Sabato, 26 Ottobre 2013 00:00

Cani Sciolti - Già visto? Forse, ma vale comunque la pena

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“Tutto già visto”.

“Sì, va bene, la prossima volta ti do 10 euro se non vieni al cinema”.

Cani Sciolti è la seconda volta a Hollywood per l’islandese Baltasar Kormakur. Come nel precedente e interessante Contraband,  il regista è sostenuto dall’attore e produttore Mark Wahlberg.

Se uno riesce ad essere in pace con il mondo (cosa difficile di questi tempi), magari si rende conto che in una pellicola di questo genere, cioè l’action comedy basata sul modello del buddy film, non ha nessun senso mettersi a dire “già visto”. Sono due membri delle forze dell’ordine fuori dal sistema che combattono per sopravvivere in un mare di corruzione, con una buona dose di ironia.

A differenza di molto di quello che gira per le sale nell’ultimo periodo, qui si gioca tutto su una buona regia, una sceneggiatura piacevole - ripresa da un fumetto di Steven Gran - e l’armonia tra i due protagonisti, incastrati in buoni dialoghi caratterizzanti. Il tutto in un equilibrio particolare, che guarda all’assurdo, al grottesco, all’ironia e al film d’azione, senza però sbilanciarsi verso nessuno di questi elementi. 

Non trascina, ma scorre e accompagna chi vuol seguire. C’è una sorta di elegante armonia, rara e creata con maestria da Kormakur, capace di far capire allo spettatore che lui si diverte a fare sulle sponde statunitensi dell’oceano progetti più mainstream.

L’atmosfera è più da anni ’70, rispetto alle coppie che hanno segnato il mercato cinematografico negli ultimi decenni (da Arma Letale a Bad Boys). Merito anche del montaggio di Michael Tronick, mai caotico o concitato. E merito della fotografia, quasi ovattata, di Oliver Wood (che tra gli altri titoli ha in carriera Die Hard 2, oltre alla trilogia di Jason Bourne). Merito di quest’ultimo la felice scelta dell'anamorfico, per rendere al meglio gli esterni da film western, che aiutano a dare credibilità a dialoghi difficilmente tollerabili in contesti più seriosi. 

Funzionano un po’ tutti, nessuno si prende sul serio fino in fondo. Non brilla Denzel Washington, non brilla Whalberg (ma insieme funzionano bene), piacevole Edward James Olmos (sempre gradevole da ritrovare, anche se nei panni del criminale messicano). Una buona media complessiva, in cui non stona neanche Paula Patton, che secondo il regista sarebbe “sfavorita dalla sua bellezza”, ma che fino ad oggi non sembra essersi meritata un simile complimento. 

Si poteva lavorare meglio e in modo più suggestivo sulla colonna sonora. Tant’è.

Solido e piacevole, non memorabile. Mancano gli eccessi, difficile annoiarsi (non si esagera neanche con le sparatorie). Sopra la media.

[Voto 7 su 10]

2 GunsUSA, 2013azione, durata 109', regia di Baltasar Kormákur

Immagine tratta da www.hdwpapers.com

Dmitrij Palagi

Nato nel 1988 in Unione Sovietica, subito prima della caduta del Muro. Iscritto a Rifondazione dal 2006, subito prima della sconfitta de "la Sinistra l'Arcobaleno". Laureato in filosofia, un dottorato in corso di Studi Storici, una collaborazione attiva con la storica rivista dei macchinisti "ancora IN MARCIA".

«Vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (Victor Serge)

 

www.orsopalagi.it
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