Mercoledì, 27 Marzo 2013 00:00

Sanità: se i lavoratori pagano per un loro diritto

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Ai lavoratori la sanità integrativa è proposta come una conquista, mentre ai manager della sanità inquisiti e in carcere vengono assegnati bonus milionari

Il Fondo di assistenza sanitaria integrativa per i dirigenti di azienda (Fasi) ha organizzato un convegno e un’indagine dal risultato inequivocabile: la sanità integrativa è la richiesta di benefit a cui più tengono i lavoratori italiani.

La convinzione che il sistema sanitario nazionale sia destinato a peggiorare significativamente è diffusa e radicata. Non è un caso che all’incontro con Bersani, il 26 marzo 2013, le Regioni abbiano evidenziato il problema: “c’è stata una riduzione di un miliardo del fondo sanitario dal 2012 al 2013, un dato insostenibile”. Non che gli enti locali siano esenti da responsabilità sullo stato del servizio pubblico: la Toscana ha superato, nei numeri, i tagli di posti letto previsti dal governo Monti, nonostante il mito di regione rossa da cui è avvolta.

Quello di cui si legge su importanti testate nazionali, vicine a Confindustria e ai principali partiti italiani, dovrebbe preoccupare non poco: si parla di welfare da ripensare con nuovi modelli e formule innovative, legate al pareggio di bilancio e alla spending review. In sostanza la retorica dei tagli e della flessibilità dei diritti, che in questi decenni si è tradotta esclusivamente in disservizi, rafforzamento del privato e svuotamento dei valori costituzionali.

Siamo arrivati alle dichiarazioni trionfali della Cisl per l’apertura di un fondo integrativo: dal 1° febbraio del 2013 è infatti operativo il Fondo Sanitario di Assistenza Sanitaria Integrativa dell’Artigianato. Il welfare contrattuale rappresenta, per il segretario Cisl, Massimo Bertarini, addirittura un “valore aggiunto”. Torna facilmente alla mente la propaganda del precariato, come “valore aggiunto” alle gabbie del lavoro a tempo indeterminato, che bloccava la formazione dei poveri giovani italiani, costretti a uno stipendio sicuro e ad una pensione.

Il quadro si completa con una nota di colore significativa. Mentre quotidianamente si può leggere di disservizi e ticket da pagare, ai manager inquisiti degli ospedali lombardi spetteranno bonus di diverse migliaia di euro. Il Corriere della Sera riporta la notizia: Luigi Pianola, manager dell’ospedale della Valtellina, incasserà un bonus da 30 mila euro, anche se in carcere dal 12 marzo, “con l’accusa di aver ricevuto una mazzetta per truccare un appalto”. Certo non è stato ancora condannato, però aspettare la sentenza non avrebbe certo minato il necessario garantismo che è previsto dalle democrazie europee.

Ultima modifica il Mercoledì, 27 Marzo 2013 00:47
Dmitrij Palagi

Nato nel 1988 in Unione Sovietica, subito prima della caduta del Muro. Iscritto a Rifondazione dal 2006, subito prima della sconfitta de "la Sinistra l'Arcobaleno". Laureato in filosofia, un dottorato in corso di Studi Storici, una collaborazione attiva con la storica rivista dei macchinisti "ancora IN MARCIA".

«Vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (Victor Serge)

 

www.orsopalagi.it
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