Mercoledì, 26 Luglio 2017 00:00

La scomparsa del pensiero (Ermanno Bencivenga): la logica come pratica di liberazione

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La scomparsa del pensiero (Ermanno Bencivenga): la logica come pratica di liberazione

Ermanno Bencivenga riassume il proprio ruolo così: «io studio e pratico filosofia; traffico in idee; il contributo che posso dare alla conversazione pubblica consiste in idee almeno in parte nuove». Il suo ultimo libro, edito da Feltrinelli, si propone con un titolo suggestivo: La scomparsa del pensiero. Perché non possiamo rinunciare a ragionare con la nostra testa.

L’autore, attraverso la logica, tenta di indagare una delle minacce di cui l’umanità sembra essere meno consapevole. La perdita della capacità di ragionare ci appare come una “catastrofe gentile” perché non sembra avere conseguenze negative, proponendoci un’analogia rispetto all’esternalizzazione di altre pratiche umane delegate a delle macchine.

Obesità, malattie cardiovascolari ed altre patologie accompagnano quei Paesi in cui non prevale più il lavoro nei campi o lo sforzo diretto all’interno delle fabbriche. Si moltiplicano palestre, centri benessere, consulenti nutrizionali ed altre realtà analoghe. Nel frattempo non mancano centri di riflessione, spazi per rifugiarsi dalla frenesia quotidiana, con il consolidarsi di pratiche di yoga o altre forme di meditazione spirituale.

Distinguendo tra necessità e bisogno Bencivegna denuncia la sottovalutazione relativa alla pratica della ragione, peculiare per l’uomo nel renderlo diverso rispetto alle altre specie animali. «Quel che ci è necessario per vivere meglio (e più a lungo) appare spesso irrilevante se non si presenta con l'urgenza, con la pena associate al bisogno». Il libro è un manifesto impegnato a sviluppare consapevolezza per un problema dalle immediate ricadute politiche. Suggestivamente viene richiamata la vittoria di Trump, associata, nelle cause, alla degradazione del dibattito pubblico italiano. Il prevalere della complessità del pensiero permetterebbe una maggiore capacità di confronto e comprensione della realtà.

Bencivenga rifiuta una contrapposizione tra ragione e sentimento. «Logos, ethos e pathos agiscono tutti manipolando le nostre passioni, le nostre emozioni; la differenza è quali emozioni siano». Tra Martin Luther King e Hitler le differenze risultano ovvie a chiunque.

Un'ulteriore preziosa precisazione riguarda la presunta differenza tra comunicazione e contenuto. Utilizzando l'esempio del dibattito tra Renzi e Zagrebelsky durante la campagna elettorale del referendum costituzionale 2016, ci viene dimostrata la consapevole scelta di un registro comunicativo vuoto, teso a veicolare messaggi semplificati. Non è il mezzo televisivo a determinare un arretramento culturale del messaggio politico, ci sono precise responsabilità di chi sceglie un utilizzo anzichè un altro.

L’autore, docente accademico in California ma ancora attivo in Italia, è convinto della necessità di fare fronte concretamente ed immediatamente alla situazione, a partire dalla scuola e rafforzando meccanismi di formazione permanente.

Esercitare la mente attraverso la logica, intendendo quest’ultima come capacità autonoma di pensiero e non come linguaggio formale, riducendo la distanza tra gli studi ed il quotidiano.

Cosa vuol dire riappropriarsi delle sfumature dei significati, rifiutando di accettare passivamente la delega fornita alle nuove tecnologie? La risposta non è tanto nello scegliere di rinunciare a Google Maps quando ci si trova in un’area geografica ignota, quanto mantenere le capacità di non ritrovarsi completamente impotenti laddove il dispositivo mobile, ad esempio, si ritrovi senza batteria.

Si deve affiancare alla lotta contro l’analfabetismo informatico quella contro l’analfabetismo logico.

La diffusione degli Thinking Skills Assessment è una delle vie suggerite, attraverso la proposta di quesiti proposti nei test di Oxford per misurare le capacità di ragionamento degli studenti. Si tratta di esercizi di ragionamento utili ad evitare la scomparsa del pensiero. In realtà sarebbe fondamentale rafforzare l'importanza di mettere in discussione gli stessi parametri che deteriminano quali risposte siano giuste, perchè come anche l'autore precisa è fondamentale rimuovere un grave fraintendimento: il ragionamento è utile se viene praticato, non se rimane astratta teoria, accessibile a pochi.

Inoltre è indispensabile utilizzare la logica per mettere in discussione le certezze, anziché costruire sistemi con presunzione di autosufficienza.

L’insegnamento filosofico di fondo rimane il prezioso messaggio che arriva dall’antica Grecia: mettere in discussione le certezze. “L’analisi è una forma di liberazione”, indispensabile per aspirare a cambiare il mondo e, soprattutto, per evitare di essere controllati attraverso il metodo più efficace, ossia la diffusione di stupidità.

Il pensiero è pratica individuale, da condividere e mettere in discussione, l’applauso ed il tacito consenso ci convincono invece che bevendo Nespresso potremo diventare affascinanti quanto George Clooney.


Ermanno Bencivenga, La scomparsa del pensiero, Feltrinelli, 144 pagine, ISBN: 9788807173202, 15.00 €

Immagine di copertina liberamente ripresa da www.medicinapiccoledosi.it

Ultima modifica il Martedì, 25 Luglio 2017 12:28
Dmitrij Palagi

Nato nel 1988 in Unione Sovietica, subito prima della caduta del Muro. Iscritto a Rifondazione dal 2006, subito prima della sconfitta de "la Sinistra l'Arcobaleno". Laureato in filosofia, un dottorato in corso di Studi Storici, una collaborazione attiva con la storica rivista dei macchinisti "ancora IN MARCIA".

«Vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (Victor Serge)

 

www.orsopalagi.it
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