1) Vittorio de Scalzi, la storia del rock italiano con i New Trolls. Avete ripreso il progetto dei “concerti grossi”, riproponendone altri due in poco tempo: quindi ora ne contiamo ben 4. Ci parli della vostra lunga collaborazione con Bacalov, in particolare dell’ultimo concerto grosso (il numero 3) che avete fatto insieme?

Bacalov è un personaggio grandissimo e uno dei migliori direttori di orchestra: direi che dopo Morricone viene lui. Per farvi capire il genio musicale di Bacalov ho un piccolo aneddoto: un giorno ci disse di aver scritto il “concerto grosso numero 2” e che ce lo voleva far sentire. Lo seguimmo fino a un albergo che aveva un pianoforte nella hall: mentre camminavamo aveva un pacco di fogli pentagrammati e li perdeva ogni 20 metri. Noi li raccoglievamo e lui non faceva una piega: quando arrivò davanti al pianoforte e mise le mani sul piano, lì si creò un silenzio religioso. Bacalov stette in silenzio per 10 minuti finché, a un certo punto si girò e ci chiese se ci fosse piaciuto. Aveva fatto tutto nella sua mente.

2) Andiamo agli inizi dei New Trolls: invece di fare cover come tutti gli altri gruppi voi avete esordito con “Sensazioni”, un pezzo psichedelico. C’era più incoscienza, sperimentazione o cosa?

Per noi era naturale, non lo sapevamo: facevamo così perché ci veniva automatico. Ci piacevano sia i Beatles che i Rolling Stones, ai quali abbiamo pure aperto dei concerti in Italia. Ci avevano colpito tantissimo nel loro modo di stare sul palco, ma non facevamo niente per copiare le loro canzoni, cercavamo di fare le nostre.

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Ascolti i Misère de la Philosophie e sembra di ritrovarsi in un vortice di sonorità diverse, perfettamente uniformi nel loro insieme. La band piombinese, nata nel 2010, ha qualcosa che colpisce al volo l’ascoltatore: la capacità di legare l’italiano a suoni zeppi di psichedelia e a riff rock che non annoiano, anzi. Già, perché l’italiano è una lingua con una musicalità infinita: basta farla funzionare e non ucciderla trasformandola in una banalità. “L’italiano per noi rappresenta una prova alla quale abbiamo dedicato tutto il nostro lavoro” ci dicono i MDLP. E non voglio mettere un freno alle mie valutazioni positive confessando che il cantautorato del quale sono bagnati i brani di “Ka-Meh”, il loro primo album, non rappresenta per nulla una banalità, bensì un ottimo lavoro, elaborato con attenzione e cura, teso a non annoiare e a non semplificare dei testi dai significati particolari e precisi.

 

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Venerdì, 07 Marzo 2014 00:00

Tom Moto: a volte ritornano - #FD4

Basso, tromba e batteria: dopo due anni di stop tornano i Tom Moto, più carichi che mai e ancora con quel sound grezzo (ma non troppo) che ci hanno infilato in testa senza badare a togliercelo per tutto questo tempo. Ci avevano abbandonati con un lavoro pluripremiato, “Junk”, e adesso l’attesa per il nuovo album (che uscirà in primavera) si fa sempre più grande e interessante. Ma per quale motivo erano scomparsi tutto d’un tratto? Ci raccontano i Tom Moto (con un gran sorriso sulle labbra): “Il nostro batterista aveva deciso di fare un viaggio in biciletta: voleva partire alla volta di Capo Nord, da Pisa.

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Dopo più di un anno di assenza dalla scena musicale Dome la Muerte & The Diggers tornano con una formazione totalmente nuova ma soprattutto con la loro musica di sempre: un rock ‘n’ roll che sembra non voler mai morire. La band, nata subito dopo la reunion del 2005 dei Not Moving (storica band del circuito underground italiano degli anni ‘80), ha prodotto sino ad oggi tre 45 giri (Dome la Muerte & The Diggers, Diggersonz e Supersadobabi) ma ha anche subito una radicale trasformazione dopo l’esperienza solista di Dome dell’anno scorso: il posto di Lady Casanovas al basso è stato preso da Marco Serani, mentre Cristina, da Piombino (alias la “Ragazza di Acciaio”), ha sostituito Matteo “Basetta” alla chitarra. Gian Piero Palazzino, infine, si è insediato alla batteria.

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Il nome dice già tutto: gli Etruschi from Lakota sono una band rock’nroll toscana, precisamente della zona di Castelnuovo val di Cecina\Pomarance, fortemente attaccata al loro territorio (ecco il perché dei “Lakota”). Simone alla chitarra, Diego al basso, Dario alla voce, Luigi alla batteria e Pietro alla chitarra acustica: cinque ragazzi che, dopo aver suonato insieme sin dall’adolescenza, decidono, due anni fa, di dare vita a un progetto “legato al cantautorato, serio e teso al professionismo”. Ad avere un ruolo importante in tutto ciò è l’incontro con Phonarchia dischi, che produrrà il primo album: “I nuovi mostri”.

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Venerdì, 14 Febbraio 2014 00:00

Contratto Sociale Gnu-Folk - From Dawntown #1

“From Dawntown”: Il Becco si intreccia con le frequenze web di Radio Roarr.

La redazione pisana de “Il Becco comincia una nuova collaborazione con la web radio indipendente Radio Roarr – Rete Occupata Autogestita Radio Rebeldìa, iniziando dal programma “Dawntown”, in onda ogni martedì alle 22, che si occupa di intervistare gruppi musicali, per valorizzare la musica più o meno emergente del territorio, le produzioni e le etichette indipendenti, i progetti che scelgono strade alternative alla SIAE per la diffusione della loro musica. I redattori di “From Dawntown” saranno presenti durante la trasmissione radio per realizzare il loro approfondimento, per comporre la loro personale lettura della storia e della musica dei gruppi, che uscirà ogni venerdì su Il Becco accompagnata dal podcast della puntata appena trascorsa. Un giornale e una radio assieme per raccontare un universo musicale in espansione che, piaccia o non piaccia, ci parla del nostro tempo, delle nostre terre, di valori e di lotte.

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