Marco Nebuloni

Marco Nebuloni

 

 

 

 

L’operetta si presta per definizione ad essere manipolata e reinterpretata ad ogni suo allestimento, e così avviene storicamente quando si mette in scena “Il Paese del sorriso”, Das Land des Lächelns nell’originale titolo tedesco, del noto compositore ungherese Franz Lehàr.

Ad esibirsi sulle sue note sono stati i cantanti, attori e ballerini della Compagnia Abbati, da molti anni in prima fila nella riproposizione di questo genere operistico sempre più dimenticato dai grandi circuiti e che abbiamo potuto vedere al Teatro Fraschini di Pavia, certamente piccolo ma altrettanto pregevole. Corrado Abbati approfitta a piene mani della sua dimestichezza con l’operetta e ci offre uno spettacolo inedito, dai dialoghi frizzanti e attualizzati e con un gusto molto italiano per il cabaret macchiettistico.

 

 

 

Non un allestimento inedito, è vero, ma alla Scala ogni cosa ha il sapore della novità, tanto più uno spettacolo di balletto sulle musiche settecentesche di Johan Sebastian Bach.

E così va in scena in questi giorni al Piermarini “Cello Suites – In den Winden im Nichts”, del coreografo svizzero Heinz Spoerli, un artista eclettico e insuperabile nel suo genere. Dalle famosissime e sublimi suite per violoncello solo Spoerli ha ricavato, nel 2003 a Zurigo, due lavori ispirati ai quattro elementi primordiali delle filosofie naturalistiche: terra, acqua, fuoco, aria. Con questo spettacolo egli ha messo in danza le suite n. 2, 3 e 6, ispirandosi al principio arioso, al vento.

Dopo più di due secoli riempie ancora le sale l’opera di un ragazzino di sedici anni, straordinaria e piacevole contro ogni aspettativa. Se è pur vero che il soggetto non è entusiasmante e che buona parte della partitura è semplicemente l’esito necessario delle regole di composizione del tempo, vi è già con chiarezza quell’insieme di sonorità cristalline e limpide decisamente mozartiane.

Composto a Milano nel 1772 per il Regio Ducal Teatro, l’antenato della Scala, il Lucio Silla è un’opera seria in tre atti in pieno stile classico: erano 30 anni che Lucio Silla non tornava al suo teatro natale ed è oggi in scena alla Scala in coproduzione col Festival di Salisburgo.

Sposta una sola nota e si immiserisce tutto. Cambia una sola frase e la struttura crolla.” Così viene a dire un estasiato Salieri nel famoso film di Forman, e così effettivamente è di fronte alle composizioni di Wolfgang Amadeus Mozart, genio musicale insuperato, precocissimo e prodigioso, che già da fanciullo componeva su commissione delle più importanti famiglie europee.

Imponente e maestosa, Aida è l’opera nazionalpopolare per eccellenza, un capolavoro italiano famoso in tutto il mondo e tra i più rappresentati in assoluto.

Ad Aida non manca nulla, amore, guerra, pietà, odio, il travolgente corso collettivo degli eventi e l’intreccio inestricabile delle passioni individuali. Lo scenario esotico e la musicalità spettacolare incorniciano quest’opera intramontabile.

Giuseppe Verdi la compose nel 1871 su pressante richiesta del Chedivè d’Egitto Ismail Pascià per celebrare la precedente apertura del canale di Suez. In verità non molto propenso a scrivere su commissione, Verdi dovette essere convinto da amici francesi, tra cui il prezioso Du Locle, direttore dell’Opéra Comique di Parigi, e infine cedere, attratto dal soggetto del Mariette.

Mentre infuoca il dibattito sull’inaugurazione dell’Expo il 1 maggio alla Scala con Turandot (in una lettera individuale la Direzione del Teatro ha chiesto alle maestranze e agli artisti la disponibilità a lavorare, suscitando la contrarietà dei sindacati), va in scena l’Incoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi, tra le prime opere della storia della musica occidentale.

Sabato, 24 Gennaio 2015 00:00

Die Soldaten: altra Prima per la Scala

Un vero e proprio evento, un avvenimento unico e memorabile per chiunque riuscirà ad assistervi: il Die Soldaten in queste settimane in scena alla Scala entra da protagonista nell’offerta culturale italiana odierna.

Nonostante l’opera, in coproduzione col prestigioso Festival di Salisburgo (è stato proprio il sovrintendente Pereira a curare il sodalizio tra la città austriaca e Milano), sia già andata in scena a Salisburgo nel 2012, l’allestimento scaligero ha un sapore di unicità. Innanzitutto è la seconda volta in assoluto che Die Soldaten viene rappresentata in Italia, per la prima volta al Piermarini. E poi, la diversità tra il palcoscenico e gli spazi in generale della Scala, campione dei cosiddetti “teatri all’italiana”, e il Teatro Felsenreitschule, la vecchia Cavallerizza dell’Arcivescovado di Salisburgo, ha imposto al regista Hermanis grosse e significative modifiche nell’impianto complessivo della messa in scena. Lo spettacolo che ha debuttato alla Scala il 17 gennaio è, quindi, senza dubbio nuovo.

Venerdì, 05 Dicembre 2014 00:00

Prima della Scala: Fidelio

Fidelio non è l’opera popolare e grandiosa che ci si aspetterebbe alla Prima della Scala, e nemmeno fu facile a suo tempo comporla per il grande Beethoven: unico suo lavoro teatrale, dalla gestazione lunga e dolorosa, si presenta nella forma di opera in due atti “Singspiel”, ossia con dialoghi recitati senza accompagnamento. La storia dello spettacolo ci informa che il Fidelio, o “L’amore coniugale”, dovette essere più volte rimaneggiato, sia nella lunghezza della partitura, che nel libretto e nella stessa ouverture. Oggi Fidelio è perlopiù eseguito in forma di concerto e, senza dubbio, godono di maggior fortuna le sue sinfonie. La scelta del direttore Daniel Barenboim è un recupero di parti precedenti la stesura finale del 1814, con l’esecuzione tra i due atti di una delle ouverture “Léonore”.

Pagina 2 di 2

Free Joomla! template by L.THEME

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.