Nata a Firenze nel 1988, sono una studentessa iscritta alla magistrale del corso di studi in scienze filosofiche. Mi sono sempre interessata ai temi della politica, ma inizialmente da semplice “spettatrice” (se escludiamo manifestazioni o partecipazioni a social forum), ma da quest’anno ho deciso, entrando a far parte dei GC, di dare un apporto più concreto a idee e battaglie che ritengo urgenti e importanti.
Da sempre i confini hanno segnato una demarcazione tra un territorio e un altro, tra il “mio” e il “tuo”. Tra ciò che è amico e ciò che rappresenta un nemico o una minaccia. Si sono fatte guerre per la difesa dei confini, per allargarli o restringerli. Li abbiamo incisi sulle cartine, sulle prime mappe, li abbiamo ridisegnati a tavolino, li abbiamo esasperati costruendo muri. Ma il confine non designa solo un limite territoriale, bensì mentale e ideologico. Entro i confini si radica e si potenzia la nostra identità. Entro i confini del mio paese è inscritta la mia storia. Entro i confini del mio corpo avverto di essere io e non un altro.
“La Costituzione Democratica è un mezzo per impedire che singoli governanti cedano alle tentazioni, oltremodo pericolose, che nascono quando troppo potere si concentra in troppe poche mani.”
Aldous Huxley
Un’iniziativa molto interessante e ricca di acceso dibattito quella organizzata dall’ANPI di Lastra a Signa, Radio Cora e l’Auser e che si è tenuta presso la Biblioteca Comunale di Lastra a Signa. Il tema era la Costituzione, che non smette mai di essere attuale, dato che da vent’anni a questa parte molti governi sembra passano volentieri il tempo a cercare di riformarla, o meglio a s-formarla. A parlarne sono stati Domenico Gallo, magistrato impegnato attivamente nella difesa della Costituzione e autore di numerosi libri e Francesco Baicchi, coordinatore della Rete per la Costituzione, con la moderazione (ma non solo) e le ottime domande di Domenico Guarino, direttore di Radio Cora. Senza dimenticare il contributo satirico e visivo apportato dalle vignette della giovane e promettente fumettista Olga Mazzolini che hanno colto in maniera sorprendentemente pungente ed efficace e a volte anche ferocemente ironica, i punti salienti della Riforma Costituzionale. Anche se credo, ahimé, che il riso suscitato dalle simpatiche “incursioni fumettistiche”sia stato un riso piuttosto amaro.
“Il razzismo è una malattia. È un cattivo funzionamento della mente che compromette le relazioni umane, è una malattia psichicamente contagiosa conseguente al fatto che una mente predisposta viene infettata da idee false, patologiche, che producono ostilità verso altri gruppi e verso i loro membri.”
Ashley Montagu
Questo non è un vero e proprio articolo. Piuttosto uno sfogo. Lunedì sera, facendo zapping alla televisione alla ricerca (abbastanza vana) di qualche film, sono incappata in un servizio trasmesso da Piazza Pulita, il programma condotto da Corrado Formigli in onda su La7. Il tema era l’immigrazione, dopo una prima parte dedicata al lavoro. Il video mostrava l’ira di decine di residenti di una palazzina a Marino che protestavano animatamente – per usare un eufemismo – contro la disposizione del prefetto di Roma di adibire alcuni appartamenti del palazzo in gestione ad una cooperativa sociale, a 78 richiedenti asilo. La minaccia di trovare il proprio palazzo invaso da “stranieri che rubano e stuprano bambini” ha scatenato le reazioni più bieche e violente della “brava gente” di Marino. Una mamma dice al giornalista che sua figlia non vuole tornare più a casa e che anche lei stessa è seriamente preoccupata perché “io non sarò più libera di uscire la sera, le mie figlie non potranno più girare in bicicletta, perché si sa che usanze hanno questi profughi”.
“Ad un tratto nel vuoto della finestra si profilò a mezza vita la figura di un ufficiale tedesco. Era piccolo e con un viso freddo pieno di ferocia. Dopo avermi osservato a lungo mi disse: - Come ti chiami? – Chiodi Pietro. – Che mestiere facevi? – Il professore. – Quanti anni hai? – Ventinove. –“
da “Banditi” di Pietro Chiodi
L’altro intervento della giornata di studi in memoria di Pietro Chiodi su cui vorrei soffermarmi è stato quello di Andrea Mecacci, professore di Estetica presso l’Università degli Studi di Firenze, che ha concentrato il suo discorso su Banditi, il diario dell’esperienza partigiana vissuta da Chiodi. Il libro fa capire chi era quest’uomo, fa comprendere come senza l’esperienza raccontata in queste pagine probabilmente non sarebbe stato possibile neanche il suo magistero, che è innanzitutto un “magistero umano, nel più alto senso del termine”.
“Fuori si sentono voci tranquille di passanti e grida di bambini. Un terribile pensiero mi prende. Perché mi sono impeganato in questa lotta? Perché sono qui quando tanti più sani e forti di me vivono tranquilli sfruttando la situazione in ogni modo? […] Mi ricordo con precisione: una strada piena di sangue e un carro con quattro cadaveri vicino al Mussotto. Il cantoniere che dice: <È meglio morire che sopportare questo >. Sì è allora che ho deciso di gettarmi allo sbaraglio. Avevo sempre odiato il fascismo ma da quel momento avevo sentito che non avrei più potuto vivere in un mondo che accettava qualcosa di simile, fra gente che non insorgeva pazza di furore, contro queste belve. Una strana pace mi invade l’animo a questo pensiero. Ripeto dentro di me: < Non potevo vivere accettando qualcosa di simile. Non sarei più stato degno di vivere ”
da “Banditi” di Pietro Chiodi
Quanto v'è di certo nella morte è un po' mitigato da quanto v'è d'incerto: è un indefinito nel tempo, che ha in sé qualche cosa dell'infinito e di ciò che chiamiamo eternità.
Jean de La Bruyère
In questi giorni (15-16-17 maggio) si è tenuto, in vari luoghi di rilevanza della città di Firenze (Palazzo Vecchio, Gabinetto Viessieux, Biblioteca delle Oblate, Sinagoga e altri), il Festival delle religioni, organizzato dalla dottoressa in filosofia Francesca Campana Comparini, che come sottotitolo ha avuto “anadareoltre”, perché, come si legge nel volantino “è arrivato il momento di andare oltre, di prendere coscienza non solo della pluralità dell’esistenza ma di riconoscere il nostro volto in quello di chi ci sta di fronte, come disse Levinas. Oltre il fanatismo, oltre la mortificazione della vita, della razza, delle idee e infine dell’uomo.” Tra le varie conferenze che hanno visto ospiti importanti e noti quali Zygmut Bauman, Piergiorgio Odifreddi, Valdo Spini, Vincenzo Cantone, Ennio Morricone e tanti altri, presso l’Altana delle Oblate c’è stata quella che vedeva come relatori Paolo Ruffini, giornalista e direttore di TV2000, Vito Mancuso, teologo e scrittore di successo e Sergio Givone, filosofo di Estetica presso l’Università degli Studi di Firenze ed ex Assessore alla Cultura. Comparini dà avvio al dibattito citando le parole di Sant’Agostino: “non uscire da te stesso; rientra in te: nell’intimo dell’uomo risiede la verità, e se troverai che la tua natura è mutevole, trascendi anche te stesso […] Tendi pertanto là dove si accende il lume vero della ragione” e poi passa la parola a Ruffini.
”..E il suo nome, a motivo dell’essere amministrata non nell’interesse dei pochi ma dei molti, è democrazia, e secondo le leggi ciascuno ha pari diritti nelle dispute private, e per quanto riguarda la considerazione dei cittadini ognuno, secondo quanto si distingue in qualche campo, nell’amministrare le faccende pubbliche non è stimato per la classe sociale da cui proviene più che per il suo valore..” (Tucidide, II 37)
Democrazia. Questa parola la usiamo ogni giorno, la sentiamo in televisione, la leggiamo nei giornali, la osanniamo, la innalziamo come vessillo contro i regimi dittatoriali, ci promettiamo – ma sempre troppo tardi – di difenderla dal potere autocratico dell’uomo solo e del suo entourage, o dalla “dittatura del mercato” che la schiaccia, o anche più semplicemente da certe azioni e decisioni politiche che a volte, per non dire spesso, la tradiscono, la mortificano, la vituperano, la uccidono.
Anche quest’anno è arrivato il primo marzo e come già da molti anni non è stato un primo marzo qualunque. Infatti in occasione della giornata internazionale del migrante, la rete Primo Marzo di Firenze, insieme al comitato antirazzista Firenze, all’Arci, alla CGIL Firenze, a MEDU, all’associazione L'Altro Diritto, al Centro Sociale Valdese di via Manzoni, ha organizzato proprio in una sala di quest’ultimo una serata all’insegna dell’antirazzismo e dell’accoglienza.
Venerdì 27 e sabato 28 febbraio il gruppo Libertà e Giustizia ha promosso un convegno fitto di appuntamenti che hanno visto relatori noti e importanti, da Gustavo Zagrebelsky, a Barbara Spinelli, a Tommaso Fattori, Nando Dalla Chiesa, Marco Travaglio, Donatella Della Porta, Paul Ginsborg e molti altri, dal titolo, particolarmente attuale, La democrazia minacciata, tenutosi presso l’Auditorium di Sant’Apollonia a Firenze.
“La pienezza dell'amore del prossimo è semplicemente l'essere capaci di domandargli: "Qual è il tuo tormento?" (Simone Weil)
È il teologo e filosofo gesuita Armido Rizzi a concludere il ciclo eros, philia, agape organizzato dalla fondazione Niels Stensen di Firenze. Lo studioso di teologia esordisce prendendo spunto dall'occasione offerta dalla data del 14 febbraio, il giorno degli innamorati. Non tutti sanno infatti che San Valentino, morto appunto il 14 febbraio del 1273 diventò il protettore degli innamorati perché celebrò l'unione di un pagano e una cristiana.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).