L’esposizione parte proprio dagli esordi dei due nel Chiostrino dei voti di Santissima Annunziata sulle orme di Andrea del Sarto dove sono già visibili le differenti espressioni ed inclinazioni dei due pittori, differenze che nel dipanarsi delle sale appaiono sempre più marcate con un Pontormo influenzato della pittura nordica soprattutto da Durer e Rosso più attaccato alla tradizione e più vicino all’opera di Donatello, Masaccio e Michelangelo.
Nella sala dedicata alla ritrattistica, oltre alle differenze stilistiche, capiamo quanto l’aspetto politico fu determinante per il destino dei due pittori. Nei ritratti di Pontormo infatti figurano membri appartenenti alla famiglia medici mentre nelle opere di Rosso nessun volto noto è stato individuato; questo proprio perché la fazione politica di stampo repubblicano alla quale Rosso faceva riferimento, con la salita al potere dei Medici, fu destinata a cadere nell’oblio e ad oggi non è stato appunto possibile ricondurre con certezza nessun ritratto ad alcuna persona ben precisa. Queste diverse prese di posizione portarono poi il Rosso a lasciare Firenze per Roma nel 1523 al contrario di Pontormo che non lasciò mai la città medicea.
L’apice della mostra è nella sala che ospita due opere chiave della carriera dei pittori; il periodo è quello del 1527-1530 gli anni del Sacco di Roma e dell’assedio di Firenze. La pittura di Rosso Fiorentino fu proprio segnata dalle atrocità del Sacco, da quell’evento in poi le sue opere si fanno più inquietanti e cupe; l’esempio più emblematico è la deposizione di Sansepolcro commissionata dalla Confraternita di Santa Croce. Ai tormenti di Rosso risponde la Visitazione di Carmignano di Pontormo, recentemente restaurata, quadro dalla straordinaria intensità emotiva e spirituale a tratti metafisico.
Dal 1530 le strade dei due pittori si distanziano definitivamente. Pontormo continua a lavorare per la famiglia Medici tornata al potere, Rosso diviene pittore ufficiale di Francesco I in Francia alla corte di Fontainebleau.
È proprio dalle opere di questi anni in poi che la biografia su Pontormo nelle Vite del Vasari trova maggior riscontro, Vasari lo presenta infatti come artista tormentato e nevrotico, dal temperamento inquieto; Pontormo “forza la regola rinascimentale portandola al punto di rottura” estremizza gli spunti michelangioleschi del cangiantismo e del plasticismo fondendoli con le geometrie e le allucinazioni di Durer. Al contrario lo stile di Rosso si fa più elegante e in un certo senso si adegua al gusto francese.
A Palazzo Strozzi fino al 20 luglio 2014 quindi si avrà l’occasione di fare un confronto diretto tra i due maestri della maniera, oltre all’opportunità di vedere i loro grandi capolavori provenienti da musei italiani e stranieri riuniti apposta per l’evento.
Immagine tratta da: www.eclissisolare.it