Pillole dal Giappone #264 – Diplomazia al lavoro sul RCEP
Pillole dal Giappone #256 – Abe rimane alla guida dei liberal-democratici
Il, i '68… e Marx?
Qualche settimana fa Mapelli di Punto Rosso ci invitava a leggere l’articolo di Emilio Molinari: “Un altro ‘68”. L’articolo, per me molto bello, evidenzia con intenti provocatori, che i ‘68 furono due, uno “... degli studenti e di molti intellettuali. Un soggetto complesso egemonizzato dalla piccola borghesia radicalizzata...”, “L’altro dei lavoratori.”
Giovedì 15 giugno è andato in scena presso il teatro del carcere di Sollicciano "La luna nel pozzo", uno spettacolo di teatro-danza realizzato dall'Associazione Pantagruel tramite il progetto finanziato dal Comune di Firenze "Laboratori al fresco: animazione culturale in favore della popolazione carceraria". L'Associazione Pantagruel da anni si occupa dei diritti dei detenuti, realizzando laboratori, corsi di formazione e creatività - come il laboratorio, avviato nel 2001, "la poesia delle bambole", un percorso pedagogico attraverso la creazione di bambole di stoffa - e continue battaglie per la dignità di chi è chiuso tra le sbarre. Lo spettacolo ha avuto come protagoniste 4 detenute del carcere coadiuvate da due operatrici/attrici dell'Associazione: Elena Cojocaro, Cristea Garofita (detta Erika), Maria Andrea Mistoc (detta Shakira), Maria Colangelo, Manuela Giugni ed Enrica Ignesti.
Caso Riina: let's talk about... carceri!
La Cassazione ha dichiarato che "Totò Riina ha diritto a una morte dignitosa". Poche parole negli ultimi tempi sono state oggetto, come in questo caso, di riflessioni (e speculazioni talvolta) se ad un boss mafioso debba o meno essere concesso il diritto di morire in pace.
La mattina del 22 aprile, Beppe Grillo pubblica sul suo blog un post sul “fine vita”. Il Movimento 5 Stelle non può “fare la fine dei Radicali… dove ci sono disgrazie ci sono loro”, sostiene il comico genovese, accusando il movimento liberale italiano di avere “una posizione morale e basta”. Il pomeriggio dello stesso giorno il luogo più interessante in cui essere, per registrare una risposta, è nella Sala delle Eroine del Comune di Pontassieve, in cui si presenta il libro scritto da Marco Pannella negli ultimi giorni della sua vita: Una libertà felice la mia vita (Mondadori, 2016).
Italia e legge sul fine vita: un futuro incerto
L’Italia, lo sappiamo, non brilla certo in tema di diritti civili. Il testamento biologico resta bloccato in parlamento e anche i diritti della persona non ricevono ancora il riconoscimento loro dovuto nel resto dei paesi occidentali. Nella bioetica e non solo la Chiesa continua a giocare un ruolo attivo intervenendo nella vita pubblica con un’autorità che, piaccia o meno, è ancora riconosciuta e rispettata dall’opinione pubblica a cui piace la trasgressione tipica del capitalismo libertario ma solo fino ad un certo punto. La questione posta dal caso di Dj Fabo riguarda l’eutanasia attiva e spinge il discorso dei diritti civili più in profondità: l’autodeterminazione si incontra e scontra con il progredire delle tecnologie in grado di mantenere in vita malati giunti al limite della sopportazione fisica della propria condizione. Parallelamente il dibattito sembra confinarsi sempre più nel puro esercizio delle libertà personali unite al progresso scientifico, dove si rivendica unicamente la possibilità di scelta di chi può permettersi la clinica privata per essere traghettato verso la “buona morte”.
Teoria del gender e teorie queer
Nell’ambito dell’edizione Sei UniVersi, un ciclo di appuntamenti organizzato da Studenti LGBTI Unifi con la collaborazione di Gruppo Giovani Glbti* di Firenze e il sostegno del DSU Toscana, Lorenzo Bernini, professore di filosofia politica e sessuale presso l’Università degli Studi di Verona e direttore del Centro di Ricerca Politesse – Politiche e Teorie della sessualità – , ha parlato di "teoria del gender e teorie queer", questo l'argomento del suo intervento.
Toscana Pride: in 30000 in piazza, con orgoglio, per i diritti di tutti
Il Pride è finalmente approdato anche a Firenze. All'interno dell'Onda Pride che di anno in anno vede il moltiplicarsi delle manifestazioni dell'orgoglio lgbti su tutto il territorio nazionale, anche Firenze ha avuto per la prima volta il suo Pride.
Complice il fatto che da diversi anni un vero e proprio Pride nazionale non viene organizzato né a Roma (dove si è svolta la settimana scorsa l'ormai consueta parata capitolina dallo slogan “Chi non si accontenta LOTTA”) né in nessun'altra città italiana, a Firenze è stato organizzato il Toscana Pride.
Si è parlato e si parla ancora tanto di gestazione per altri (chiamata anche, nel gergo comune, per quanto a mio avviso in maniera non pertinente, pratica dell’“utero in affitto”), ma forse mai con seria cognizione di causa. La polemica è esplosa durante la proposta e l’iter del ddl Cirinnà, che, inizialmente, includeva la cosiddetta stepchild adoption, ovvero la possibilità di adottare il figlio biologico del partner. Ciò ha scatenato un panico assurdo negli ambienti cattolici, leghisti, di destra e democristiani (anche all’interno dello stesso pd), adducendo come motivazione principale (oltre al presunto sacrosanto dritto di un bambino di avere sia una madre che un e non due madri o due padri!) il rischio (per altro neanche troppo immediato) che una clausola simile avrebbe spalancato ancor di più le porte al ricorso alla gestazione per altri, vietata in Italia ma più o meno regolarizzata in altri paesi esteri. Alla fine cattolici, destroidi, democristiani piddini hanno avuto la meglio, anche “grazie” alla “libertà di coscienza” invocata dai grillini e alla loro bocciatura del “canguro” e, tutte queste forze insieme, hanno affossato il ddl originale facendo decadere il punto considerato critico. La legge Cirinnà fortunatamente è passata, per quanto ancor più parziale e svilita nei contenuti – altro punto che ha creato un po’il panico, per quanto argomento meno mainstream rispetto alla stepchild è ed era la pensione di reversibilità: non sia mai che coppie di fatto abbiano diritto alla pensione di reversibilità! – , ma sicuramente essa è un primo (e spero non l’ultimo) passo di apertura verso imprescindibili diritti civili.
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