Sabato, 22 Agosto 2015 00:00

Mission Impossible 5 - Rogue Nation

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L'uscita è stata anticipata di cinque mesi. Il clima sul set, a detta dell'impianto promozionale, è stato tra i migliori di sempre. Chrisopher McQuarrie è ormai da tempo al fianco di Tom Cruise, come sceneggiatore, produttore e per la seconda volta alla regia (il precedente è il recente Jack Reacher, del 2012).

Il franchising ha intrapreso anche una scelta di continuità su alcuni aspetti di fondo, a partire dalla direzione corale, in cui spicca la scelta felice di Jeremy Renner, mentre rimangono simpaticamente macchiettisti (ma funzionali) Simon Pegg e Ving Rhames.

La svedese Rebecca Ferguson convince più che in Herlcules - Il guerriero, interpretando il miglior personaggio femminile della serie, rompendo con il tradizionale ruolo del "sesso debole" da salvare.

Funziona Sean Harris nelle vesti del cattivo in salsa britannica, nonostante sia sacrificato da una trama che al solito rimane secondaria.

Il punto di forza segnalato da larga parte della critica è la capacità di raccogliere tutto quello che è stato nei quattro episodi precedenti e metterne insieme gli aspetti migliori.

La pellicola trasmette entusiasmo, divertimento e cerca di tenersi su un livello alto (per un film d'azione), evitando di scadere in scene di sesso o interludi comici eccessivamente forzati.

Si intrattengono gli autori del film e si intrattiene il pubblico. Il compiacimento di Tom è la spiegazione migliore del perché si esce dalla sala con un sorriso di soddisfazione. Come un bimbo che illustra orgoglioso il proprio disegno alla madre, la controversa star di Hollywood è facilmente rintracciabile su YouTube mentre si pavoneggia di aver girato in prima persona la scena di apertura in cui decolla appeso ad un aereo.

Il film diventa meno pesante, rispetto ai precedenti, sviluppando quanto era iniziato nel quarto capitolo (forse gli eccessi di J.J. Abrams del terzo episodio - il peggiore - sono stati istruttivi).

L'operazione cinematografica è apertamente distante da qualsiasi ambizione intellettuale. Non è uno spy movie, né un thriller. Puro intrattenimento, per la gioia degli occhi.

Se uno sa cosa aspettarsi, troverà in Rogue Nation sorprendente soddisfazione, che dimostra come non sempre l'andare avanti dei titoli sia un problema. Basta farli con l'onestà di volersi divertire e incassare molti soldi facendo divertire il pubblico. In questo Mission Impossible è il punto di riferimento del 2015.

Ultima modifica il Domenica, 23 Agosto 2015 11:39
Dmitrij Palagi

Nato nel 1988 in Unione Sovietica, subito prima della caduta del Muro. Iscritto a Rifondazione dal 2006, subito prima della sconfitta de "la Sinistra l'Arcobaleno". Laureato in filosofia, un dottorato in corso di Studi Storici, una collaborazione attiva con la storica rivista dei macchinisti "ancora IN MARCIA".

«Vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (Victor Serge)

 

www.orsopalagi.it
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