1) Che cosa chiedono al neo premier Matteo Renzi gli studenti della Federico II ?
Chiediamo la conferma di Massimo Bray come Ministro dei Beni Culturali, l’unico che abbia provato a sviluppare il concetto dei patrimonio artistico al servizio dei cittadini e, in questa luce, l’unico che sia riuscito a valorizzare il lavoro e la professionalità di chi, come noi, se ne occupa o aspira ad occuparsene con passione e competenza.
Stiamo scrivendo i nostri pensieri sulle pagine Facebook e Twitter, provando a far arrivare i nostri messaggi al Segretario del PD e Premier Matteo Renzi.
L’hashtag #federicoIIsalviamolarte, che indica l’università Federico II di Napoli come luogo di partenza di questa iniziativa, vuole rivolgersi a tutti, gli archeologi, gli storici dell’arte i manager per i beni culturali, i curatori, i conservatori, i restauratori, gli artisti, gli appassionati d'arte; è un'iniziativa che parte dalla Federico II ma che ha voglia di girare l'Italia, di passare dentro gli altri atenei, dentro le altre città, attraverso i musei, le fondazioni, i giornali, le associazioni, i circoli. Vogliamo parlare a tutti, a tutti quelli che passando nella propria città si fermano stupiti ad ammirarne le sue meraviglie.
2) Perché è così importante che il ministro Bray mantenga il suo posto ?
È importante riuscire a salvare il valore della continuità, il valore di un lavoro svolto giorno per giorno, con impegno e con passione. Il Ministro Bray ha lavorato perché l’Italia tutelasse e conservasse il proprio patrimonio artistico, ma soprattutto perché gli italiani, come cittadini, come popolo nato dallo cultura, ritornassero a guardare quei beni, a capirli, ad apprezzarli, a considerarli immensa ricchezza rigeneratrice.
È fondamentale continuare su questa strada già imboccata, anche per non arrestare un processo finalmente avviato; ancora tanti provvedimenti sono necessari, bisogna agire per risolvere rapidamente la situazione di precarietà del patrimonio e anche di noi laureati.
3) Qual è stato l’apporto dell’attuale ministro rispetto a suoi più recenti predecessori, vedi Galan piuttosto che Ornaghi …
Innanzitutto un’attenzione pratica ai problemi dell’arte e della cultura, attraverso innumerevoli sopralluoghi, la maggior parte dei quali, fatti non ufficialmente, per capire come funzionassero realmente i luoghi dell’arte. Concretamente grazie a Massimo Bray i Bronzi di Riace sono tornati al Museo di Reggio Calabria, Carditello è tornata ai cittadini, è stato approvato il ddl per la ratifica della Convenzione della Valletta, i fondi europei sono stati sbloccati per Sibari e Kaulon, e si avviato il riconoscimento dei professionisti dei Beni Culturali. Certo, Bray non è affatto l’uomo dei miracoli ma il rispetto e l’umiltà che ha mostrato nel mettere mano ai BENI COMUNI è indiscusso e quello che ha fatto in meno di un anno ha dell’incredibile. Chi prima di lui ha avuto questo incarico ci ha deluso fortemente mostrandosi inadeguato.
4) Qual è la vostra più grande paura, nel caso il ministro non dovesse essere riconfermato ?
Il primo timore è che si arresti bruscamente il processo avviato, sottoponendolo al giudizio di un nuovo Ministro, in diritto, ricevuto il mandato, di cambiare ancora una volta direzione, con la possibilità che si annulli il lavoro svolto e che si fermi nuovamente il sistema dell’arte.
La seconda paura riguarda più strettamente le idee. Il ministro Bray ha lavorato per e con le Istituzioni, ma ancora prima ha lavorato e parlato con le persone. Le iniziative rivolte ai cittadini, per spronare una più frequente e consapevole fruizione del patrimonio artistico, sono state incrementate notevolmente in questi ultimi 10 mesi. L’obiettivo è stato quello di sensibilizzare nuovamente un popolo nato dalla cultura e che nella cultura deve ritrovare le proprie origini.
Ancora prima dei provvedimenti, ancora prima dei decreti e delle leggi, è necessario che gli individui avvertano il bisogno di fruire e capire quel patrimonio, che la gente inizi a sentirlo proprio e a percepirlo come enorme ricchezza. Solo dopo la costruzione di questa rete di conoscenze e di necessità individuali e collettive, ritorneranno ad essere sentite come imprescindibili le attività degli storici dell’arte, archeologi, manager per i beni culturali, conservatori, restauratori, archivisti, bibliotecari, etc.
Il ministro ha lavorato in questa direzione, ha capito che bisogna impegnarsi a costruire per ottenere risultati reali e soddisfacenti.
La paura, quindi, è che arrivi qualcuno che non capisca o non voglia capire che questo è l’unico modo per restituire dignità alla Nazione, al suo popolo, al suo patrimonio artistico e ai suoi lavoratori o aspiranti tali.
Ci uniamo fortemente alla richiesta dei ragazzi della Federico II poiché la riconferma di Bray potrebbe rappresentare un segnale importante da parte del governo e soprattutto una scelta decisiva per il futuro del Mibact.
Ringrazio Mariangela Capraro e Annalisa Ferraro per l’intervista concessa