2012. La Walt Disney acquisisce la Lucas Film e si assicura lo sfruttamento dei diritti dell'Universo di Star Wars. Il piano della casa di Topolino è quello di continuare a realizzare non solo nuovi episodi del mondo creato da George Lucas, ma anche degli spin-off che dovrebbero approfondire vari personaggi e varie situazioni inesplorate. D'ora in poi negli anni pari ci sarà un approfondimento tematico: quest'anno "Rogue One" e nel 2018 ci sarà un film su Han Solo. Negli anni dispari, invece, la saga si arricchirà degli episodi 8 e 9. Almeno per il momento questi sono i piani della Lucas Film.
Dopo 30 anni di inattività, nel 2015 è uscito "Il risveglio della forza" (trovate la doppia recensione qui e qui), settimo episodio della saga. J.J. Abrams aveva il difficile compito di fare da collante tra vecchio e nuovo. Francamente di novità se ne sono viste poche. Ha scelto la strada più semplice e classica: il furbo remake/reboot de "La nuova speranza" con nuovi personaggi e il fascino dei vecchi che erano ormai diventati adulti. Il compito di Abrams era quello di raggiungere nuove generazioni di fan e coinvolgere le vecchie.
Veniamo al dunque. Se amate Star Wars, Rogue One vi piacerà, altrimenti non vi farà cambiare idea. Gareth Edwards (già regista dell'ultimo "Godzilla"), con l'aiuto di Tony Gilroy (uno dei creatori della saga di Bourne) che ha rigirato numerose scene, ha fatto un buon film visivamente parlando. Un tripudio per gli occhi. Purtroppo però il film ha difetti di sceneggiatura, di fascino e di carisma. Oltre a qualche invasivo siparietto di casa Disney. Il perché ve lo spiegherò più avanti. Veniamo alla storia.
Cronologicamente questo film viene prima de "La nuova speranza", ovvero a metà degli anni '70 (la cosa si nota dai costumi, dai basettoni, dagli abiti). Molti fan ricorderanno che i titoli del primo film citavano che,in una galassia lontana lontana, "navi spaziali ribelli, dopo aver colpito una base segreta, hanno ottenuto la loro prima vittoria contro il malvagio Impero Galattico. Durante la battaglia, spie ribelli sono riuscite a rubare i piani tecnici dell'arma decisiva dell'Impero, la Morte Nera..." Galen Erso (Mads Mikkelsen) è un ingegnere imperiale ricercato dalle truppe guidate dal perfido Direttore Orson Krennic (Ben Medelsohn di "Come un tuono"). Ha informazioni importanti su un'arma di distruzione di massa: la Morte Nera appunto. Si è rifugiato con moglie e figlia in un pianeta remoto, ma viene scoperto. Così lascia la "stellina" Jyn nelle mani dell'amico, il veterano Saw Gerrera (il premio Oscar Forest Whitaker). Diversi anni dopo, una squadra di ribelli si unisce per distruggere la minaccia della Morte Nera. Tra questi c'è la giovane Jyn (Felicity Jones), l'avventuriero Cassian (Diego Luna), il pilota disertore Bodhi (Riz Ahmed), il cieco monaco zen Cirruth, la sua "spalla" Baze e il droide K2. Uniti dalla Forza, gli Alleati studiano il punto debole degli avversari e sfidano l'esercito imperiale, rappresentato dal perfido Darth Vader. Saranno scintille.
"Rogue One" è un war movie con influenze western sotto la superficie di fantasy. Rievoca antiche lezioni di cinema come "La battaglia di Algeri", "I cannoni di Navarone", "Salvate il soldato Ryan" e rimembra lezioni di storia come lo sbarco in Normandia (che si lega molto bene all'arrivo del trailer di "Dunkirk", il nuovo film di Christopher Nolan). Tutto ciò si sposa bene anche con l'attualità, viste le tristi immagini di Aleppo. Le scene di guerra sono ben coreografate, spettacolari e visivamente accattivanti. L'uso della computer grafica è quasi perfetto. Nulla da dire.
Edwards ha avuto il fegato di fare qualcosa di diverso, una volta tanto. Rogue One colma anche anche alcune lacune sulla Morte Nera che nella prima trilogia di Lucas non erano francamente portate alla luce. Il finale è abbastanza cupo e spiazza (c'è una sorpresa prima dei titoli di coda), dopo una lunga guerra all'ultimo... laser.
Un film irregolare, sporco, ruvido, pieno zeppo di "loser". L'eroina è molto attuale: è imbronciata, a tratti antipatica, non si fida di nessuno fuorché di suo padre. Ed è ancora una volta un legame familiare che permetterà di trovare la chiave di volta. Una soluzione in tradizione con la saga, ma che somiglia un po' ad "Interstellar" e, più ridicolamente, al momento clou di "Batman vs Superman" di Zack Snyder. Il problema è che mancano totalmente ironia ed epicità che avevano contraddistinto la saga. Anche le musiche di Giacchino (che sostituisce Desplat) non sono particolarmente trascinanti, come lo erano quelle di John Williams. La ribellione che Gareth Edwards ostenta, si rivela soltanto a metà. Il regista è anche scarsamente aiutato da una sceneggiatura non esaltante, "coperta" da lunghe battaglie visivamente ottime.
In più ci sono attori non proprio convincenti: Diego Luna ("Milk") non ha il carisma scenico di Harrison Ford, Forest Whitaker ha un ruolo piccolissimo ed è penalizzato da un doppiaggio italiano imbarazzante, Felicity Jones è fredda, quasi glaciale. L'empatia con lo spettatore francamente è difficile, a differenza di Daisy Ridley.
Lo ridico ancora una volta. La serializzazione sta creando l'effetto da "allungamento del brodo". Anche Star Wars rischia molto. La qualità rischia di abbassarsi e, conseguentemente, può portare ad allontanare, nel medio-lungo periodo, lo spettatore dalla sala. Gareth Edwards sicuramente ha avuto più libertà di J.J. Abrams e ha giocato discretamente le sue chance. Per il futuro della saga conviene tener a memoria che "la ribellione nasce dalla speranza". Una Nuova Speranza. Nel cinema come nella vita. Sempre che vogliate il cambiamento.
TOP
- Le scene di guerra sono ben fatte, con l'ausilio della computer grafica
- La fotografia è spettacolare
- Il film rivela dei vuoti della prima trilogia di George Lucas
- La scelta di Edwards di fare un film irregolare, sporco, ruvido, pieno zeppo di "loser". Una scelta controcorrente dettata dall'attualità
FLOP
- La difficile empatia tra spettatore e alcuni personaggi
- Alcune scelte di doppiaggio penalizzano alcuni personaggi (vedi Forest Whitaker)
- Le musiche non sempre trascinanti
- Epicità ed ironia mancano quasi totalmente, tranne che nelle battaglie
- La password di accesso alla Morte Nera ricorda il (risibile) momento chiave di "Batman Vs Superman"
Immagine ripresa da www.wired.it