Sabato, 13 Maggio 2017 00:00

Film to film, song to song: evoluzione di Terrence Malick

Scritto da
Vota questo articolo
(5 Voti)

Song to song ***1/2

(USA 2017)

Regia: Terrence MALICK

Cast: Natalie PORTMAN, Cate BLANCHETT, Ryan GOSLING, Rooney MARA, Michael FASSBENDER, Val KILMER, IGGY POP, Patti SMITH

Fotografia: Emmanuel LUBEZKI

Durata: 2h e 9 minuti circa

Distribuzione: Lucky Red (www.luckyred.it)

Uscita italiana: 10 Maggio 2017

Trailer italiano: youtu.be/PPzrZx68pK4


Il cinema di Terrence Malick rappresenta un concetto valido per ognuno di noi: ci si può sforzare, ma non si può piacere a tuttiÈ bene che questo assioma venga applicato nelle nostre vite, che ci piaccia o meno.

Anche Song to Song non è un film per tutti. Io posso dire di aver assistito a uno spettacolo di grande bellezza. Molti di voi invece lo troverà ripetitivo, straziante, noioso e perfino odioso.

Tuttavia quando si ragiona di cinema d'autore, critici e pubblico dovrebbero considerare una questione: Malick non fa lo stesso film. Quello che molti non capiscono è che le sue opere ogni volta si evolvono e diventano vita.

Se questo concetto vi sembra difficile, allora lo riassumo con un noto film di Terry Gilliam (L'esercito delle 12 scimmie). Bruce Willis assiste in un cinema a Vertigo di Hitchcock ed esclama: "ogni volta che lo vedi ti sembra diverso perchè tu sei diverso". Se ci pensate bene la cosa si può applicare a ogni film, a ogni canzone, ma anche agli occhi e le orecchie di chi si gusta l'arte.

Il cinema di Malick, in particolare, va in questa direzione. In teoria anche l'essere umano dovrebbe essere in grado di evolversi. Sul piano pratico invece poi le cose (spesso) vanno in un'altra direzione. Basta uscire un po' di casa per rendersene conto. Si preferisce il "bla bla bla" di sorrentiniana memoria. "È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il sentimento" - diceva Jep Gambardella.

Lo stesso discorso si può fare anche per questo film. Song to song non è altro che un update di una serie di pellicole sullo stesso tema, con lo stesso impianto visivo: The tree of life e To the wonder e Knight of cups vanno nella stessa direzione, senza rinunciare al richiamo di pellicole come La rabbia giovane e The new world. Questa si chiama coerenza (che non sempre è un bene).

Tempo fa vi avevo raccontato che Malick stava lavorando a due progetti. Il primo è il documentario Voyage of time (riusciremo a vederlo prima del 2070?) e il secondo era un film misterioso dapprima intitolato Lawless, poi Weightless e alla fine è diventato Song to song. In questa nuova opera, Malick racconta la complessità dei rapporti tra esseri umani, la frattura fra due sessi diversissimi, del bene e del male che uomini e donne si fanno ogni giorno in ogni parte del globo.

D'accordo tutto ciò era già stato trattato in To the wonder, ma questa volta l'amore viene camuffato dall'arte. Il film è ambientato a Austin, nel Texas, luogo molto importante per l'ambiente musicale statunitense. La macchina da presa ondeggia e danza leggiadra tra i volti dei protagonisti nel mezzo di grandi concerti rock (nel film appaiono Likke Li, Flea dei Red Hot Chili Peppers, la "sacerdotessa del rock" Patti Smith e Iggy Pop), nei camerini, nel backstage o sotto il palco. Ma non solo. Come già accadeva in Closer di Mike Nichols (pellicola da vedere e rivedere), al centro della narrazione c'è un quadrilatero amoroso (che poi diventa ancora più ampio).

Due donne e due uomini. L'errante BV (Ryan Gosling) incontra la luminosa Faye (l'iperespressiva Rooney Mara a cui Malick, non a caso, dedica i primi piani più lunghi). "Non sapevo perchè ero venuto a questa festa! Poi ti ho vista e mi sono detto: ecco perchè!" Lei è un'aspirante cantautrice in cerca di successo. È una donna istintiva, riflessiva e che ricerca esperienze. Non importa come siano, basta farle. Lui invece è un errante vagabondo musicista sulla scia del Rick (interpretato da Christian Bale) di Knight of cups. La loro vita insieme presuppone musica, passione e condivisione. Pensano di "potersi rotolare là in mezzo, vivere di canzone in canzone (o se preferite song to song), di bacio in bacio". Un giorno in maniera prepotente entra nelle loro vite un magnate dell'industria musicale, Cook (Michael Fassbender), che prospetta alla coppia una radiosa carriera. Il problema è che nasce un rapporto intimo fra i tre che non si limita all'aspetto professionale. Cook è un uomo senza regole, manipola e compra tutto e tutti, si sente superiore. Tutto diventa complicato ed oscilla repentinamente tra amore e tradimento. A complicare le cose poi c'è la cameriera Rhonda (un'inedita Natalie Portman bionda) che si fa sedurre proprio da Cook.

Mi fermo qui, ma c'è molto altro. Sì perchè il film è come i rivoli di un fiume: ai tre personaggi se ne aggiungono altri, i punti di vista e i rapporti di coppia cambiano ogni volta. La stabilità è una cosa difficilissima di questi tempi. Malick per oltre due ore ci fa capire che siamo condannati alla precarietà, fino al finale dove si capisce il nesso. E l'ordine, camuffato da caos, torna a regnare sovrano (la lunga carrellata in auto per le vie di Austin, che sfrutta una serie di semafori verdi, che fanno propendere a un futuro privo di ostacoli).

Il montaggio eclettico tende a spezzettare le scene in più inquadrature (senza raccordi) in modo da dare allo spettatore il senso di instabilità mentale dei protagonisti.

Il film è un continuo conflitto tra corpi e mani. I primi sono usati per raggiungere uno scopo di potere, con annessi pericoli (vedi telecamera che indugia su un vortice d'acqua). Come dice Faye, "ho preso il sesso, un dono. Ci ho giocato. Ho giocato con la fiamma della vita”. Le seconde, invece, accompagnano lo spettatore fluttuando sullo schermo per mantenere una sorta di contatto con il mondo. La macchina da presa indugia costantemente su questi particolari per evidenziare questi aspetti.

Attraverso la storia dei suoi protagonisti, Malick torna ad esplorare i pericoli del successo e della fama attraverso il mondo effimero del rock.

Gli attori, tutti bellissimi e liberissimi di svariare su ogni fronte, non sono scelti a caso e aiutano tantissimo l'intento del regista: Gosling è l'erede del cavaliere di coppe di Christian Bale visto in Knight of cups, Fassbender rappresenta il fascino del male, della tentazione. Tra le attrici Natalie Portman rappresenta una bella cameriera di provincia attratta da Cook, ma anche dai soldi di lui per risolvere una delicata situazione familiare, mentre Rooney Mara è sempre più luminosa, espressiva, ma anche tormentata.

Tutti questi personaggi sono come noi: vorrebbero avere tutto e subito. Amore, ricchezza, successo, sicurezze di ogni tipo. Alla fine con i loro capricci, non riescono nemmeno a godersi quanto hanno. Il "luciferino" Fassbender li sacrifica tutti perchè, con promesse e soldi facili, li allontana dalla bellezza e dall'essenza della vita.

A tal proposito sono fondamentali le scelte fotografiche degli esterni e degli interni, esaltati come al solito dalla sublime fotografia del premio Oscar Emmanuel Lubezki (The tree of life, Redivivo, Birdman). Tutti questi personaggi si muovono tra lussuose ville con piscine e vengono contrapposti a animalesche folle ai concerti, ai camerini del backstage, ad alberi spogli al tramonto da cui si intravede l'orizzonte. Emblema universale di utopia e speranza. Quello di cui abbiamo un sempre più crescente bisogno. Non è un caso che il buon Terrence ritragga gli esseri umani come eterni vagabondi erranti, impegnati a riempire lo scarto tra le speranze e le reali condizioni in cui vivono. Un po' come il concetto di limite nella matematica: la perfezione non la puoi raggiungere, ma puoi semplicemente avvicinarti.

Le inquadrature intime e immediate trasmettono ansia, grazie a un uso intensivo del grandangolo. In gergo tecnico questa lente consente una ripresa più ampia permettendo di mostrare di più del normale, ma con un effetto collaterale: i soggetti in primo piano appaiono, rispetto alla realtà, più grandi di quello che sono. Ovviamente il tutto è creato ad arte per mostrare che tutto è frutto di elaborazioni mentali deformate, spesso, dalla realtà dei fatti (la voce narrante del film è il personaggio di Rooney Mara). In definitiva, il cinema di Malick va oltre perchè ha il pregio di farti sentire qualcosa. Personalmente mi emoziona, mi inebria, mi sconvolge, mi costringe a pensare (cosa assai brutta e ansiosa per molti, lo so). A tratti può anche nausearmi, ma son sicuro che lo fa per uno scopo. Sicuramente però non si può rimanere indifferenti. Se succede questo vuol dire, senza dubbio, che lo spettatore ha problemi seri riguardo il concetto di vita.


TOP

Natalie Portman e Rooney Mara, iperespressiva e tormentata allo stesso tempo, riescono a comunicare determinati concetti solo con gli sguardi.

La solita straordinaria fotografia di Lubezki che indaga sul rapporto tra le scelte delle vita e la bellezza del mondo.

La coerenza della filmografia di Malick.

La riproduzione dell'ambiente musicale sia sul palco sia nel backstage.

Le metafore e il messaggio che il regista vuol dare.


FLOP

Chi odia gli altri film di Malick non amerà Song To Song.

Lo stile di Malick potrebbe risultare ai più esasperante e noioso, specie se non conosce le opere precedenti.

Non è un film per tutti.

L'uso sfrenato del grandangolo potrebbe dare la nausea allo spettatore medio.

Alcune battute sono un po' scontate e leggere.

Ultima modifica il Sabato, 13 Maggio 2017 22:32
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

Devi effettuare il login per inviare commenti

Free Joomla! template by L.THEME

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.