Sabato, 08 Febbraio 2014 00:00

RoboCop, inutile ma senza danno

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Il remake di RoboCop doveva uscire nel 2010. Darren Aronofsky rinuncia al progetto, che finisce nelle mani di José Padilha, reduce dai successi dei due Tropa de Elite e appassionato del cult del 1987.

Sul web ovviamente si aggira una nutrita schiera di utenti che sostiene il pregiudiziale “non sentivamo il bisogno che venisse rifatto RoboCop”. È chiaro. Infatti, per fortuna, nessuno ripropone le logiche di 26 anni prima. L’intervento sulla storia è significativo e il film si adatta a un pubblico più ampio, soprattutto in termini di età anagrafica. Assomiglia a un film della Marvel piuttosto che a un noir fantascientifico.

Secondo il registra dovrebbe essere un “film filosofico più che d’azione”, anche se da questo punto di vista non può competere minimamente con l’originale. L’opinionista televisivo interpretato da uno smagliante Samuel L. Jackson è un insieme di stereotipi cinematografici efficace quanto infantile. Il messaggio però passa, seppure allungato in una versione romantica della storia (vedere Alex Murphy con moglie e figlio fa più effetto di vedere una sua mano sopravvivere alla robotizzazione).

L’originale ora e mezzo arriva a due ore abbondanti, agganciando scenari di guerriglia e sequenze di pura azione.

Nel corso del film ci si interroga sul perché si sia voluto rendere più compatibile al grande pubblico un sacro film degli anni ’80: poi però tutto si riallaccia e la riscrittura del mito acquista un senso compiuto, soprattutto se paragonata a remake imbarazzanti prodotti nel recente passato.

Non c’è fascino, non c’è ironia. È un’operazione commerciala ben amalgamata, con cui godersi Gary Oldman e Michael Keaton, uno scorrere nervoso ma fluido delle telecamere, una divertente colonna sonora, scenari e costumi capaci di innovare senza tradire eccessivamente la visione futuristica costruita nell’originale dell’87.

Sarà che era legittimo attendersi un disastro, ma il consiglio è di vedersi il film sul grande schermo. Si può paragonare la riuscita dell’operazione allo Star Trek di J.J. Abrams.

Astenersi snob, imperdibile per chi sa ancora divertirsi e lasciarsi trasportare con poco.

[Sui robot usati come forza di intervento armato per evitare di mettere a rischio la vita dei soldati, si veda qui un recente articolo che testimonia come sia uno scenario realmente auspicato in settori dell'esercito USA]

[Voto 7 su 10]

[Robocop, USA 1987, fantascienza, durata 101', regia di Paul Verhoeven]

Dmitrij Palagi

Nato nel 1988 in Unione Sovietica, subito prima della caduta del Muro. Iscritto a Rifondazione dal 2006, subito prima della sconfitta de "la Sinistra l'Arcobaleno". Laureato in filosofia, un dottorato in corso di Studi Storici, una collaborazione attiva con la storica rivista dei macchinisti "ancora IN MARCIA".

«Vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (Victor Serge)

 

www.orsopalagi.it
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