In nome del decoro, nelle città neo-liberali (II)
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Mendicanti, venditori ambulanti, clochard, rom e sinti, migranti, bancarelle abusive, “tossici”, centri sociali, murales e graffiti, manifesti abusivi… sono queste le vittime contro cui si scagliano i poteri istituzionali, l’ideologia del decoro e del bello, della purificazione che maschera il suo intento politico di “eliminazione” dell’alterità non conforme e non normata, dell’alterità inutile, che non produce né spende.
La verità, il dialogo e il confronto... su un treno
Siete appena saliti su un treno, di quelli ad alta velocità probabilmente.
Scienza e fede
Scienza e religione possono convivere? Se sì, come? Domanda molto stuzzicante, non credete?!? Nei miei articoli più volte ho sfiorato l’argomento religioso e quasi sempre come contraltare negativo rispetto al progresso scientifico, visto come inarrestabile. Tant’è che andando oggi a cercare un tema sul quale cimentarmi ho pensato “Ma non è che forse ho un po’ esagerato? Non varrebbe la pena puntualizzare qualche dettaglio?”.
Perché è importante non parlare coi fascisti: La trappola retorica della libertà di parola
In un precedente articolo abbiamo dato una prima nostra opinione sui meccanismi di legittimazione della presenza fascista nel dibattito pubblico. Soggetti che hanno ruoli di guida culturale della società (giornalisti, docenti, dirigenti scolastici, sindaci ecc.), con le motivazioni più varie, hanno ritenuto appropriato consentire a individui che espressamente si richiamano al fascismo storico di esprimere pubblicamente le loro deliranti idee.
Lotte delle donne: una storia di felicità nella politica (II)
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Il movimento globale delle donne rimanda ad altri episodi in cui si unisce il protagonismo (o la presenza) femminile alla felicità della politica o, se vogliamo, alla politica della felicità, per ricordare di nuovo il tema della Sis.
Lotte delle donne: una storia di felicità nella politica (I)
Oggi è l’otto marzo e chi scrive non è particolarmente incline a commemorazioni particolari su quanto la donna debba essere omaggiata: per quel che mi riguarda più che l’omaggio e la retorica di queste commemorazioni è importante la dignità dell’essere umano donna, e quindi i suoi diritti sul piano sociale, economico e politico, così come la dignità di qualsiasi essere umano ancor più “minoritario” e che gode di ancora meno parità socio-politica ed economica.
Italian theory: se esiste che si sporchi le mani
In un articolo di qualche tempo fa, pubblicato dal sito Le parole e le cose, Barbara Carnevali lanciava una provocazione contro il «simulacro di filosofia» che ha preso recentemente piede nelle università di tutto il mondo (occidentale), definibile secondo la filosofa con il termine «Theory»: «un amalgama di idee e formule di varia provenienza disciplinare (prevalentemente filosofia, psicanalisi e sociologia), estratte da un canone di autori disparati ma accumunabili in una generica postura radicale (Marx, Nietzsche, Lacan, Foucault, Deleuze, Bourdieu, Agamben, Said, Spivak, Butler, Žižek, l’onnipresente Benjamin, l’uscente Derrida, la new entry Latour…), fuse in un solo crogiolo e ridotte a un’agenda tematica angusta: il potere, il bios, il genere, il desiderio e il godimento, il soggetto e le moltitudini, la coppia dominanti-dominati, il capitale e lo spettacolo, etc»1.
Il nuovo Foucault al Gabinetto Vieusseux
È sempre difficile provare a parlare di un pensatore tanto produttivo e complesso quanto Michel Foucault. Ancor di più tentare di racchiudere il suo pensiero o i suoi “pensieri”, dato che, considerando le numerose fasi della dottrina foucaultiana, i critici parlano di un primo, di un secondo e se vogliamo, persino di un terzo Foucault). Ci hanno provato Manlio Iofrida, professore di storia della filosofia al Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna e Diego Melegari, con il loro “Foucault”, libro edito da Carocci e la cui presentazione è stata organizzata lunedì 27 novembre presso il Gabinetto Vieusseux dal Gruppo Quinto Alto. Oltre agli autori del libro erano presenti Stefano Berni, cultore della materia in Filosofia del Diritto a Siena e che a lungo si è occupato della filosofia francese contemporanea e Stefano Righetti, altro esperto del pensiero foucaultiano e che fa parte del Coordinamento delle “Officine Filosofiche” e del Gruppo Quinto Alto, che hanno introdotto l’opera dei due filosofi e hanno posto alla loro attenzione questioni interessanti e stimolanti sollecitazioni. Nell’introdurre i relatori, Ubaldo Fadini, professore di Filosofia Morale presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze, afferma che il “Foucault” di Iofrida e Meregari non è la solita monografia sul pensiero di un autore né l’ennesima tesi di dottorato di un giovane studioso, ma è qualcosa di più. L’opera dei due autori infatti, si pone il problema della spendibilità e della possibile attualizzazione del pensiero foucaultiano, del significato che questo può avere oggi mettendo però anche in luce le criticità e le problematiche presenti nella ricerca dell’autore francese.
Si conclude la terza edizione del Festival delle Religioni, la manifestazione fiorentina che si pone l’obiettivo di parlare di religione e degli influssi che essa ha nella società, “ponendo una lente di ingrandimento non soltanto su ciò che unisce ma anche su ciò che divide, su ciò che spesso è motivo di scontro, affinché una più approfondita conoscenza delle differenze arricchisca il panorama culturale del nostro mondo” . Qui vi proponiamo una sintesi della conferenza pomeridiana “Religioni di pace o di guerra?” che ha visto la partecipazione di Michel Maffesoli, sociologo di fama internazionale e professore di Scienze Umane presso l’Università della Sorbonne di Parigi, e di Ernesto Galli Della Loggia, editorialista del Corriere della Sera e professore ordinario di Storia Contemporanea presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane (SUM). Ha moderato Alberto Negri, inviato speciale del Sole 24 Ore, esperto di politica internazionale e Medio Oriente.
La scomparsa del pensiero (Ermanno Bencivenga): la logica come pratica di liberazione
Ermanno Bencivenga riassume il proprio ruolo così: «io studio e pratico filosofia; traffico in idee; il contributo che posso dare alla conversazione pubblica consiste in idee almeno in parte nuove». Il suo ultimo libro, edito da Feltrinelli, si propone con un titolo suggestivo: La scomparsa del pensiero. Perché non possiamo rinunciare a ragionare con la nostra testa.
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