A introdurre la serata tre ospiti di livello: la giornalista Laura Delli Colli (nipote di Tonino, direttore della fotografia del film), il direttore della Cineteca di Bologna Gianluca Farinelli e il truccatore premio Oscar Manlio Rocchetti (nonché proprietario dell’azienda di parrucche usate nel mondo del cinema).
Quest’ultimo ha svelato un aneddoto sul suo ruolo nella lavorazione del film: De Niro prima di entrare in scena impiegava 5 ore di trucco e Leone voleva che il processo di invecchiamento fosse tale da rendere i suoi personaggi credibili da ogni punto di vista.
Si tratta di un film universale, senza tempo che trasuda vita, amicizie, tradimenti, amori, gangster, etica e corruzione a ogni inquadratura.
Farinelli ha evidenziato, invece, che probabilmente questo è l’ultimo grande film italiano di livello internazionale girato in pellicola (prima dell’avvento degli effetti speciali) che non ha avuto neanche un riconoscimento, anche per via della diatriba tra Sergio Leone e il produttore israeliano Arnon Milchan (l’autista di Deborah). Infatti quest’ultimo aveva intimato a Leone di tagliare il film ma trovò la difesa spietata del regista romano che difese la sua opera (ci aveva lavorato per oltre 11 anni!). Milchan fece uscire una versione di circa 1h e mezzo in America e fece flop. Poi arrivarono al compromesso di 3h e 40 minuti dopo un processo.
Questa nuova versione restaurata si differenzia dalla precedente per l’esistenza di 6 nuove scene recuperate dai negativi originali della pellicola messi a disposizione della Cineteca bolognese da parte della famiglia Leone. In queste scene si hanno in ordine cronologico: il dialogo al cimitero ebraico tra De Niro e la Fletcher (nota al pubblico per “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Milos Forman), l’ansia di Max e compagni quando non vedono Noodles riemergere dall’acqua, il dialogo tra Noodles e l’autista di Deborah,l’incontro tra Noodles e Eve, Deborah che recita a teatro “Cleopatra” e la discussione tra Max e il sindacalista O’Donnell.
La qualità video, nonostante il materiale di partenza, è superba anche per l’incessante lavoro dei tecnici che hanno stabilizzato e ripulito l’immagine, conferendogli anche un nuovo aspetto grazie ad un’accurata correzione del colore.
Tratta dal romanzo di Harry Grey “Mano armata”, la pellicola narra, nell'arco di quarant'anni (dagli anni venti ai sessanta), le drammatiche vicissitudini del criminale David “Noodles” Aaronson (Robert De Niro) e dei suoi amici (Max, Pasty,Cockey e Dominic) nel loro progressivo passaggio dall’adolescenza all’età adulta scandite rispettivamente dal ghetto ebraico e dall'ambiente della malavita organizzata nella New York del proibizionismo e del post proibizionismo.
Un film perfetto in tutti sensi che sa coniugare una fotografia meravigliosa, una regia di classe, attori memorabili (Robert De Niro su tutti), la musica magistrale del maestro Ennio Morricone che colma i pochi vuoti del film dando profondità alla storia,la ricostruzione storica dell’epoca (costumi e scenografie accuratissimi),l’analisi psicologica dei personaggi, la splendida sceneggiatura firmata, oltre che da Leone, anche dai toscani Benvenuti e De Bernardi (“Amici Miei”).
Se ancora non l’avete visto, non abbiate paura della durata. Quando finirà la nostalgia probabilmente vi assalirà tanto che se qualcuno vi chiederà cosa avete fatto in questi anni, vi toccherà rispondere alla Noodles: “Sono andato a letto presto”.
Immagine tratta da: www.ceraunavoltainamerica.it