Domenica, 02 Febbraio 2014 00:00

Opus Ballet porta in scena Shakespeare: Otello

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otello 14 e 15 febbraio 2014 otello 14 e 15 febbraio 2014

Nel panorama culturale fiorentino, tra le varie associazioni e fondazioni sparse sul territorio c’è n’è una in particolare che indubbiamente rappresenta un vanto per la città di Firenze, si tratta dell’associazione culturale Opus Ballet, centro internazionale di danza e spettacolo diretto da Rosanna Brocanello e Daniel Tinazzi.

A questo proposito ho avuto il piacere di incontrare proprio Rosanna Brocanello, per una breve intervista, per parlare di quella che è la storia di Opus Ballet, della compagnia e della scuola, dei progetti passati e di quelli imminenti, uno su tutti, portare in scena una versione completamente rivisitata dell’Otello di Shakespeare.

1) Rosanna com’è nata la Compagnia Opus Ballet?

R: La compagnia nacque nel 1998 quando l’auditorium Santa Chiara di Trento mi incaricò di ideare le coreografie per una produzione ispirata al romanzo di Alan Fournier  “il grande amico  Meaulnes” con musiche originali del batterista dei Police Stewart Copeland. La produzione fu un grande successo  e fu da lì che decisi che oltre all’insegnamento che già praticavo, mi sarei dedicata a portare in tour il gruppo di ragazzi che avevo scelto durante le audizioni e così iniziarono i primi spettacoli. Una delle prime produzioni risale al 2000 quando assieme a Patrick King -ballerino americano danzatore dal film Fame- decidemmo di dedicare una serata in onore del grande danzatore e coreografo Louis Falco, una serata ispirata alla sua vita e intitolata Vertigo.

2) Quando ebbe inizio l’avventura del Centro di danza?

R: Nel 2004 la compagnia si fermò perché da quel momento decisi di dedicarmi a quello che era stato da sempre il mio grande sogno: creare un centro di formazione professionale ex novo, una scuola con studenti provenienti da tutto il mondo.

3) Come si entra a far parte della scuola e qual è la durata del percorso formativo?

R: La scuola è a numero chiuso e vi si accede tramite un’audizione molto rigida. Abbiamo ragazzi che arrivano dal Guadalupe, dal Giappone, dall’ America, alcuni hanno già terminato gli studi e frequentano il centro di formazione al mattino, altri vanno ancora alle scuole superiori o all’università e quindi frequentano il pomeriggio. Solitamente il percorso è triennale, dopo il biennio di formazione i ragazzi entrano nel gruppo LOFT dove si occupano di montare coreografie e preparare spettacoli. Dal LOFT poi estrapolo i migliori che entrano a far parte della compagnia.

4) Immagino che lei non abbia una grande opinione sui talent che ormai da anni spopolano in tv.

R: Esattamente! Vedi il messaggio che passa guardando certe trasmissioni è un messaggio sbagliato, ovvero: tutto e subito. Negli anni 60 c’era la voglia di sacrificio, la gavetta! oggi la tv ti porta al successo immediato ma poi è un successo che si perde immediatamente. Per arrivare davvero si deve lavorare dalle 9 del mattino fino ad oltre la mezzanotte e nella scuola e nella compagnia Opus Ballet è questo il messaggio: rigore e disciplina. Ma poi vuoi mettere il respirare l’aria nei teatri, il sudore, la fatica…e quando vedi che c’ è il tutto esaurito è lì la realtà, è lì che vivi la quotidianità.

5) Parliamo del Lago dei Cigni che ha rappresentato un po’ una svolta nella storia di Opus Ballet.

R: Nel 2012 decisi di portare in scena il lago dei cigni in chiave contemporanea, quindi non il classico balletto in tutù ma una versione completamente rivisitata. Ne parlai con Loris Petrillo, una delle firme più accreditate della danza contemporanea in Italia, che accettò la sfida occupandosi della coreografia e della regia, sfida che poi si è rivelata vincente. Debuttammo infatti in ottobre con 3 serate al Cantiere Teatro Florida e ci fu il tutto esaurito. Tutt’ora la produzione è in giro in tutta Italia e continua a riscuotere grande successo.

6) La compagnia ha ricevuto il riconoscimento della Regione Toscana, come vive Opus Ballet il rapporto con le istituzioni locali in questo periodo storico non proprio felice ?

R: C’è stato un importante riconoscimento istituzionale da parte della Regione dalla quale siamo sostenuti e questo non è poco, comunque da anni cerchiamo di organizzare noi stessi manifestazioni di danza anche ad esempio con la Limonaia di Villa Strozzi con la quale speriamo anche quest’anno di poter portare in scena il Festival Crossroads, ma non dipende esclusivamente da noi; la buona volontà c’è ma tutto ha un costo e non è facile, visti i tempi che corrono tutto diventa complicato, ma serve comunque rimboccarsi le maniche, serve creare una rete e aiutarci tra le varie realtà toscane, non sperare solo nell’aiuto istituzionale o nell’aiuto della città. Collaborare con le altre associazioni o fondazioni è fondamentale perché la competizione è la morte di tutti. Guardare sempre chi fa meglio per migliorare e soprattutto riuscire a darci una mano per scollinare il periodo che culturalmente parlando ha grosse pecche.

7) Per il 2014 un’altra sfida è prevista, debutterete infatti a febbraio con una nuova produzione, Otello.

R: Dopo il grande successo del Lago dei Cigni ho deciso di fare un’altra produzione; se pur con tanti sacrifici, visto il momento di crisi, ho deciso di buttarmi e di portare in scena Otello. L’opera debutterà Il 14 e 15 febbraio al Teatro Cantiere Florida con le coreografie e la regia di Arianna Benedetti. Sarà un lavoro completamente diverso rispetto al Lago dei Cigni poiché dal mio punto di vista i danzatori devono avvicinarsi a più stili, devono essere danzatori a 360°, soprattutto per capire meglio la propria strada professionalmente parlando. Anche per questo a me non piace avere una compagnia con un’unica firma, penso infatti che sia importante, per riuscire ad emozionare il più possibile gli spettatori, poter offrire più punti di vista possibili, è fondamentale poter proporre non uno spettacolo di mera esecuzione tecnica, ma trasmettere al pubblico qualcosa di importante a livello emotivo. In ogni caso prima Loris Petrillo ora Arianna Benedetti si sono attenuti alla drammaturgia delle opere che hanno diretto, pur rivisitandole e inserendo colpi di scena, entrambi hanno fatto capire il racconto, il dramma. Il Lago dei Cigni è riuscito a trasmettere tutto questo, speriamo vi riesca anche Otello.

Otello è un dramma antico che si fa attuale, è il dramma della gelosia e del possesso che spesso non hanno un lieto fine neppure nella vita reale e che si ricollega proprio a quella che oggi è la piaga del femminicidio e della violenza sulle donne. È grande quindi l’attesa per la nuova produzione e per la nuova sfida lanciata da Rosanna Brocanello riuscire ad unire di nuovo passato e presente grazie alla forza e alla magia della danza.

L’appuntamento è fissato per il 14 e 15 Febbraio a Firenze al Teatro Cantiere Florida

Ultima modifica il Domenica, 02 Febbraio 2014 00:01
Lisa Marziali

Sono nata e vivo a Firenze. Ho frequentato l'Istituto Statale d'Arte della mia città e mi sono laureata alla Facoltà di Lettere nel febbraio del 2012 in Storia e tutela dei Beni Artistici con una tesi in Museologia dal titolo "La protezione del patrimonio artistico in Toscana durante la seconda guerra mondiale".

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