Martedì, 05 Gennaio 2016 00:00

La Sicilia e i suoi antichi ospiti

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La Sicilia e i suoi antichi ospiti
Riemerge dopo 2500 anni fa un “fossile” guida


La notizia è fresca e per certi versi rappresenta una sorta di “bomba” storico-naturalistica. Pochi giorni orsono, un team di specialisti e zoologi siciliani nei pressi della Foce del fiume Salso sfociante a Licata ha osservato degli ospiti molto particolari. Sono stati individuati sei esemplari, di cui tre vivi, dell’unica specie di Boa presente in Italia, il cosiddetto Boa delle sabbie o serpente proiettile. Gli esemplari sono stati attentamente studiati e il loro identikit, che verrà presto arricchito dall’analisi del Dna, è stato pubblicato sulla rivista Acta Herpetologica da Gianni Insacco, direttore scientifico del Museo di Storia Naturale di Comiso, in collaborazione con Filippo Spadola, dell’Università di veterinaria di Messina, Salvatore Russotto e Dino Scaravelli, dell’Università di Bologna.

La scoperta avrebbe del sensazionale (tanto da esser riportata anche dal Telegraph): i rettili infatti non sarebbero stati abbandonati nell’ambiente fluviale da proprietari senza scrupoli e vogliosi di destabilizzare l’ambiente e la sua popolazione autoctona. Se le analisi confermeranno quanto sta emergendo da questa ricerca, saremmo in presenza di un “fossile” vivente, una testimonianza viva del passaggio di popoli di epoche che furono.
Il boa delle sabbie (Eryx jaculus), tipico del Nord Africa, della penisola Balcanica e del Medioriente in genere, non è assolutamente una specie autoctona, ma è evidente che fu importata.

Del resto il nome altro di questi rettili è “Serpente proiettile”, nomen omen, una testimonianza di quello che in passato questi splendidi animali “svolgevano” all’interno di determinate situazioni. Questi animali risultano essere per certi versi leggendari, essi rappresentano una delle tipologie di approccio alle questioni belliche dei greci: in poche parole secondo testimonianza scritte e ampiamente riportate, durante gli ingaggi navali all’interno dei conflitti, la marineria greca utilizzava questi serpenti scagliandoli sulle fazioni opposte per scatenare il panico ai contendenti. Proprio l'area di diffusione del rettile in Sicilia è stata teatro di due importanti battaglie nella colonia di Imera, la prima intorno al 405 a.C. e la seconda nel 310 a.C., nell’ambito del lungo conflitto greco-punico. Possiamo immaginare l’effetto caotico che un “ingresso” del genere poteva causare, ma è bene ricordare che gli animali risultano assolutamente innocui per l’uomo e privi (come tutte le specie affini alla famiglia dei Boa) privi di veleno. La lunghezza varia tra il metro e metro e mezzo, presentano delle colorazioni sgargianti e si nutrono di piccoli rettili e roditori.

Questa scoperta che per certi versi resta sensazionale fa ancora una volta cadere l’attenzione sulla foce del fiume più grande di Sicilia (con il Simeto). Il Salso infatti presentano tantissimi problemi di natura ambientale, tant’è vero che le sue acque risultano altamente inquinate a causa di scarichi diretti da abitazioni e, fattore assolutamente da non trascurare, il fiume presenta proprio nei pressi della Foce un depuratore “pigro”( è un eufemismo) e non funzionante. Danni ambientali terribili che si ripercuotono su fauna e flora, senza dimenticare la distruzione dell’importantissimo osservatorio del WWF, presente poiché l’ambiente si prestava alla sosta e nidificazione di moltissime specie di volatili. A proposito della foce e dei progetti presentati per la tutela e la riqualificazione di essa tempo fa scrissi un articolo teso proprio a stimolare il dibattito e l’interesse su un bene collettivo, come la suddetta via d’acqua (leggi qui) .

Il rilancio territoriale passa anche e soprattutto dalla valorizzazione e dalla riqualificazione del paesaggio e del territorio. L’anno è appena iniziato auspichiamo quindi, sulla scia di battaglie per l’ambiente come quella portata avanti contro il progetto di trivellazione dell’Off Shore Ibleo, una riscossa del territorio che parta proprio dal paesaggio. Una sorta di effetto boomerang, dei “proiettili” di dignità, un po’ come i serpenti che gli antichi greci “decisero” di lasciare in questo pezzo di mondo.

Ultima modifica il Lunedì, 04 Gennaio 2016 12:02
Andrea Incorvaia

Nato a Locri (RC), il 28 Febbraio 1988, attualmente vivo per studio a Pisa. Sono un allievo specializzando presso la scuola di specializzazione in beni archeologici dell’Università di Pisa, dopo essermi laureato in Archeologia nel 2012. I miei interessi spaziano dall’ambito culturale (beni storico-archeologici soprattutto), alla tutela e alla salvaguardia del paesaggio. Svolgo attività politica nella città che mi ospita e faccio parte di un sindacato studentesco universitario.

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