Per chi la ricorda com'era -prima della chiusura nel 2009 - non c’è dubbio che i lavori terminati nel 2012 abbiano sicuramente migliorato dal punto di vista dell’illuminazione la visione dell’insieme e riportato finalmente in luce le decorazioni della volta e il prezioso pavimento marmoreo. Ma la Tribuna così “tirata a lucido” e con il nuovo allestimento pare avere un po’ perso quella sembianza di scrigno, di camera delle meraviglie e cuore del museo. Soprattutto non potendo avere più accesso al suo interno come una volta e potendo solamente affacciarvisi dal corridoio e dallo Stanzino delle matematiche, si rimane semplici spettatori e non si ha più quella sensazione di coinvolgimento emozionale come lo si viveva fino a qualche anno fa.
Passando poi al corridoio di ponente si ha invece la consapevolezza di trovarsi all'interno di un museo in itinere, iniziamo a trovare infatti le prime sale chiuse al pubblico per i lavori di restauro, una decina circa. Qui dopo la riapertura della Sala della Niobe, che rimane una delle più suggestive stanze di ambientazione neoclassiche italiane - riaperta a dicembre 2012 dopo le operazioni di consolidamento - la novità è sicuramente la sala n.35, la sala di Michelangelo, la prima relativa al progetto dei nuovi Uffizi. Per questa e per tutte le nuove stanze dedicate al ‘500 fiorentino è stato scelto per le pareti il rosso cremisi, il colore dei Medici.
Il percorso prosegue al piano nobile con le sale blu dei pittori stranieri che purtroppo sono sempre poco visitate forse per la loro collocazione quasi in disparte rispetto al resto del percorso, un peccato visto che le opere esposte sono in parte provenienti dai depositi degli Uffizi e quindi “inedite”. Tra l’altro ogni mercoledì, a causa della carenza di personale di sorveglianza, le stanze blu vengono aperte solo attraverso l’ausilio di visite accompagnate.
Dopo la parentesi degli stranieri il percorso del primo piano prosegue con la visita alle altre sale rosse, ma qui il risultato è diverso rispetto al secondo piano, l’illuminazione è meno efficace e soprattutto nello spazio dedicato ai marmi ellenistici l’effetto è piuttosto cupo anche a causa dell’assenza di finestre. Pure la soluzione di collocare i marmi a ridosso delle pareti non consente una visione a tutto tondo delle sculture il che ne penalizza il pieno godimento.
Proseguendo di sala in sala e parlando con i custodi del museo ci rendiamo conto che i nuovi locali sono stati più che altro costituiti grazie allo spostamento di opere già presenti in galleria - al secondo piano e in Tribuna - e che nonostante quanto annunciato dagli addetti ai lavori il termine definitivo per il completamento dei nuovi Uffizi non è poi così vicino.
Con la stanza dedicata a Raffaello, la n.66, si conclude ad oggi il nuovo percorso e una serie di sale vuote e ancora in fase di restauro ci accompagnano verso l’ultima parte del museo, quella adibita alle esposizioni temporanee.
E' evidente che in futuro il problema principale per la dirigenza degli Uffizi sarà soprattutto quello relativo alla carenza di personale addetto alla sicurezza, carenza che ha già creato disagi nel recente passato, causando la chiusura temporanea di alcune stanze, figurarsi quando i vani aperti al pubblico aumenteranno notevolmente.