Domenica, 24 Agosto 2014 00:41

Su Angelino Alfano

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Di Alessandro Semenzato

Tra i più grossolani errori commessi da Silvio Berlusconi nel corso della sua vita politica vi è stato quello di aver individuato come suo erede l' avvocato agrigentino Angelino Alfano.
Politicamente Alfano cresce nelle file della DC, per poi approdare nel 1994 alla corte di Arcore, sgomitando sino a guadagnarsi la fama di "delfino".
La carriera ministeriale di Alfano inizia nel 2006 nominato da Berlusconi come Ministro della Giustizia, giusto premio per uno che di giustizia ci capisce poco niente, rimasto alla cronaca per quel'obbrobrio noto come "Lodo Alfano" dichiarato dalla Consulta anticostituzionale, costruito ad hoc per le vicende processuali del Capo.

Proseguendo la "carriera", esso viene nominato vicepremier del Governo Letta e Ministro degli Interni nel medesimo e nel successivo Governo Renzi.
In due anni di "servizio", Angelino ha dimostrato svariate volte di essere a dir poco inadeguato al ruolo di Ministro e con una disinvoltura impacciata è sempre stato riconfermato al suo posto.
Noto l'impasse internazionale del "caso Shalambayeva", secondo il quale moglie e figlia di un dissidente kazako rifugiate in Italia sarebbero state arrestate e rispedite in patria  per ordine del Governo Kazako, sotto il beneplacito del Ministero degli Interni italiano (alla faccia di ogni norma del diritto internazionale).
In questo caso Alfano avrebbe dovuto essere destituito senza scusante, infatti o da Ministro ha commesso il grave errore di violare svariate norme di diritto internazionale oppure da Ministro degli Interni poco controlla la sua struttura governativa. In entrambi i casi dimostra di essere sempre più inadeguato.
Nel corso del tempo  simula una ribellione da Silvio Berlusconi uscendo PDL, di cui era segretario, formando il Nuovo Centro Destra, di area moderata filo-governativa contrapposta all' area dei falchi di Forza Italia.

La scissione è simulata in quanto è tutto un modo per ampliare il bacino elettorale moderato in un eventuale coalizione con FI, permettendo così a Silvio Berlusconi di fare a sua voglia il brutto e il cattivo tempo, il picconatore e lo "statista".
I pessimi risultati alle elezioni europee per NCD  hanno indotto il presidente Alfano ad alzare i toni in modo tale da tentare la strada del populismo cercando di raccogliere a se qualche seguace, magari stanco di Berlusconi, magari deciso a non cadere in tentazione della sirena Renzi.
Allora per accaparrarsi l' area clericale si scaglia contro il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali, puntando sui valori della "famiglia tradizionale"; per appagare l'elettorato razzista  definisce "vu cumprà " i venditori ambulanti di colore nelle spiagge; infine per accontentare l' area anti-sindacale si scaglia contro l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori, illudendo gli imprenditori italiani che è a risolvere la stagnazione economica sarà la progressiva precarizzazione del lavoro.
Tutti totem ideologici, come definiti dal Premier Renzi, che dimostrano inadeguatezza, subalternità e scarso senso istituzionale, di un Ministro capitato li per caso.

Immagine tratta da: www.lettera43.it

Beccai

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