Sabato, 10 Ottobre 2015 00:00

Mafia sotto la Torre Pendente

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Il nome che fa più rumore nell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Firenze è quello di Fabrizio Palenzona, vicepresidente di Unicredit, indagato con altri manager della banca di reati finanziari, con l'aggravante di aver favorito Cosa Nostra. Quest'ultimo tassello riconduce al vero protagonista dell'indagine, il costruttore edile Andrea Bulgarella, accusato di riciclaggio e di favoreggiamento verso l'organizzazione criminale guidata dal latitante per eccellenza, il trapanese Matteo Messina Denaro.

Anche Bulgarella è trapanese d'origine, ma da Erice il suo raggio di azione si è spostato dall'inizo degli anni '90 in Toscana. Qui il dinamico imprenditore si è fatto un nome. Specialmente a Pisa, diventata poi la sua città di adozione, anche grazie ai fittissimi rapporti intrattenuti con le ultime amministrazioni comunali, a guida Ds prima e Pd poi.
I carabinieri del Ros, incaricati delle indagini sul campo, dopo aver passato al setaccio le sue attività, accusano il costruttore di reimpiego di beni e favoreggiamento a Cosa Nostra. E sospettano che Bulgarella abbia collegamenti con il gran capo della mafia siciliana. Nel decreto di perquisizione la Dda scrive: “Dagli anni '90, senza soluzione di continuità, appare aver investito e continuare ad investire in attività economiche, prevalentemente acquisti, ristrutturazioni e gestione di alberghi in Toscana, ingenti capitali da lui accumulati grazie ai vantaggi ottenuti da rapporti con l'associazione mafiosa trapanese facente capo al latitante Matteo Messina Denaro, con la finalità di agevolare l'attività della predetta associazione”.

Nel quadro di un'inchiesta tenuta sotto strettio riserbo dalla procura, guidata da un esperto magistrato antimafie come Giuseppe Creazzo, il vicepresidente di Unicredit, il suo braccio destro in Aeroporti di Roma, Roberto Mercuri, e gli altri funzionari di Unicredit sotto indagine avrebbero dato il loro ok a robuste linee di credito a favore di Bulgarella. Il tutto nonostante le forti esposizioni debitorie del costruttore, i cui affari hanno subito un brusco stop negli ultimi anni, a causa della crisi del settore immobiliare.

Prima della crisi però Bulgarella e le sue società avevano fatto per anni il bello e il cattivo tempo nella città della Torre pendente. Si va dalla realizzazione di hotel di lusso alle ristrutturazioni a uso abitativo delle grandi colonie marine sul litorale di Marina di Pisa. Per il costruttore, diventato anche sponsor del Pisa Calcio, il passo più lungo della gamba arriva con il maxi progetto del cosiddetto Parco delle Torri, a poca distanza dal nuovo ospedale di Cisanello, in una grande area urbana ancora vergine. E che tale resterà, dopo che Legambiente, Wwf e Sinistra pisana si sono opposti con successo all'ennesima variante urbanistica per costruire un nuovo quartiere intorno alle Torri.

Le esposizioni bancarie, in particolare con la piccola Bcc di Cascina, recentemente commissariata da Bankitalia, mettono Bulgarella con le spalle al muro. Né bastano gli altri lavori, come le ristrutturazioni del Grand Hotel Palazzo a Livorno e di un altra struttura alberghiera a Viareggio, a coprire debiti che si aggirano sui 65 milioni di euro. Così Bulgarella si è rivolto a Unicredit per sostenere il debito. E per l'accusa ha trovato in Palenzona e negli altri manager il via libera ad altri finanziamenti. In tutto sono una decina le persone indagate, una ventina le perquisizioni effettuate dal Ros dei carabinieri.

Ultima modifica il Venerdì, 09 Ottobre 2015 15:03
Riccardo Chiari

Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco e La Prospettiva.

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