Lunedì, 19 Agosto 2013 00:00

Immigrazione ed antirazzismo, tra istituzione ed associazionismo

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Articolo di Simone Ferretti - Responsabile politiche per l'immigrazione ARCI Toscana

Il quadro nazionale non tende a variare rispetto all’incisività relativa alle politiche collegate al tema dei migranti. Nonostante le elezioni dello scorso febbraio, è sotto gli occhi di tutti che le incertezze della situazione politica restano. La scelta di creare un dicastero dedicato ai temi dell’Integrazione, così come il momento inedito e dirompente generato dalla nomina di una donna ‘di colore’, hanno sicuramente dato un segnale forte sul piano culturale, in grado di indicare una strada diversa da quella percorsa dal nostro Paese negli ultimi anni. Ma al tempo stesso, le politiche del settore dell’immigrazione non compaiono come priorità nelle dichiarazioni programmatiche del governo.

Sicuramente, vanno giudicati in maniera positiva alcuni indirizzi sul piano delle procedure per il riconoscimento della cittadinanza. Restano però al di fuori della discussione, le questioni centrali della disciplina sull’immigrazione che, per l’Arci e tante altre organizzazioni, andrebbero stravolte. Molte delle norme sulla condizione dello straniero, in particolare quelle che derivano dalla cosiddetta Legge Bossi-Fini (189/2002) sono oramai da aggiornare rispetto alla situazione reale del nostro paese, anche a seguito di numerosi interventi della magistratura nazionale e europea.

I temi principali che dovrebbero essere al centro del dibattito sono quelli collegati alla cittadinanza, alle norme per l’ingresso e il soggiorno per inserimento nel mercato del lavoro (con l’eliminazione del contratto di soggiorno e l’introduzione di un permesso per ricerca di lavoro); l’introduzione dell’elettorato attivo e passivo nelle elezioni amministrative per gli stranieri lungo-soggiornanti, un progressivo trasferimento delle competenze agli enti locali.

Sullo ius soli, per esempio, sappiamo che in questo Parlamento sono state depositate circa 20 proposte di legge. Oltre, almeno per ora, non si va. Si nota, poi, il nervosismo del centrodestra italiano e della Lega di fronte a semplici e leggeri cenni a un cambio di indirizzo delle politiche seguite sino a ora. Si nota, ancora, l’ambiguità di alcune forze, presenti alla Camera e al Senato, anche tra quelle che si autodefiniscono come autentici rappresentanti del cambiamento.

Discorso a parte merita il diritto d’asilo, per il quale oggi in Italia non c’è un quadro legislativo definito. La normativa in vigore è frutto del recepimento delle direttive europee in materia e di una serie di provvedimenti parziali che mostrano periodicamente i loro limiti e le contraddizioni di un modello tutto rivolto a arginare gli abusi e non a riconoscere il diritto d’asilo. Una legge quadro, chiesta da tutti coloro che hanno competenze e esperienza in questa materia, consentirebbe maggior chiarezza e certezza del diritto, evitando situazioni come quella che vede oggi la gestione dei flussi di richiedenti asilo e la loro accoglienza, in continua evoluzione e subordinata all’evolversi degli eventi.

Questo, crediamo, sarà il quadro entro il quale riprenderà l’attività dopo l’estate. E per questo sarà ancora fondamentale far sentire la voce dei territori, attraverso l’azione dei Comuni e dell’associazionismo che assieme a loro è impegnato sui temi dell’accoglienza e dell’integrazione.

Immagine tratta da: www.laleggepertutti.it

Ultima modifica il Domenica, 18 Agosto 2013 22:14
Beccai

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