Venerdì, 24 Luglio 2015 00:00

Fuochi di artificio in pieno giorno

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Fuochi d'artificio in pieno giorno

A più di un anno dalla vittoria al festival di Berlino, esce in Italia il film di Yinan Diao. Pur essendo il primo film dell’autore che esce in Italia è già riuscito ad aggiudicarsi un incredibile Palmares a livello internazionale l’Orso d’Oro al miglior film e l’Orso d’Argento al miglior attore per Liao Fan.
Il film può essere annoverato nella categoria dei noir anche se solo in parte. I classici cliché del noir, infatti, sono presenti tutti: il poliziotto con problemi personali, relazionali e una forte propensione a bere; la femme fatale di cui il poliziotto si innamora;un assassino introvabile e spietato. Nessun personaggio è buono, tutti fanno il loro gioco ed anche il personaggio principale fin dalle prime scene ci mostra il suo lato peggiore.

La pellicola appare però anche molto spesso surreale e comica: il protagonista in un pedinamento, durante il quale non dovrebbe farsi notare dalla bicicletta che sta inseguendo, utilizza un motorino simile al Ciao capace di essere sentito per molti isolati di distanza; quando finalmente si scopre il killer l’ispettore lo insegue correndo su una superficie ghiacciata mentre l’assassino è sui pattini; durante una delle discussioni fra i poliziotti viene mangiato un cocomero rendendoci difficile comprendere cosa dicono e lasciandoci sentire tutti i rumori della masticazione.

L’autore lascia molto al non detto, quindi anche nei momenti più salienti si tralasciano volutamente le spiegazioni razionali per passare, un po’ come nei film dei Cohen, all’azione. Forse questo titolo (adattato dal cinese) non ci lascia comprendere il film ma ci porta subito in un’atmosfera surreale ed è forse un merito perché il film vuole sorprenderci in tutto il contesto che il regista riesce a creare, non tanto per la trama quanto per le ambientazioni.

A differenza di altri film cinesi, sebbene delle similitudini riguardanti il contesto sociale si possono trovare anche con Still Life, “Fuochi d’artificio” ci mostra una Cina povera e non al passo con l’occidente. Lo spazio è degradato, come anche le persone che si muovono nel film; i vizi sono al centro delle loro vite, e si arrendono tutti agli eventi che accadono intorno a loro subendoli più che vivendoli - forse l’unico che non si arrende è proprio l’assassino e nel finale il protagonista. Se in Still Life, che narra le vicende di una coppia poco prima della diaspora di 1milione e 400mila persone per la costruzione della Diga delle Tre Gole, il contesto porta ad una rivincita dei protagonisti capaci di ricostruire sulle macerie, qui la situazione sociale ci mostra invece la distruzione e l’incapacità di rispondere nel presente, dato che tutti i personaggi sognano di tornare ad un passato che non esiste più.

La recitazione di Liao Fan è magistrale e riesce a farci notare ogni sfumatura della personalità del protagonista; all’uscita dalla sala forse la pellicola ci lascerà interdetti per il finale molto surreale, ma comunque vale la pena vederlo, sperando che rimanga per molto tempo nelle sale italiane.
Valutazione ***1/2

Ultima modifica il Giovedì, 23 Luglio 2015 18:58
Lorenzo Palandri

Sono nato a Firenze il 07-02-1990. Diplomato nel 2009 al Liceo Scientifico Guido Castelnuovo, frequento a tutt’oggi la Facoltà di Ingegneria, e sono iscritto al corso di Laurea in Ingegneria Civile. Sono rappresentante degli studenti del corso di laurea e della facoltà. I miei interessi sono la politica, il cinema, la letteratura e il buon vino.

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