica: ero del parere che la minaccia da parte della Commissione Europea dell'apertura di una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia per deficit eccessivo non si sarebbe concretizzata prima del 2015, probabilmente nei suoi primi mesi. Forte della vittoria ottenuta (per k.o. tecnico) su Renzi sul terreno della “legge di stabilità”, pensavo, il roccioso liberista superduro Katainen, l'attuale padrone monopolista delle politiche economiche europee, si sarebbe acquietato per un po', anche per riprendere fiato, inoltre per non far fare un'ulteriore figura ridicola a Renzi. Ma non è andata così: già, come si apprende, in quest'inizio di novembre la minaccia si è manifestata. Sapevo che i vertici europei sono fatti da killer antisociali, ma non al livello mentale dei miliziani dello “stato islamico”. Manca solo la decapitazione dei prigionieri, ma chissà dove andremo a finire in Europa sulla strada imposta dai vari Katainen, ed è dunque bene che Renzi stia attento quando va a Bruxelles. Mi scuso davvero, constatando a danno del mio buonismo come non esista davvero un limite al peggio.

D'altro canto è anche questa la logica contemporanea della politica di governo in Europa, e sarebbe bene evitare di dimenticarsene. Ma ricostruiamo i fatti. Facendo rullare i tamburi di guerra e minacciando nei suoi quotidiani comizi fuoco e fiamme Renzi aveva dichiarato la fine dello strapotere dei burocrati di Bruxelles e la pertinenza esclusivamente italiana delle politiche italiane di bilancio. Attendemmo trepidanti: che fosse la volta buona di una discussione pubblica in Europa, finalmente, a proposito di ciò che dovrebbe essere e fare l'Unione Europea, a partire dalla sua Commissione, cioè il contrario di ciò che oggi sono e fanno? Ma Renzi, dicendo che si trattava di bubbole, di pisinzillacchere, aveva già in animo la concessione a Katainen di un po' di miliardi di ulteriori tagli alla spesa (sociale, va da sé) e di mancate riduzioni di tasse (a carico dei poveri cristi, va da sé); e non solo: alla fine ha mollato, senza neanche far finta di battersi, qualche ulteriore miliardo. E, ciò che è addirittura più grave, facendo macchina indietro totale rispetto alle dichiarazioni della vigilia sul fatto che non doveva più essere di competenza della Commissione Europea il contenuto delle politiche di bilancio dei paesi dell'Unione Europea, e soprattutto di quelli della zona euro, bensì dei paesi medesimi. Cioè garantendo alla Commissione Europea, e precisamente a Katainen, di fare in materia il bello e il cattivo tempo come gli pare di qui all'eternità. A proposito, debbo ai lettori anche una seconda autocritica: fino a poco tempo fa avevo costruito un'analogia tra Renzi e John Wayne, data l’identità evidente nell'eloquio e nella fisicità: d'ora in avanti gioverà farla con Totò, o, continuando con i riferimenti ai western, con quei piazzisti itineranti che vendono medicine universali, adatte a guarire il cancro come i calli.

Ora quindi Katainen tenta, pare proprio, il k.o. definitivo, quello che ti butta al tappeto. C'è perciò da chiedersi il perché dell'accelerazione sui tempi, che non può ridursi alla malvagità organica, su base fondamentalista, dell'individuo. Mi pare si possa dire così: il baraccone europeo risulta sempre più incrinato alle fondamenta stesse dal discredito montante, in ragione delle sue politiche antisociali e anti-economiche, nelle popolazioni europee e dalla dissoluzione in paesi fondamentali, quali la Francia e la Gran Bretagna, di quei sistemi partitici che hanno collaborato alla costruzione del baraccone medesimo e delle sue canagliate autoritarie e antisociali. Inoltre scricchiolii si avvertono, sempre in questo senso, quasi ovunque. Si tratta così, ritengono in tutta evidenza i poteri europei sostanziali, di tentare di reggere l'urto con una stretta dura, ricorrendo al pugno di ferro, prima che la situazione divenga radicalmente ingovernabile. Dietro a tutto questo, giova rammentarlo, c'è l'untuosa Merkel, maestra in sorrisi e dichiarazioni di disponibilità, tanto poi ci sono i pasdaran alla Katainen a fare, su suo ordine, quel che necessita.

Mi chiedo cosa si inventerà prossimamente Renzi. Secondo me alla fine, dopo aver ruggito e fatto finta di attivare un braccio di ferro, calerà nuovamente le braghe. E non è proprio detto stavolta che sbaglierò previsione. Lo strumento che Renzi sta da sempre adottando è quello dell'additamento al pubblico ludibrio di nemici uno via l’altro. Con il decisivo sostegno dell'ufficio propaganda del PD, cioè della RAI, egli cioè ormai procede nell'indicazione settimanale di questo o quel nuovo nemico delle “riforme”, della “nazione”, e di altri imbrogli concettuali. Una parte della popolazione abbocca, data l'immagine di un Renzi attivo e che finalmente sta mettendo mano ai guai del paese, dai sindacati alla magistratura ai pensionati al pubblico impiego ecc.

C'è il fatto, tuttavia, che, in politica come nel marketing, l'eccesso di promesse e la creazione in progress di ostacoli da abbattere senza poi riuscire a fare un risultato tangibile e utile che sia uno, finisce con determinare un rovesciamento dell'atteggiamento popolare fideistico in un rifiuto iconoclasta, radicale. Faccio un esempio per essere chiaro. Se propagandi il tuo detersivo, grazie alla sua particolare composizione chimica, come quello che lava più bianco del bianco, e poi quando tiri fuori il lavato dalla lavatrice constati che il detersivo ti ha fatto i buchi nelle mutande, ovviamente passi all'acquisto di un altro detersivo. L'analogia con l'attività del presente governo non è impropria: sempre di questione di piazzisti si tratta. Anzi è un'analogia quanto mai concreta: la svolta operata dalla CGIL (che occorrerà consolidare) indica come la popolazione italiana, a partire dal suo mondo del lavoro, stia smettendo di abboccare.

Immagine liberamente tratta da www.giornalettismo.com

Ultima modifica il Lunedì, 10 Novembre 2014 21:43
Luigi Vinci

Protagonista della sinistra italiana, vivendo attivamente le esperienze della Federazione Giovanile Comunista, del PCI e poi di Avanguardia Operaia, Democrazia Proletaria, Rifondazione Comunista. Eletto deputato in parlamento e nel parlamento europeo, in passato presidente e membro di varie commissioni legate a questioni economiche e di politica internazionale.

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