Se però le zanzare normali sono una scocciatura per le loro punture, il rossore, il prurito, sicuramente peggio sono quelle della specie Anopheles gambiae, responsabili della trasmissione della malaria, malattia non vaccinabile, combattuta solo attraverso una profilassi (abbastanza invasiva e non completamente efficace) e la bonifica delle acque stagnanti. La malaria continua ad essere una piaga (più di 200 milioni di casi e circa 400.000 decessi nel 2016) in molte regioni tropicali e subtropicali dell’Asia, del Sud America e dell’Africa e per questo la ricerca nel campo continua senza sosta.
Una della soluzioni più innovative, per quanto drastica, è stata pubblicata a fine settembre su Nature Biotechnology1 da un gruppo dell’Imperial College di Londra coordinato dall’italiano Andrea Crisanti. In questo lavoro i ricercatori hanno puntato sull’editing genetico per inserire geni adatti a sterilizzare le zanzare femmine e, di conseguenza, sterminare l’intera popolazione nel giro di una decina di generazioni. La tecnica utilizzata, Crispr2, permette di tagliare filamenti di DNA per inserire sequenza mutate o singole mutazioni capaci di produrre determinati effetti una volta che il filamento viene ripristinato. Ingegneria genetica al servizio di molti settori, dalla ricerca contro il cancro a quella contro le malattie genetiche, per finire con questa ultima sua applicazione contro la malaria.
Più nello specifico, come si può leggere nel lavoro pubblicato, l’obiettivo era il gene doublesex, quello cioè che determina il sesso: la zanzara maschio e quella femmina con una sola copia di gene mutato non subiscono effetti, mentre la zanzara femmina con entrambe le copie diventa sterile, non punge e non depone le uova. La vera novità però è stata la combinazione della tecnica Crispr con quella del Gene Drive che consente di aumentare in maniera esponenziale la probabilità che la mutazione passi di generazione in generazione, arrivando addirittura a sfiorare il 100%. Questo consente già dopo poche generazioni di decimare la popolazione, di rendere sterili la maggioranza delle zanzare femmine e quindi, in un intervallo tra le 7 e le 10 generazioni di estinguere completamente la specie. Inoltre il gene doublesex, presente in quasi tutti gli insetti, potrebbe rendere questa tecnica molto appetibile anche per le altre specie di zanzara che trasmettono la malaria o altre malattie.
Resta però da chiarire il lato etico. La scienza, in particolare questa ricerca, ci fornisce un grandioso strumento per combattere una malattia che miete moltissime vittime ogni anno in tutto il mondo, ma allo stesso tempo lo fa attraverso una tecnica che porterebbe all’estinzione una specie animale. Due sono quindi gli aspetti da approfondire: il primo riguarda la cancellazione volontaria e programmata di una specie animale, il secondo invece sulle eventuali ripercussioni ecologiche che tale sparizione potrebbe porterebbe al Sistema Terra e, di conseguenza, all’uomo stesso. Non esistono risposte preconfezionate a queste domande.
Non si possono prevedere con esattezza le conseguenza sull’ecosistema, né si può dire con certezza se l’estinzione delle zanzare sia cosa giusta o meno. Restiamo solo con questo dato di fatto: la scienza ci mette nella condizione di risolvere un problema attraverso un prodigio tecnologico, ma può tranquillamente portarci incontro ad altri problemi o a scontrarci con questioni etiche e filosofiche per nulla banali. La scienza è neutrale, ma le sue applicazioni non lo sono mai. Per questo è bene imparare a conoscere! Anche quando si tratta di zanzare e della possibilità di farle estinguere.
1 https://www.nature.com/articles/nbt.4245
2 https://www.wired.it/scienza/lab/2017/11/07/animazione-crispr-editing-genetico/
Nell'immagine, esemplari di A. gambiae nel laboratorio di ricerca sui vettori della malaria del National Institute of Allergy and Infectious Diseases statunitense, da commons.wikimedia.org