Nasce così bat-man, l’uomo pipistrello.
A differenza degli altri supereroi, Batman non ha superpoteri: si sottopone continuamente ad allenamenti fisici e mentali estremi per ottenere il massimo dal suo corpo (compresi gli efficaci metodi di addestramento della Setta delle Ombre di Ra’s Al Ghul). Ma oltre al lato dark che caratterizza la bellezza del personaggio, c’è tutta la fauna dei "villain": gli eclettici e sfaccettati Joker, Pinguino, Harvey “Due Facce”, l’Enigmista, Catwoman, Mr Freeze, Edera Velenosa sono probabilmente i più noti.
La gente piano piano apprezzava questi fumetti tanto che la DC Comics riuscì a portare la sua creatura al di fuori dei fumetti: diventò l’icona supereroistica televisiva, videoludica e poi cinematografica di maggior successo della casa americana insieme al famigerato Superman. Quando poi negli anni sessanta si affacciarono sulla ribalta personaggi come l'Uomo Ragno e gli altri eroi Marvel, in seguito al successo della serie televisiva, venne realizzato un film: Batman (1966). Pellicola dimenticabile ma da considerare visto che allora i mezzi erano quelli che erano. Negli anni Ottanta, Frank Miller riscrisse il "mito batmaniano” e, con la benedizione della Warner Bros, iniziò a creare il mito del “Cavaliere Oscuro”.
Questa straordinaria rilettura in chiave dark portò la major a prendere in seria considerazione il progetto di un nuovo film: ci vollero diversi anni ma nel 1989 il timone fu affidato al visionario Tim Burton. Risultato? Pubblico in delirio anche grazie alle atmosfere (ispirate a Fritz Lang) e all’interpretazione magistrale di Jack Nicholson come Joker. Bruce Wayne venne interpretato a sorpresa da Michael Keaton che aveva già lavorato con il regista in “Beetlejuice”. Il successo creò le condizioni per il sequel “Batman - Il ritorno” (1992), nel quale oltre alla conferma di Keaton e Burton, vennero chiamati attori come Michelle Pfeiffer (Catwoman) e Danny De Vito (Pinguino).
Gli scontri con i produttori Jon Peters e Peter Guber, tuttavia, non tardarono ad arrivare: la principale causa fu la scelta di Keaton. Burton, grazie al successo del primo, per il secondo episodio ottenne la massima libertà di controllo, produzione compresa. Però a causa di un mondo troppo “burtoniano”, la sua poca inerenza al fumetto di riferimento, le scene troppo oscure, il film ottenne un buon successo, ma non come il primo.
Ecco che Burton rimase produttore ma lasciò la regia del terzo episodio a Joel Schumacher. La Warner gli comunicò il suo ruolo: doveva sfruttare al massimo il franchise e fare marketing. Il mondo di Batman da dark divenne colorato e sgargiante come voleva la major.
Era il 1995 quando uscì “Batman Forever”: nel cast Val Kilmer sostituì Keaton (a cui non piacque il cambio di guida) ed entrarono Nicole Kidman e i due supercattivi Tommy Lee Jones (Due Facce) e Jim Carrey (l’Enigmista) oltre a Chris O’Donnell (Robin). Risultato non sempre all’altezza della situazione (nonostante gli ottimi incassi) anche perché Schumacher ebbe problemi lavorando con Kilmer, descrivendolo come "infantile e impossibile". Si cambiò ancora nel 1997 quando venne realizzato “Batman e Robin”. Nel cast entrano George Clooney (Bruce Wayne), Uma Thurman (Edera Velenosa) e Arnold Schwarzenegger (Mr.Freeze). Il risultato? Penoso in tutti i sensi. Tutti gli attori dopo qualche anno ammisero che il film era fatto male e tutti avevano la sensazione di essere in una enorme pubblicità di giocattoli. Cosa confermata anche dal regista stesso. La colpa di questo risultato fu della Warner che volle ottenere tanti profitti con scarso impegno. Il pubblico però non gradì e il quarto film fece un fiasco clamoroso.
Il franchise venne sospeso fino al 2003 quando un giovane regista inglese chiese di reinventare il personaggio in chiave moderna e realistica sulla base dei fumetti di Frank Miller: ovviamente stiamo parlando di Christopher Nolan. Nel 2005 finalmente uscì nelle sale il film che ha fece nascere il mito del “prequel” nel mondo del cinema: stiamo parlando di “Batman Begins”. Il cast venne rivoluzionato: Christian Bale divenne Bruce Wayne, Micheal Caine divenne Alfred, Morgan Freeman era Lucious Fox, Liam Neeson era il suo istruttore Ra’s Al Ghul, Gary Oldman era Gordon e Cillian Murphy era il temibile Spaventapasseri.
Il film rilesse in maniera inedita il franchise: era piuttosto dark e Batman era un uomo normale con tanti problemi tipici dell’essere umano a partire da quando, da bambino, vede un ladro che uccide i genitori. Buono in termini di incasso,divenne un cult per il pubblico e la critica che da allora rivolsero sempre più attenzione a Nolan dopo lo strepitoso “Memento”. Tre anni dopo,nel 2008, il regista inglese sentì di dover proseguire il suo racconto per espanderlo e migliorarlo: ecco che nacque quel capolavoro assoluto che è “Il cavaliere Oscuro”. Confermato in blocco il cast con poche aggiunte ben fatte: Aaron Eckhart è il procuratore distrettuale Harvey Dent, Heath Ledger è Joker e Maggie Gyllenhall sostituì Katie Holmes nei panni di Rachel. Il risultato fu un film alla “Heat la sfida” dove Batman, Gordon e Dent cercano di combattere il crimine capeggiato dall’anarchico Joker. Purtroppo i buoni dovranno tutti rivedere le proprie regole e rimarranno corrotti dalla filosofia del clown (Dent addirittura si trasformerà nel pericoloso Due Facce). È un cocktail di filosofia, sociologia, azione e un pizzico di humour strizzando l’occhio ai grandi noir del cinema americano impreziosito da un finale tra i più belli e innovativi in assoluto nella storia dei cinecomics. La gente si godeva lo spettacolo perché in Batman vedeva sé stessa, le proprie maschere, i problemi quotidiani. Non era più solo un supereroe classico ma qualcosa di più. Si parla dell’uomo, della sua natura, delle sue sfaccettature, della società. Joker è un “venditore di filosofia” oltre che un criminale che insegna l’equità del caos. Il film si rivelò un campione di incassi senza precedenti (sfondò il muro del miliardo di dollari nel mondo) e il geniale Ledger vinse meritatamente l’Oscar postumo come miglior attore non protagonista.
Nel 2012 Nolan terminò la sua trilogia con “Il cavaliere oscuro - Il ritorno”: con lui tornarono tutti i principali attori a cui si aggiunsero Tom Hardy (Bane), Anne Hathaway (Catwoman), Joseph Gordon Levitt (John Blake) e Marion Cotillard (Miranda Tate).
Anche se inferiore al precedente (nonostante il crescente incasso anche qui superiore al miliardo di dollari nel mondo), il film esplora le conseguenze delle azioni di Batman e Gordon dopo la morte di Dent. Inizia la pace a Gotham e per 8 anni non c’è stato bisogno di un Batman ormai logorato. Fino a che dall’underground serpeggia un certo malumore che alimenterà l’improvvisa entrata in scena di Bane. Wayne però scopre che il gigante muscoloso è solo una pedina di un grosso piano di un suo vecchio nemico…
La trilogia del “cavaliere oscuro” è ritenuta universalmente una delle migliori saghe cinematografiche mai prodotte. Adesso siamo in attesa del 2016, anno in cui uscirà il sequel de “L’uomo d’acciaio” di Zack Snyder: si chiamerà “Superman vs Batman” ed è stato confermato che un non giovanissimo Bruce Wayne sarà interpretato, seppur con fragorose polemiche, da Ben Affleck.
Eh sì gli anni passano anche per il nostro eroe. Per la precisione siamo a 75 anni dalla prima apparizione. O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo? In ogni caso tanti auguri uomo pipistrello!