Martedì, 10 Febbraio 2015 00:00

Quando ad Hollywood i sovietici erano i buoni

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Questa rubrica di archeologia cinematografica ha lo scopo di riportare alla luce, come in un vero e proprio scavo, o quantomeno all’attenzione dei lettori, opere cinematografiche, anche di serie non eccelsa, che a suo tempo hanno descritto in maniera efficace storie, costumi e abitudini, …  e talvolta, sia pure non consapevolmente, hanno contribuito a formare un minimo di coscienza civile nel pubblico.

Gli scavi sono stati sospesi per un po’ di tempo, motivo per cui è necessario recupera il tempo perduto segnalando non uno, ma ben tre film: The North Star (1943), Action in North Atlantic (1943), Days of Glory (1944).

I titoli originali forse non dicono molto, ma i titoli italiani: Fuoco a Oriente, Convoglio verso l'ignoto, Tamara la figlia della steppa, forse potranno far sorgere qualche ricordo nei lettori de Il Becco, perché di quando in quando passano nella programmazione di qualche rete locale.

Hanno tutti una caratteristica in comune, sono film di propaganda bellica confezionati nel più puro stile americano nel luogo simbolo del cinema mondiale: Hollywood.

Sono film diretti da registi di vaglia, scritti da sceneggiatori di fama e interpretati da attori già famosi o che si affermeranno prepotentemente in seguito.

Ma attenzione! Sono film in cui non viene esaltato il valore o l’ardimento dei marines o degli aviatori o dei marinai yankees o britannici, il protagonista assoluto di questi film è uno e uno solo: il popolo dell’Unione Sovietica.

Erano film espressamente pensati e realizzati per un fine preciso: l’apertura di un secondo fronte in Europa, come si diceva allora, un motivo di orgoglio durante, cioè la necessità di affiancare al fronte orientale dove l’Armata Rossa stava compiendo il massimo sforzo un secondo fronte a occidente per chiudere i nazifascisti in una tenaglia mortale.

The North Star (Fuoco a oriente) è la storia di un villaggio dell’Ucraina sovietica e di un gruppo di giovani che lo abita, prima bombardato e poi occupato dai tedeschi. Gli abitanti sono sottoposti ad ogni genere di angherie, la più odiosa delle quali è il prelievo forzoso di sangue ai ragazzi del villaggio per la cura dei feriti tedeschi (e pensare che nel 1943 niente era trapelato dei crudeli esperimenti del dott. Mengele). Fino a che il medico del villaggio (Walter Huston – v. Il tesoro della Sierra Madre) salda il conto uccidendo il medico tedesco (Erich von Stronheim v. ). Nel mezzo vi sono poi le storie individuali dei vari giovani del villaggio, alcuni dei quali si uniscono ai partigiani, altri si arruolano nell’aviazione rossa.

La scena più significativa è sicuramente quella degli abitanti del villaggio che ascoltano Stalin denunciare il proditorio attacco nazista e che si conclude con il canto de l’Internazionale.

La regia del film è di Lewis Milestone (All’ovest niente di nuovo) specialista in film d’azione bellica. Fra gli attori dei giovani del villaggio: Dana Andrews, Anne Baxter e Farley Granger (il tenente Mahler, l’amante austriaco dell’altera contessa Serpieri in Senso).

Con la guerra fredda il film divenne scomodo, Lilian Hellman seceneggiatrice di fama internazionale finì, non solo per questo film, ma per la sua militanza comunista, di fronte alla commissione per le attività antiamericane del famigerato senatore McCarthy, che era fra l’altro – sia detto per inciso – intimo della famiglia Kennedy.

La più grave delle ingiurie il film la subì nel 1957, allorquando fu riedito gravemente accorciato di ben 24 minuti di tutte le scene che facevano riferimento all’URSS e modificato il sonoro ne fu cambiata oltraggiosamente l’ambientazione originale in una riferita alla controrivoluzione ungherese del 1956, cambiando così totalmente il senso del film.

Oggi il film è tornato alla sua ambientazione e al suo significato originali e può essere reperito in DVD in lingua italiana e nel formato in uso in Europa.

Action in North Atlantic (Convoglio verso l'ignoto), protagonisti del film sono un gruppo di ufficiali e marinai della marina mercantile americana che devono condurre un cargo fino al porto di Murmansk.

La regia è di Lloyd Bacon, ma il film è noto per l’interpretazione del secondo ufficiale da parte di Humphrey Bogart, reduce dall’interpretazione di Casablanca, attore sul quale è superfluo dilungarsi, il comandante della nave è interpretato da Raymond Massey, un attore canadese presente in numerosi film fra i quali Arsenico e vecchi merletti, conosciutissimo negli anni dal 1960 al 1966 per la sua partecipazione nei panni dell’anziano dottor Gillespie alla serie televisiva Il Dottor Kildare.

Anche se in questo film i sovietici sono sullo sfondo, la storia è del tutto priva di quell’atteggiamento tipicamente americano secondo il quale loro e solo loro sono i nostri che arrivano in tempo per salvare la situazione, il convoglio che porta i rifornimenti è salvato in extremis dall’aviazione sovietica che giunge davvero in tempo, come sono soliti giungere i nostri nel più classico dei film western.

Inoltre il film è privo di qualsiasi retorica militarista, i marinai non parlano fra loro d’onore militare e di gloria, ma di straordinari, intesi nel senso di orario di lavoro supplementare, da riscuotere.

Anche la scena finale dove uno dei marinai spiega agli altri il significato della parola tovarisch è significativo e commovente, nella versione originale molto più che in quella italiana.

Purtroppo il film non è reperibile in italiano, esiste solo la versione in inglese nel formato in uso negli Stati Uniti e il Canada.

Days of glory (Tamara la figlia della steppa) è un film di un anno più tardi (1944) rispetto ai due precedenti, è anche quello caratterizzato dal peggior titolo italiano, un titolo degno più di un fotoromanzo anni ’50 che di un film d’azione.

Diretto da Jaques Tourneur (Il bacio della pantera, Ho camminato con uno Zombi, due film cult del genere horror), il film segna l’esordio di un attore diventato poi famosissimo: Gregory Peck.

Nella storia Gregory Peck è il comandante Vladimiro, capo di una formazione partigiana che opera alle spalle dei nazisti, formazione che, va detto, egli dirige con un aplomb da perfetto gentlemen inglese, che accoglie e protegge una prima ballerina del Bolshoi tagliata fuori dall’avanzata tedesca, che nel film si chiama Nina è non Tamara.

Il film offre però un visione corale del gruppo, dal giovanissimo che muore per non tradire in primo luogo ai vari componenti della formazione, agli abitanti della zona, fino ovviamente alla protagonista che preferisce aggiungersi ai partigiani che stanno attirando i tedeschi per allontanarli dal fronte, piuttosto che mettersi al sicuro.

Il fatto curioso è che Tamara Tumanova la protagonista era davvero una ballerina classica, figlia di una coppia di aristocratici fuggiti in occidente dopo la rivoluzione d’ottobre.

Le due scene clou del film sono sicuramente l’impiccagione del giovane partigiano di fronte all’intero villaggio radunato dai tedeschi, sicuramente la più commovente; nonché quella del rapporto del comandante Vladimiro ai comandanti in subordine e l’ordine del comando supremo che riferisce loro: NON UN PASSO INDIETRO, sicuramente la più significativa.

Tutti questi film ebbero delle nomination e sono rimasti giustamente celebri ai veri appassionati di cinema.

Ultimo elemento da sottolineare è che in Italia questi film giunsero nel 1948, anche per la disinvolta politica distributiva,  delle grandi Mayors americane: in un paese nel quale i rossi erano un terzo almeno della popolazione, questi film, ed altri di contenuto progressista, avrebbero ben trovato un pubblico numeroso!

Forse i sovietici descritti in questi film sono di maniera, l’abbiamo detto a proposito del comandante Vladimiro, forse le storie scontate, forse era davvero propaganda, ma ciò non toglie che quando la visione di un film era ancora un evento collettivo da praticare insieme agli altri, alle note de l’Internazionale gli spettatori si unissero spesso in coro, con grande imbarazzo, confusione e stizza dei democristiani presenti in sala.

Foto di copertina ripresa liberamente da acertaincinema.com

Ultima modifica il Lunedì, 09 Febbraio 2015 16:43
Francesco Draghi

Francesco Draghi, nel Partito Comunista Italiano prima e dalla sua fondazione nel PRC, ha ricoperto in entrambi incarichi di direzione politica, è stato amministratore pubblico.

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