In mezzo alla sala cinematografica capita di iniziare a ricollegare le immagini con altri film visti in passato e allora si entra in un flusso di pensieri da cui si rischia di non uscirei, in cui si susseguono titoli su titoli, distraendo da quanto invece viene proposto sullo schermo. Meglio lasciare alle esperienze personali di ogni spettatore le suggestioni che più funzionano.
In troppi citano Source Code come paragone, in pochi evidentemente pensano a Gamer.
Edge of Tomorrow è in grado di attingere a piene mani anche nel campo videoludico e mescolare tutto in modo piacevole.
Se non riuscite a non dire continuamente "già visto" è meglio rimanere alla larga dal film.
Altrimenti vi ritroverete con un buon soggetto, il cui punto di forza è una trama in grado di piegare un Tom Cruise che è perfetto nel ruolo di pavido ingranaggio del sistema che vive di apparenze.
Anche Emily Blunt è adatta nel plastificarsi in icona bellica priva di umanità.
Due protagonisti per cui non proverete molta simpatia, da osservare senza ostilità mentre si muovono in scenari seriali, proponendo un condensato accogliente di luoghi comuni hollywoodiani (dal non brillante umorismo alla schematica caratterizzazione dei personaggi).
Efficace è la resa del "fallisci-ritenta", analoga a quella di chi è abituato ai videogiochi (di buon livello), in cui si riesce ad apprezzare l'evoluzione dei dettagli.
Doug Liman è più capace di Spielberg nell'usare Cruise in campo fantascientifico, anche per merito della sceneggiatura di Christopher McQuarrie, che ha già scritto (e diretto) una delle star cinematografiche più chiacchierate dell'occidente (per l'adesione a Scientology e altre questioni non inerenti al cinema).
Il regista non ha un grande passato alle spalle. Tolto il merito di aver iniziato la saga di Bourne ha collezionato una serie di deludenti titoli ambiziosi. Qui c'è forse la stessa voglia di stupire, ma riesce a dissolversi davanti a un prodotto per l'intrattenimento del grande pubblico di buona qualità e ottimo livello.
Chi vuole apprezzare gli omaggi a Del Toro (ed altri) potrà perdersi nei dettagli, altrimenti sarà una gradevole distrazione, anche grazie al direttore della fotografia Dion Beebe (premio oscar che ha lavorato con Michael Mann, anche in Collateral) e alle scenografie di Oliver School (con una significativa esperienza nel cinema di questo genere).
Deludente la colonna sonora.
In attesa di poter leggere il fumetto il sospetto è che la trama sia stata semplificata e standardizzata nella trasposizione.
La ripetitività è il punto di fondo del film, non gli si può rimproverare di avere poco di non visto.
Comunque valido, più di tante altre pellicole con maggiori ambizioni.
Voto 6 su 10
Edge of Tomorrow, USA, 2014, fantascienza, 113', regia di Doug Liman