Domenica, 23 Novembre 2014 00:00

Il lavoro: anche nel cinema il tema è scottante

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Sarà una casualità, ma nel mese di novembre in Italia sono uscite diverse pellicole che parlano di etica e lavoro. Anche gli artisti sembra che stiano dedicando parecchio tempo e spazio a questo tema. Molti di voi vivono questa situazione sulla propria pelle (compreso chi vi scrive), quindi è inutile stare a dire per l'ennesima volta che in Italia la situazione è drammatica. In ogni caso in questi giorni al cinema sono usciti 3 film che hanno una linea comune: quando mancano l'etica e l'umanità, il lavoro o viene fatto male o non c'è. Questa cosa ,che molti stanno denunciando con una discreta forza, è poco gradita ai quartieri alti. Non ci sentono, ma, come direbbero Ken Loach (che uscirà al cinema con l'ottimo “Jimmy's Hall" il prossimo 18 dicembre) e i fratelli Dardenne, qui sono in ballo milioni di vite umane.

 

Tutti ci stiamo chiedendo quale sia la cura. Anche Franco Battiato nella sua canzone più famosa prova a dare la sua ricetta dicendo che “percorreremo insieme le vie che portano all'essenza” (della vita) con i sogni che attraversano il mare “più veloci di aquile”.

Ma in questi tempi bui è necessario proteggere le persone “dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo”, sollevarle “dai dolori e dagli sbalzi d'umore” oltre che dai fallimenti e dalle paure che talvolta ci faranno vacillare.

Questa canzone potrebbe essere tranquillamente la descrizione del film “DUE GIORNI, UNA NOTTE” dei fratelli Dardenne (se Vi ricordate avevo già parlato quest'estate di questo film qui). Devo dire che doppiato mi ha fatto maggiore effetto perché non conosco il francese. In più, si sa, a leggere i sottotitoli si perdono alcuni aspetti del film. Ecco perchè il voto è più alto.

Il cinema dei Dardenne si sa è semplice, essenziale,reale,dalla parte degli umili. Il tema del lavoro era già stato affrontato in “Rosetta”, ma in quest'ultima opera i fratelli belga si superano.

La loro pellicola parla di Sandra (ennesima straordinaria prova del premio Oscar Marion Cotillard) che, causa depressione, ha preso un periodo di riposo. Il lavoro del marito (Fabrizio Rongione) non basta per campare anche due figli. Lavora in una ditta che produce pannelli solari. La concorrenza con i giganti asiatici, si sa, è insostenibile a livello di costi del lavoro. I suoi capi scelgono il taglio del suo posto e, per non ammetterlo pubblicamente, escogitano una “bella trovata”: licenziamento di Sandra e bonus economico per gli altri 16 lavoratori. Per i “veterani” è circa di 1000 euro. Mica noccioline. Per altri è in ballo il rinnovo del contratto a termine.

Modernizzare il lavoro è davvero sinonimo di perdita di diritti? La precarietà è la soluzione all’endemica perdita di competitività dell’Europa nei confronti del gigante asiatico?
Viene fatta la votazione il venerdì: l’esito è scontato, ma è palesemente influenzato dai padroni. Nel frattempo Sandra ha il weekend (i due giorni e una notte del titolo) per convincere i suoi colleghi a puntare su di lei. Le bastano 9 voti. 

Così si mette velocemente jeans, una semplice canottiera (verde, rosa o arancione) e stivaletti e, armata di borsa, si mette a bussare alle porte dei colleghi per sovvertire il risultato della votazione.Ce la farà Marion (bella anche senza trucco e depressa) a far ricredere gli altri lavoratori?

I Dardenne, in tempi di crisi, pongono un problema fondamentale: puntare sull’umanità o sull’avidità?

Si sa che bussare alle porte oggi è difficile. Potrebbe capitare di prenderle in faccia. Ed è un po' quello che succede alla nostra protagonista fino al lunedì mattina,giorno in cui viene rifatto il voto in segreto. E il finale è veramente toccante e importante. E pone un quesito fondamentale per comprendere il presente. Non voglio rovinarvi il finale,ma è importante che lo vediate. In più c'è una colonna sonora di livello,impreziosita da “Gloria” dei Doors.

Detto questo passiamo ad un altro film importante sul tema: “LO SCIACALLO” di Dan Gilroy (fratello di Tony Gilroy della saga Bourne). È la storia di Louis Bloom (un ottimo Jake Gyllenhaal), disoccupato senza alcuna formazione professionale. In Italia si direbbe che rientra nella media. È determinato a trovare lavoro come fanno in tanti senza successo. Per caso una sera assiste a un incidente. Nota che delle persone con videocamera filmano gli incidenti per vendere le loro riprese ai network televisivi.

A Louis si accende una lampadina: perchè non farlo anch'io? Si procura una videocamera, una radio a bassa frequenza per captare il canale della polizia di Los Angeles e inizia a fare a riprendere ogni situazione, anche la più cruenta. Inizia a vendere le immagini in esclusiva al network di Nina (Rene Russo,moglie del regista). Il suo spingersi oltre a tutte le situazioni lo porta ad essere premiato e gratificato economicamente. Cosa piuttosto grave. Il suo “manipolare” lo porta ad avere il coltello dalla parte del manico finendo per divenire il proprietario di un business in espansione,oltre che a uno sciacallo.

"L'immagine del nostro notiziario che devi avere in mente è quella di una donna seminuda e sgozzata che corre in strada cercando aiuto" – è l'imperativo che Nina dà a Louis.

Fino a che un giorno il giovane Bloom, per realizzare uno scoop, arriva perfino a interferire in un omicidio arrivando sul luogo del delitto prima della polizia. 

Un grande film agghiacciante e illuminante sui limiti di una persona e sullo stretto confine tra sangue e dollari. Jake Gyllenhaal è straordinariamente irritante dando la sensazione che per trovare lavoro oggi devi sporcarti le mani e la morale. Ricchissimo di omaggi: c'è sicuramente qualche elemento di “Drive” di Nicolas Winding Refn oltre che de “I soliti sospetti” di Bryan Singer (Gyllenhaal “omaggia” Kayser Soze quando esce dal palazzo alla fine). Ma c'è tanta spietata realtà e adrenalina. Anche qui gran finale che fa molto riflettere.

Infine bisogna dire che è uscito un film interessante in Italia sul tema del lavoro: “Scusate se esisto” di Riccardo Milani, già regista del riuscito “Benvenuto Presidente”.

Qui debutta alla sceneggiatura, oltre a essere la protagonista, sua moglie: ovvero Paola Cortellesi che ricompone la coppia comica di “Nessuno mi può giudicare” con Raoul Bova.

Si parla di donne e lavoro in Italia. C'è una donna architetto di nome Serena Bruno (Cortellesi) che decide di rientrare in Italia dopo un periodo all'estero. Ma si sa che da noi è difficile trovare stabilità. Per poi per una donna le percentuali sono ridotte al lumicino. Serena si adatta e va a fare la cameriera in un ristorante di buon livello, gestito da Francesco (Raoul Bova). Lei ovviamente se ne innamora (tipico canovaccio della commedia all'italiana) ma lui è gay. Nel frattempo partecipa ad un bando per la riqualificazione del quartiere Corviale. Convocata per esporre il progetto, si sente chiedere dov’è l’architetto Bruno Serena.  Ed ecco il lampo di genio: si finge la segretaria di Francesco che assume questa nuova identità. In più dovrà cercare di essere anche eterosessuale e di avere un figlio con la sua segretaria...

Il tratto comune della storia è il mascherarsi dietro altre identità, di perdere fiducia in se stessi e negli altri.  La sceneggiatura non è nuova (ci sono diversi espedienti tipici del cinema italiano, finale incluso), il film non è originale ma nonostante i limiti si ride anche grazie ai coprotagonisti della vicenda (Fantastichini, Savino, Fortuna).

Però è una storia che secondo me fa bene al nostro Paese e soprattutto ridà un po' di sorriso ai quei soggetti un po' più svantaggiati, tra cui metto anche le donne (ovviamente non da un punto di vista sessuale).

Ricordate di non perdere la speranza e, se potete, andate al cinema. Perchè per ritrovare sé stessi anche la settima arte può fare la sua parte.


DUE GIORNI,UNA NOTTE (Francia,Belgio 2014)

Regia: Jean Pierre e Luc Dardenne

Cast: Marion Cotillard, Fabrizio Rongione

Durata: 1h e 35 min

Distribuzione: BIM

Per organizzare proiezioni scolastiche 

Numero verde 800 931105 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

VALUTAZIONE: **** 


 

LO SCIACALLO (USA 2014)

Regia: Dan Gilroy

Cast: Jack Gyllenhaal,Rene Russo

Durata: 1h e 57 min

Distribuzione: NOTORIOUS PICTURES

VALUTAZIONE: ****


SCUSATE SE ESISTO! (Italia 2014)

Regia: Riccardo Milani

Cast: Raoul Bova,Paola Cortellesi,Lunetta Savino

Durata: 1h e 46 min

Distribuzione: 01 Distribution - Rai Cinema 

VALUTAZIONE: ***

Ultima modifica il Lunedì, 24 Novembre 2014 00:36
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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